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Un tour sul divano per Alex Britti ed è subito blues di qualità al teatro Augusteo

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È partito 30 anni fa con una Fiat Uno rotta per l’Olanda, in cerca di fortuna. La musica gli ha dato poi una nuova famiglia attraverso tutti gli incontri artistici incrociati, tanto da portarlo dopo tempo alla realizzazione di un tour intimo, suonato e cantato su un divano. Alex Britti ha fatto tappa al Teatro Augusteo di Napoli, regalando con chitarra e voce, musica purissima.

L’artista di origini romane si racconta in questa nuova dimensione, tra suoni, canzoni e spaccati di vita: “Roma è  rimasto il posto in cui sono nato – dichiara dal palco – Amsterdam è stata invece, la città che era pronta ai miei esordi, a cullarmi con i suoi ponti, i suoi canali”.

Anche Napoli rientra nel suo battesimo musicale. Britti aveva fin da bambino, un mito tutto partenopeo, Edoardo Bennato, di cui possedeva un poster attaccato alle pareti della sua cameretta. Aveva appena dieci anni Alex e chiese al papà di comprargli la stessa chitarra del suo beniamino. Quel desiderio realizzato lo ha portato poi a suonare con Edoardo, fino a diventargli amico intimo e ad omaggiarlo strimpellando ‘L’isola che non c’è’, ad ogni concerto.

Seduto sul salotto del suo divano, con lampadari a vista sul sofá, Alex adesso elogia con la sua chitarra il jazz, amato ed odiato al contempo, come confessa ai fan: “Il jazz fa bene alla percezione e fa male allo stesso tempo, perché  quando lo ascolti o lo suoni, ti isoli dal resto del mondo ed è aria ed ossigeno puro. È un’isola vera e propria. Il jazz non c’è più in questo momento, ma io esorto i giovani ad approcciarsi ad esso, ma anche a starci attenti”.

Tra parole e musica Britti intesse il suo legame live con il pubblico, al quale ha dedicato anche durante il Covid, una canzone-riflessione che in pochi conoscono, intitolata ‘Una parola differente’. In questo brano c’è tutta l’importanza data alla comunicazione gentile che unisce nonostante le distanze.

La musica di Britti si palesa sempre una culla fatta di suoni aperti come onde che abbracciano i corpi e le anime, pronti a trovare refrigerio dal calore del sole o dal freddo della neve. È un cuscino su cui appoggiarsi mentre si chiudono gli occhi per tuffarsi in un’evasione che non é solo melodia, ma maestria che fa sentire ogni nota in modo differente. Alex é un musicista con la maiuscola; innamorato pazzo di quel che suona. Per questo mette d’accordo fan, colleghi e musicisti, perché nel suo giro di corda ci sono tutti i colori del jazz e di un blues che ti accarezza senza essere invasivo. La sua é musica che diventa narrazione e amplificazione.
L’artista romano é infatti riconosciuto da critica ed addetti del settore, come un signor chitarrista italiano, che non disdegna altri strumenti e si è avvicinato per riconoscimento di valore a molti artisti blues, conquistando  grandi della musica come Paul Jones, Buddy Miles, fino a Billy Preston. Suona con agilità le tante chitarre che ha e compone canzoni per puro divertimento, perché la musica è la sua vera signora. Pertanto l’immagine  del cantautore che resta impressa è ancora quella di un ragazzino di 7 anni che si approccia allo strumento con amore, gioia e venerazione, caratteristiche che Britti ha inteso far ascoltare nel suo primo album strumentale uscito quest’anno e intitolato ‘Mojo’, proponendo un viaggio tra funk, blues e jazz travolgente per estimatori della musica suonata in modo virtuosistico.

 

Foto e video di Arturo Favella


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.