Russia – Ucraina. L’Europa torni ad essere mediatrice
“Terza guerra mondiale se la Nato invade la Crimea”.
Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza della federazione russa
“Le conclusioni dei vertici euro-atlantici (nelle loro varie geometrie) oramai si ripetono: più armi agli ucraini, più sanzioni ai russi, più sacrifici per gli europei, più atteggiamenti critici non solo nei confronti del regime ma anche del popolo e della cultura russi (con assurdi conati di “cancel culture”). Con leader oltranzisti come Johnson, che si crede un Churchill redivivo e freme di vedere le truppe NATO entrare in Ucraina o come Biden, sicuro di potere sconfiggere – attraverso l’Ucraina – la Russia, ridimensionandone drasticamente il ruolo sulla scena internazionale. Insomma, più guerra. Ora la Costruzione Europea fu concepita dai padri fondatori per porre fine ai conflitti europei. Questo probabilmente è stato il suo successo più spettacolare: aver garantito un lunghissimo periodo di pace sul continente europeo. Ora però l’Unione Europea sembra avere smarrito quella sua vocazione originaria di pace, conciliazione, diplomazia ed ha abbandonato ogni propensione mediatrice, ritenendo che la sua missione storica sia di sostenere l’Ucraina (paese aggredito) a qualunque costo, pagando qualsiasi prezzo pur di sconfiggere la Russia (paese aggressore). Ma la sua missione storica avrebbe dovuto essere un’altra. Avrebbe dovuto porsi come grande mediatrice sia per evitare la guerra sia- una volta scoppiata – per limitarne la portata ed arrivare presto al cessate il fuoco e ai negoziati. Ma parlo di mediazione vera. Non limitarsi cioè a proporre i buoni uffici”per spingere le parti interessate a sedersi intorno a un tavolo. Parlo di un mediatore che entra direttamente in gioco con un suo piano di pace, con le sue proposte, con una sua visione, che offre garanzie. L’UE del resto avrebbe le carte in regola per farlo, visto che i suoi paesi membri forniscono consistenti quantitativi d’armi alla resistenza ucraina. Se aiuto un Paese militarmente, posso anche avere una parola da dire sulle prospettive politiche del conflitto. Certo, perché un mediatore possa attivarsi, deve avere l’accordo delle due parti in causa. Cosa che per il momento non sembra proprio a portata di mano : l’Ucraina con la sua intransigenza patriottica ( l’unica soluzione è la vittoria) e la Russia con il suo evidente astio – per non dire altro – contro l’Europa. Eppure, eppure… questo dovrebbe fare l’Europa. Cominciare a parlare il linguaggio della mediazione, delle soluzioni possibili, delle prospettive di pace. Tornare alla sua vocazione originaria, costringendo i due paesi a scoprire le proprie carte e vedere qual è il gioco di ciascuno. Fin dove vuole arrivare la Russia? Gli ucraini vogliono finalmente ammettere che in Ucraina ci sono minoranze russe che vanno tutelate? Questo dovrebbe fare l’UE, quale soggetto internazionale che diventa protagonista di una grande iniziativa di pace. Altrimenti dovremo rassegnarci ad assistere all’escalation militare, dovremo accettare grossi sacrifici economici, dovremo ancora vedere stragi e distruzioni in Ucraina , con crescenti pericoli per la pace mondiale.”
Domenico Vecchioni, ambasciatore
Molto saggio Henry Kissinger che guarda oltre il conflitto: “La Russia? Va reintegrata nel sistema europeo”.
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