Pomigliano d’Arco, Del Mastro scrive ai cittadini
Il Sindaco sfiduciato scrive una lettera aperta ai cittadini, pubblicata a mezzo social.
Lettera ai Cittadini di Pomigliano d’Arco
Cari Cittadini,
mi rendo conto della lunghezza dello scritto, ma mi premeva parlarVi apertamente e con dettagli, a cui l’evanescenza di un video non renderebbe giustizia.
Nell’agosto 2020, fui contattato dalle forze politiche, che hanno creato la coalizione, per propormi la candidatura a Sindaco.
Accettai, ma la mia candidatura, mi dissero, era subordinata alla votazione, a maggioranza, dei rappresentanti di quello che fu chiamato Laboratorio Politico. Si trattava di forze politiche diverse ed eterogenee, un esperimento impossibile, fu detto, ma per Pomigliano, significava il cambiamento rispetto ai dieci anni precedenti.
Poco dopo la metà di agosto, le forze politiche si confrontarono e fui il candidato sindaco più votato da quella maggioranza.
Davanti a circa trenta persone, lo ripeto, rappresentanti di tutte le forze politiche, fui proclamato candidato della coalizione.
Da lì cominciò la campagna elettorale, i cui esiti ben conoscete. Sono stato eletto con 11.664 voti.
Pertanto, sgombro subito il campo da equivoci sordidi sui quali si continua a fare basse insinuazioni: nessuna decisione calata dall’alto, nessuno venuto da Roma a imporre la mia candidatura.
Del resto, non ero e, al momento, non sono rappresentante di nessun partito.
Oggi, non senza rammarico, quella esperienza di governo cittadino si è conclusa. Di questo, di non avere portato a termine il mandato che mi avevate affidato il 4 ottobre del 2020, Vi devo innanzitutto chiedere scusa.
Venerdì scorso, alle ore 15.06, l’ex consigliera Marianna Manna (la quale una volta scriveva “i vigliacchi vanno dal notaio”), ha protocollato le dimissioni, appunto davanti a un notaio, dei seguenti consiglieri:
Maurizio Caiazzo,
Giuseppe Cantone,
Salvatore Coppola,
Giovanni D’Onofrio,
Domenico Leone,
Marianna Manna,
Elvira Romano,
Giovanni Russo,
Giovanni Sgammato,
Raffaele Sibilio,
Giacomo Stringile,
Angelo Toscano,
Franca Trotta.
Alle loro dimissioni vanno aggiunte quelle del Vicesindaco Eduardo Riccio, che detiene ancora la carica di Segretario del PD Cittadino, anche se ben tre consiglieri dello stesso partito su quattro erano all’oscuro delle sue trame. Giovanni D’Onofrio, il quarto consigliere, ha firmato le dimissioni. Ai tre che sono stati accanto all’Amministrazione fino alla fine (Vincenzo Libio, Danilo Mazia e Giuseppe Toscano) va il mio riconoscimento e quello di tanti cittadini che credono nei valori di un partito dalle salde radici, che a Pomigliano non può non essere ben rappresentato.
Aggiungo anche che, dopo appena un’ora dalle dimissioni dei summenzionati, anche l’ex Assessore Salvatore Esposito, che pure fino alle 14.45 era stato insieme a me a sostenere la nostra posizione, a rassicurarmi che qualche consigliere di opposizione non avrebbe firmato le dimissioni e a perorare la causa dell’Amministrazione a salvaguardia della Città, si faceva scrivere un post di segno del tutto opposto, prendendo le distanze dal mio operato che, fino a meno di un’ora prima, aveva fortemente appoggiato. Io non mi sono mai comportato così né con lui né con i suoi referenti. Ovviamente, anche questo faceva parte di un piano ben premeditato.
Tra poco potrete scoprire da che parte si è schierato e verrà a chiedere il voto a molti di Voi.
Ho riportato i nomi di tutti, infatti, perché, già da domani o dalle prossime settimane, leggerete questi stessi nomi allo squillare dei vostri telefoni, rivedrete molti di loro bussare alle vostre porte, offrirvi il caffè nei numerosi bar cittadini, promettervi i vantaggi più mirabolanti in cambio dell’apposizione del loro nome sulla scheda elettorale che andrete a barrare nella prossima primavera.
Devo anche ricordare, però, i nomi di coloro che non si sono prestati a questo esercizio di barbarie politica e che hanno voluto, fino alla fine e per il bene della Città, continuare a sostenere la mia Amministrazione o, quanto meno, a metterla democraticamente in discussione. Li ringrazio vivamente:
Antonio Avilio
Filippo Beneduce
Salvatore Cioffi
Vincenzo Libio
Danilo Mazia
Raffaella Morra
Federica Passariello
Alessandro Salvi
Antonio Toscano
Giuseppe Toscano
Vera Toscano.
