‘Oltre la figura, l’infigurabile’, l’arte di Ciro Cioffi è maieutica del sentimento
Una mostra personale incentrata sulla ricezione soggettiva ed emozionale dell’arte, allo scopo di rendere l’osservatore pieno e solo protagonista dell’opera. Questo è stato l’intento di ‘Oltre la figura, l’infigurabile’, ultima esposizione postestetica dell’ artista Ciro Cioffi, allestita a Saviano, nella sede di Palazzo Allocca. Il pittore e scultore nato ad Ottaviano, trasferisce nella sua galleria pittorica tutti i colori e le manifestazioni degli influssi vesuviani della sua terra. Lo si percepisce chiaramente nelle tele e nelle sculture raccolte sotto un unico titolo: Sensus mentis, dedicata all’immagine che attraverso un’emozione, si eleva a sentimento.
“Mi emoziono facendo emozionare gli altri – dichiara Ciro Cioffi – nel momento in cui trasformo il non visibile, ossia una mia percezione emotiva, su tela o legno, quest’ultima diventa un segno, un tratto che potrebbe sembrare immagine del nulla. Quando però, l’osservatore percepisce un’emozione davanti ad un quadro o a una scultura, ecco che l’infigurabile diventa figurabile”. La visibilità dell’opera necessita dunque di chi scava dentro di essa in modo assolutamente personale”.
Di fatto, analizzando tinte e tratti adoperati in ciascuna opera, prevale una netta istintualità della non prefigurazione oggettivante. Ne deriva un’esigenza pittorica che intende lasciare grande libertà all’interlocutore, l’osservatore del quadro, consentendogli di “tuffarsi” nell’opera facendola propria in modo non oggettivo. Contemporaneamente trasuda da ogni espressione artistica, l’dea di implosione ed esplosione insieme, creando un’armonia di contrari nella distonia che si allontana dalla monotonia espressiva ghettizzante dell’arte. I cinque sensi vengono catturati dalle opere di Cioffi, atte a diventare magma che si espande e versa il proprio calore in ciascuno stato d’animo. Viene in mente dunque, l’idea del caos primordiale che rimescolando, riordina.
Ed è proprio il Vesuvio, insieme alla maieutica socratica, il principio ispiratore di ogni tratto di Cioffi, artista che ha cullato fin da bambino, l’esigenza di riversare su tela, tutto il suo sentire. Si percepisce dunque una bellezza naturale, non forzata in ogni lavoro, atta a trasformare il mistero che travolge, in compagno sublime che accarezza la coscienza emotiva di ciascuno. I colori maggiormente adoperati sono il rosso vulcanico, espressione della passione artistica ed il nero tagliente, in cui Cioffi asserisce di trasferire il suo personale senso di luce. Tali tinte diventano danza e mantello per l’arte che si scopre senza pudore davanti a chi la contempla. Nella dirompenza dei tratti di Cioffi esiste dunque una delicatezza palpabile; quest’ultima abbatte la cecità dinanzi all’opera, trascinando la percezione altrui in un involucro in cui si celano sensazioni avvolgenti.
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