Carceri, Di Giacomo (S.PP.) – Video girato nel carcere di Carinola. Non è certo il primo caso
“Il video girato da giovani detenuti nel carcere di Carinola e diffuso dai social non è l’unico caso dell’uso disinvolto del telefonino, specie dalle carceri campane, adoperato per sbeffeggiare lo Stato”. Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo per il quale “parlare di droga e di traffici dalla cella come è accaduto a Carinola diventa un modo per ostentare la propria presenza che, come accade per boss e personaggi di spicco della criminalità organizzata, anche dal carcere attraverso il telefono si trasforma in messaggi e ordini sui territori. Tra i più giovani il fenomeno ha assunto da qualche tempo l’effetto emulazione, secondo una convinzione molto diffusa di restare impuniti. Tra i casi recenti i detenuti- neomelodici che da Poggioreale hanno girato e trasmesso un video-musicale, i video su Tik Tok realizzati dal capo clan pugliese agli arresti domiciliari che con musica neomelodica di sottofondo, in compagnia di altre persone, ha ostentato ingenti quantitativi di denaro in contanti, il “noto” videoclip del rap “Baby Gang” girato a San Vittore. La detenzione in cella è dunque diventata soggetto preferito per usare i social, location per girare persino video-musicali. Ma ciò che più ci sconcerta – continua Di Giacomo – è che solo in queste occasioni i media scoprono l’acqua calda e cioè che nelle carceri sono diffusi i telefonini anche quelli più tecnologici finiti persino nelle mani dei giovanissimi oltre che di boss, capo clan ed affiliati che hanno facile accesso ai social. Mettiamoci semplicemente nei panni di chi ha subito l’uccisione di una figlia, una violenza, una rapina che legge insulti e assiste all’indecoroso spettacolo per rendersi conto del sentimento di forte indignazione e più che legittima rabbia che serpeggia. Per noi – dice Di Giacomo – è il segno più degradante del “buonismo” diffuso nei confronti dei detenuti ai quali è concesso persino di divertirsi con video-sceneggiate, video di musica rap e filmati sui social. Ma attenzione: se per i giovanissimi è “tendenza”, come sostengono magistrati anti mafia in trincea nella lotta alle mafie l’uso dei social è dimostrazione di potere e contiene persino messaggi di comando inviati all’esterno. È anche questo un motivo per rinnovare la richiesta di dimissioni del Capo DAP che sfugge alle proprie responsabilità per i 77 suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno e dall’uso disinvolto di telefonini.
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