Dei tre del PD ho già detto. Mi preme sottolineare il nome di Antonio Avilio, perché il gruppo Rinascita, pur stando all’opposizione, da subito ha rifiutato la strada dell’infamante firma davanti a un notaio (“solo i vigliacchi vanno dal notaio”), per suggerire, al contrario, la convocazione di un Consiglio comunale che, probabilmente, non avrebbe evitato la caduta del governo, ma avrebbe almeno dato la possibilità di praticare un sano dibattito politico che è alla base di ogni forma di democrazia. Tante associazioni e personaggi cittadini, che ringrazio, avevano espresso lo stesso desiderio. Anche IdeaPomigliano, gruppo civico formato da persone di grande energia e determinazione e Insieme per il Futuro (al netto dell’ex Assessore che non si è consultato col gruppo) hanno mostrato fino in fondo la loro lealtà e onestà intellettuale.
A questi nomi, devo affiancare anche quelli degli assessori Anna Fiore, Filomena Iovine e Domenico La Gatta, che, insieme al Presidente del Consiglio Cioffi, sono sempre stati presenti e attivi per scongiurare il baratro nel quale si è stati capaci di trascinare la Città.
Su Cioffi devo aggiungere che la caduta del governo cittadino ha generato, a catena, anche la perdita del ruolo di delegato all’edilizia scolastica nella Città metropolitana di Napoli, ruolo che Cioffi aveva ottenuto alle scorse elezioni metropolitane con grande sacrificio e lavoro di tanti di noi e stava svolgendo con cura e dedizione: centinaia di scuole riparate, progettazioni, finanziamenti. Tutto buttato al vento. Ovviamente anche questa è una perdita esiziale per la Provincia e per la nostra Città.
Anche questa manovra fa parte di una trama più ampia.
Mi sento in dovere di spiegare in dettaglio e con chiarezza, a tutti, ma innanzitutto a Voi cittadini, che mi avete affidato un mandato così delicato, come si sono svolti gli avvenimenti che hanno portato alle dimissioni dei Consiglieri.
Circa una settimana fa, due forze politiche, Pomigliano2020 e Nuove Generazioni, nello stesso momento (!), hanno comunicato l’uscita dalla maggioranza. Ovviamente, la firma di questi quattro consiglieri di maggioranza (Manna, Angelo Toscano, Sibilio e Cantone), unita a quella dell’instabile D’Onofrio (PD) e la presenza di otto (su nove) consiglieri di opposizione (ai quali non pareva vera un’occasione del genere), ha reso possibile la caduta dell’Amministrazione. So di Consiglieri di opposizione che non erano propensi a firmare e che sono stati invitati, anche da chi mi stava vicino, a farlo.
L’ultimo nome, quello di Franca Trotta, come si può vedere, è stato addirittura apposto a penna, prima di essere controfirmato.
Una corsa contro il tempo per evitare che la coscienza potesse farsi avanti.
La trama è stata coordinata e sapientemente pilotata da chi, con ogni probabilità, si presenterà a Voi come prossimo candidato Sindaco, Eduardo Riccio, con il concorso esterno di Salvatore Esposito (e di chi evidentemente lo sostiene) e di alcuni personaggetti cittadini, forse delusi per l’esaurimento delle fonti a cui gli era stato permesso o promesso di abbeverarsi (partecipate, fondazioni o altro) o per non aver ottenuto, in questa Amministrazione, poltrone e prebende a cui aspiravano (anche questi già li vedete all’opera).
Il momento in cui questo attacco è stato congegnato non è casuale: la legge prevede, infatti, che se il mandato del Sindaco ha termine entro il 24 febbraio (circ. 10/2022 del Min. Interni), le elezioni per il nuovo Sindaco avranno luogo nella primavera dello stesso anno. Contrariamente, ciò sarebbe accaduto nella primavera dell’anno successivo, facendo fallire il progetto.
Allo stesso modo, siamo a poche settimane dal Congresso cittadino del PD: il meccanismo innescato potrebbe ingerirsi anche di questo delicato momento del partito. Bisogna rifondare questa forza essenziale del panorama politico cittadino.
ll nuovo soggetto politico (di questo si tratta) desidera andare immediatamente alle elezioni e vincerle, anche perché crede di impedire ad altre forze politiche (che, a mio avviso, non sono così sprovvedute) la necessaria riorganizzazione per una sana competizione elettorale nel 2024.
A farne le spese è Pomigliano: non solo queste azioni rallentano e, in qualche caso bloccano i servizi e i progetti che stavamo portando avanti, ma soprattutto impediscono l’attuazione delle gare legate al PNRR (la maggior parte delle quali devono essere espletate entro il 31 marzo). Si tratta di circa 40 milioni di euro che abbiamo raccolto e che devono essere subito impegnati. Il rischio è la perdita dei finanziamenti. Strade, scuole, villaggio sociale, tutto è a rischio. In particolare, i Piani PUI (Piano Urbani integrati) devono essere svolti insieme a quelli delle altre città della provincia, pena la perdita dei finanziamenti per tutti i progetti ammessi. Anche le altre Città, dopo Pomigliano, quindi, non potranno attuare i loro progetti.
