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Riforma della giustizia. Intervista con il dott. Luca Palamara

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Anna Tortora

La riforma Cartabia sembra dividere i partiti e non solo. Ce ne parla il dott. Luca Palamara, per la mia rubrica IL Personaggio.

Matteo Renzi è contrario alla riforma Cartabia. Lei cosa ne pensa?

“Al momento si tratta di una riforma espressione di un compromesso al ribasso. Quanto alla riforma della legge elettorale del CSM il sorteggio dei distretti non elimina in alcun modo lo strapotere delle correnti ma in realtà cristallizza quello che è avvenuto fino ad ora per i collegi dei giudicanti dove ad ogni candidato giudice le correnti assegnano i distretti presso cui svolgere la campagna elettorale.
Sulle porte girevoli il fenomeno non può essere limitato solo a chi si candida alla vita politica ma deve inevitabilmente coinvolgere anche chi è chiamato dalla politica a ricoprire incarichi istituzionali quali authority e ruoli apicali nei ministeri è in questi luoghi infatti che per primo si crea la commistione tra politica e magistratura.”

Un passo avanti è rappresentato dalla norma che stabilisce che è possibile un solo passaggio tra PM e giudice. È l’apripista per la separazione delle carriere?

“Sul passaggio di funzioni tra PM e giudice  “Tertium non datur”: o lo si consente sempre oppure mai. Scegliere la terza strada e cioè quella di limitare il passaggio delle funzioni ad una volta sola sembra da parte del legislatore un “vorrei separare le carriere tra PM e Giudice ma non posso altrimenti qualcuno si arrabbia”.

Di Matteo ritiene che la riforma Cartabia sia pericolosa.

“Sono d’accordo con Di Matteo quando sostiene che nessuna riforma deve essere concepita in una ottica punitiva o di risentimento nei confronti dei magistrati i quali non possono e non devono essere ridotti a dei burocrati. Ma è altresì innegabile che sul terreno della valutazione delle attività dei magistrati si tocca il nervo scoperto della magistratura stessa. Basterebbe chiedere al ministro Flick quanto avvenne nel 1996 quando l’allora governo Prodi voleva introdurre il tema delle pagelle: ebbene ieri come oggi la magistratura si schierò compatta contro questa proposta in quanto restia a farsi controllare dall’esterno.”

Dottore, lei sosterrà il Referendum di Giugno?

“Credo che l’uscita del libro IL SISTEMA sia stata per un verso inaspettata e per altro verso traumatica per molti, una sorta di ammissione collettiva del fatto che “il re e’ nudo” e nessuno sarebbe più stato in grado di trovare una coperta per nasconderlo. Dopo di che, a fronte delle innumerevoli richieste – sempre purtroppo rimaste inevase – di istituire una commissione parlamentare di inchiesta per far luce fino in fondo sui meccanismi che hanno regolamentato da sempre il sistema di nomine in magistratura, ecco che si innesta la campagna di raccolta delle firme promossa da Lega e Radicali per i referendum, campagna politica più che lodevole che si è fatta interprete di un malcontento vero sul tema della Giustizia, e che è stata in grado di cavalcare per mesi una istanza di riforma della Giustizia divenuto grazie al libro scritto insieme a Sallusti da tema di nicchia a tema di massa. Mi spiace dover constatare che, intervenendo alla presentazione romana del Libro, Salvini si sia espresso con preoccupazione sui referendum facendo trapelare il rischio che essi non raggiungano il quorum: sarebbe una sconfitta per gli italiani, per la Giustizia, ma soprattutto per quella classe politica che coraggiosamente  ha abbracciato su questo tema sensibile una battaglia di democrazia. In un caso del genere, essendo la riforma della giustizia diventata non più rinviabile, io penso che la spinta referendaria possa essere uno sprone per realizzare le riforme tanto invocate.”

Ringrazio Luca Palamara per la piacevole conversazione.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.