24 Dicembre 2024
Attualità

Festival di Sanremo, Zelensky contro tutti

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Anna Tortora

Zelensky ormai è prezzemolo per ogni minestra. È il protagonista indiscusso da quasi un anno a questa parte e quale migliore “anniversario” se non un un suo intervento al Festival di Sanremo?
Lui, mitico presidente ucraino, simbolo di un popolo invaso dallo zar Putin.
Piovono critiche sul suo comportamento, per alcuni molto superficiale.
Ma nel caso di Sanremo, chi è superficiale lui o chi lo invita? Se di superficialità si tratta.
A tal proposito Carlo Calenda, Azione “Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra.”
Perché? “Perché il contesto non è adatto a spiegare la drammaticità di un conflitto e perché la sua presenza verrà strumentalizzata in senso negativo.”
Poi qualcuno gli dice che Sanremo ha sempre ricordato le vittime di mafia o di violenza, e perché ora non si debba farlo…  Calenda chiarisce “Perché non è un ricordo ma un collegamento con un paese in guerra e perché l’argomento è già stato usato molte volte contro Zelensky.”
E sui social – che divengono un ottimo mezzo di rilevatore sociale solo quando fa comodo – insorgono i cittadini indignati.
Il messaggio è chiaro “No Zelensky a Sanremo”, è stato creato addirittura uno slogan “Boicotta Sanremo con tanto di foto di Zelensky in  maglietta verde militare (il suo outfit standard).
Ecco alcuni dei tanti messaggi social…
“Non si può rimanere inermi , la televisione è pure nostra e non c’è posto per i signori della guerra , ne per Putin ne per Zelenski e né per coloro che vogliono le guerre.”
“Zelensky a Sanremo è la dimostrazione di come si stia trasformando questa guerra in un reality.
Più che trovare la pace, meglio fare qualche ascolto in più in prima serata.
E le persone intanto muoiono.”
E poi Sgarbi “Zelensky usato come velina”.
Nicola Porro” Sanremo festival dell’ipocrisia: Zelensky non c’entra una mazza!”
Insomma, l’epoca di appiccicare ovunque la bandiera dell’Ucraina è durata una stagione. L’eccessiva esposizione di Zelensky ha suscitato l’effetto contrario a quello sperato: lui non piace a tanti. Questa è la verità, metterlo ovunque serve a poco. Che la libertà dell’Ucraina non passi attraverso questa ridicola e dannosa propaganda.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.