Ucraina, Cpi: mafiosi scarcerati, c’è rischio narco-Stato
Le camere penali internazionali: resistenza affidata a detenuti è strada pericolosa
ROMA – «Con l’apertura delle carceri in Ucraina e il reclutamento, come combattenti, di criminali e mafiosi, alcuni dei quali con precedenti penali rilevantissimi per traffico internazionale di droga e armi, rischiamo di trasformare l’Ucraina in uno Stato-canaglia irrecuperabile ai valori della democrazia e del diritto internazionale».
A lanciare l’allarme è Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, già commentatore per la Bbc e per il New York Times su temi di attualità e di politica giudiziaria.
«Sto ricevendo, con frequenza giornaliera, report preoccupanti da parte dei responsabili della sede di Kiev della nostra associazione – prosegue – che paventano il rischio che, come forma di strategia di resistenza estrema, il governo ucraino stia già liberando centinaia di detenuti dietro l’obbligo di imbracciare le armi contro l’esercito russo».
«Il sistema penitenziario in Ucraina è completamente collassato e abbiamo notizie che già un numero imprecisato di pregiudicati per gravi reati è stato armato e ingaggiato per i combattimenti – sottolinea ancora Tirelli –. Si tratta di una strada pericolosissima di cui possiamo solamente immaginare lo sviluppo futuro quando, in un modo o nell’altro, il conflitto armato sarà concluso e bisognerà ricostruire il Paese».
«La minaccia, concretissima, è che ampie porzioni del territorio ucraino possano trasformarsi in porti franchi per la criminalità – come accaduto dopo la guerra nell’ex Jugoslavia – o addirittura in narco-Stati impossibili da controllare. Per questo, pur nella evidente necessità di sostenere, dal punto di vista dei rifornimenti bellici il governo di Kiev, è fondamentale che tali aiuti militari, decisi dall’Ue e anche dall’Italia, siano affidati solo ed esclusivamente alle forze regolari dell’esercito ucraino evitando cessioni a formazioni para-militari o di resistenza spontanea di dubbia natura».
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