Il ‘caso’ Meloni: chiedere a una donna di comportarsi da uomo è pericolosa misoginia
di Daniela Portella.
Gli articoli usciti su alcuni quotidiani riguardanti la presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Bali, per il G20, insieme con la figlia di 6 anni, dovrebbero ricevere lo sdegno dell’intera categoria. Se proprio non si vuole riconoscere alla Meloni il merito di non abdicare al ruolo di madre nemmeno quando ha a che fare con i grandi della Terra – che sarebbe il messaggio giusto da dare a tutte le italiane – quantomeno si resti ai fatti .
Il voler criticare a ogni costo la scelta della Meloni vanifica le numerose battaglie portate avanti in questi anni al fine di garantire alle donne il diritto di poter raggiungere successi professionali senza dover rinunciare alla maternità. Chiedere a una donna di comportarsi da uomo, per poi vedersi riconosciuto il proprio ruolo faticosamente conquistato, è becera e pericolosa misoginia. Bisogna continuare a preoccuparsi di portare avanti campagne per estendere il diritto delle donne a vivere la maternità senza che questa implichi la rinuncia alla carriera. Personalmente credo che di tutte le informazioni uscite in questi giorni sulla partecipazione della Meloni a Bali, l’unica notizia in chiave femminile che avrebbe dovuto essere sottolineata – e con orgoglio – è quella che è italiana l’unica donna premier seduta al tavolo del G20. Un esempio per tutte: essere mamma e premier al tempo stesso.
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