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Peretti, Europa Verde: La Peste Suina Africana si combatte con il contenimento dei cinghiali

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“La Peste suina Africana si combatte con metodi di contenimento efficaci ai cinghiali: massima attenzione alla razza suina Casertana”.

Sull’aumento dei casi di Peste suina africana (Psa) interviene il CoPortavoce regionale della Campania di Europa Verde Vincenzo Peretti

Una dopo l’altra tutte le regioni si preparano a fare la propria parte per arginare la Psa. Dopo i temibili focolai localizzati tra Piemonte e Liguria, l’attenzione si è spostata sul caso di Roma, dove il ritrovamento di un cinghiale morto affetto da Psa, mette a serio rischio anche la suinicoltura campana.

Sono tante le regioni sul piede di guerra. Diverse hanno seguito la sola strada dell’abbattimento indiscriminato dei cinghiali per ridurre la popolazione ed impedire che la malattia trasmessa ai suini dilaghi.

In attesa che anche la Regione Campania intervenga in maniera più efficace, arriva un suggerimento da parte del CoPortavoce regionale della Campania di Europa Verde Vincenzo Peretti: “Seppure non sia una zoonosi, e quindi non si trasmette all’uomo, è una malattia che passando dal cinghiale al suino, può generare un impatto devastante sugli allevamenti suini con i conseguenti blocchi negli scambi commerciali e danni ingentissimi per l’economia del nostro Paese. Non a caso le prime filiere che hanno espresso timori in merito sono quelle del Prosciutto di Parma Dop e il San Daniele Dop”.

L’attenzione si sposta sulle conseguenze dirette in Campania: “Sarebbe una tragedia per l’antica razza suina Casertana. Patrimonio genetico autoctono irripetibile e non presente in nessun’altra parte al mondo. È fondamentale accelerare per arginare la malattia. Costituire in Regione un gruppo di lavoro, zootecnico/sanitario permanente, non bastano incontri solitari, e prevedere subito ristori a fondo perduto per gli allevatori che dovranno seguire le rigide norme sanitarie di biosicurezza imposte” spiega Peretti.

Non esiste solo una unica soluzione radicale: “Oltre a seguire attentamente tutte le indicazioni sanitarie per arrestare la diffusione sul territorio nazionale della peste suina africana, priorità è intervenire sulla densità della popolazione dei cinghiali. Non è tempo di continuare a dare colpe a chi nel passato ha causato la proliferazione di questo animale, con introduzioni alloctone sbagliate. Serve ora diversificare gli interventi. Anche perché la sola soluzione della caccia fino ad oggi adottata in Regione Campania non ha risolto l’esplosione numerica di questi animali. Come più volte proposto in Assessorato, importante sarebbe il coinvolgimento diretto delle aziende agricole e zootecniche con piani di prelievo e di cattura. Autorizzare gabbie fisse e mobili per prelievo in particolare di subadulti da indirizzare ad allevamento. Inoltre, bene la sperimentazione sulla sterilizzazione. Anche se, secondo alcuni studi, va detto che con la sola sterilizzazione non si osserverebbero riduzioni, nemmeno proseguendo l’azione per anni. Diventa quindi necessario intervenire ora urgentemente sul prelievo. La riduzione generalizzata delle densità di cinghiale andrà perseguita e mantenuta nel tempo, in quanto il rischio PSA sarà prevedibilmente alto anche nel futuro, indipendentemente dal riscontro di focolai” conclude Peretti.


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