7 Ottobre 2023, il dramma nella storia di Israele
Con la grande diaspora, 1 secolo d.C, gli ebrei cominciarono un lungo cammino…
Questa situazione durò fino al 1948, quando, con l’approvazione dell’Assemblea delle Nazioni Unite, venne proclamata la nascita dello Stato di Israele.
Fino ad arrivare ai giorni nostri.
“7 ottobre 2023, una data che segna una svolta
drammatica nella storia dello Stato israeliano. Da quel giorno, in effetti, gli israeliani hanno detto: BASTA! Basta con la Shoah strisciante e sempre minacciata, basta con i programmi, basta con il terrorismo cieco e selvaggio, basta con i missili che piovono incessantemente nel sud e nel nord del paese, basta con l’insicurezza personale in cui vivono i cittadini israeliani da oltre 70 anni, basta col pensare di “trattare” con chi vuole la tua distruzione . Israele ha conquistato il suo diritto all’esistenza nel 1948, quando accettò la risoluzione dell’ONU che prevedeva la creazione di due Stati in Palestina, mentre i palestinesi (con tutti i paesi della Lega Araba) , commettendo un tragico errore storico, la rifiutarono e cercarono di distruggere sul nascere il neo Stato d’Israele. Il 7 ottobre 2023 Tel Aviv ha deciso dunque di mettere i suoi nemici nelle condizioni di non poter più nuocere: Hamas, Hezbollah, Houthi e, se necessario, anche l’Iran. Orizzonti di pace, sia pure in lontananza, potranno intravedersi solo a tre condizioni: – venga accettato una volta per tutte il diritto all’esistenza d’Israele (come ha fatto ad esempio uno dei paesi più progrediti dell’area, l’Egitto); – venga riconosciuto il principio dei due Stati in Palestina; – gli estremisti islamici smettano di odiare gli ebrei più di quanto amino le loro mogli e i loro figli (cone diceva Golda Meir) o la stessa popolazione palestinese, di cui si servono come scudi umani. Il peggior nemico della popolazione palestinese non sono in realtà i soldati di Tel Aviv, ma i guerriglieri di Hamas. Se queste condizioni non si verificheranno, sarà molto difficile che Israele si fermi nella sua controffensiva. E l’ONU in tutto questo? Ce ne possiamo anche dimenticare.”
Domenico Vecchioni, storico e già ambasciatore d’Italia
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