L’irresponsabilità e la tracotanza di certi soggetti non hanno limiti. Non si possono perdonare simili gesti, Voi non potete perdonarli.
Ma facciamo ancora un salto indietro:
un mese fa, le dimissioni volontarie, per motivi personali, dell’Assessore Sautariello, avevano accelerato la necessità, da parte di una di queste forze politiche, Pomigliano2020, di “ritirare” rapidamente l’Assessore all’Ambiente che aveva espresso, con lo scopo di vedere l’Assessorato “rimpolpato” con più deleghe, prima che io potessi affidare le deleghe di Sautariello (avvocatura, personale, partecipate, patrimonio) a un nuovo Assessore. Questo progetto prevedeva che alla delega all’ambiente fosse aggiunta quella alle Società partecipate, in modo da poter controllare direttamente, in un unico assessorato il ciclo dello smaltimento dei rifiuti. Su questo tornerò più avanti.
Già questo si configurava come un atto politicamente vile, non solo nei confronti delle altre forze, ma soprattutto della Città intera che ci aveva eletti affinché, prima di tutto, fossimo artefici di un cambiamento nei modi di pensare e di agire.
Sono sempre stato dispostissimo a modificare l’impianto della Giunta e delle deleghe, ma solo a patto che TUTTE le forze politiche che mi hanno sostenuto fossero in accordo. IdeaPomigliano, il PD e Insieme per il Futuro non condividevano questo schema di Giunta!
Va da sé che l’ambiente è uno dei temi più importanti della Città: tra 10 giorni partirà la riforestazione urbana con 460.000 euro di nuovi alberi piantati in Città (con il rifacimento dei Giardini d’Infanzia). In bilancio, se l’avessimo approvato, avremmo appostato i fondi per l’acquisto di quei varchi che avrebbero ridotto drasticamente il numero delle auto nel centro Città, con conseguente riduzione delle polveri nell’aria. E c’è l’annoso progetto dell’impianto di compostaggio dei rifiuti, sul quale ho imposto severe verifiche (cf. nota 2/2022), affinché la costruzione fosse subordinata alla sicurezza dei cittadini.
Ma l’ambiente costituisce anche un tema delicato da un altro punto di vista: di certo sarebbe stato imbarazzante se fosse diventato Assessore all’ambiente chi è in forte contatto con la più grande società di smaltimento rifiuti del territorio (che riceve dal Comune diversi affidamenti), o, peggio, se il proprio partner politico è (o è stato) l’avvocato difensore di quella stessa azienda.
Ho cercato solo di evitare queste storture e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Ma coloro che hanno fatto cadere l’Amministrazione, ribadisco, sono le stesse persone che verranno a casa Vostra a chiederVi di votarle.
Del resto, questa mentalità da prima repubblica è già risultata chiara, da parte della stessa forza politica, nella gestione disastrosa della Pomigliano Infanzia, di cui aveva espresso il presidente (eletto nella stessa lista) e di cui aveva militarizzato l’impianto con proprie persone in ogni angolo, costringendo all’inattività e alle dimissioni il povero direttore. La qualità del servizio ne ha risentito. Anche di notte sono andato nelle scuole a vedere personalmente le condizioni (e il buon ex Assessore La Gatta può testimoniarlo). Sembra che, fino alla scorsa settimana, sapendo quanto stava per accadere, abbiano fatto però, ancora assunzioni, senza risolvere i problemi reali della Fondazione.
A tale proposito, proprio nei giorni scorsi, mi è giunta una lunga e motivata lettera di tanti genitori che chiedevano il rinnovamento della governance e di moltissimi altri che stanno ritirando i loro figli dalla scuola o che non li iscriveranno agli anni successivi.
Stavo per agire, anche questo mi è stato impedito da chi è andato “vigliaccamente” da un notaio.
Mi raccomando, state attenti quando queste persone, tra un mese verranno a chiedere il Vostro voto.
Purtroppo “questa era la legna” (come diceva sempre uno dei consiglieri dimissionari). Nell’Ente locale, a differenza dell’azienda, i partners (cioè i consiglieri) non si scelgono e si è costretti a lavorare con persone talvolta scadenti, umanamente e professionalmente.
In questo è fondamentale il ruolo di chi vota, di chi può scegliere e Voi potete farlo.
Un altro motivo che ha portato all’insoddisfazione di queste persone è la palese difficoltà di poter guidare a comando le nostre società partecipate. Esse, a tutela dei lavoratori, delle finanze e degli enti, sono state colpevoli di non aver “risposto” a chi politicamente ne orientava le azioni. Solo a titolo di esempio, sembrò un abominio il fatto che un Presidente avesse chiesto a un’agenzia interinale la selezione di dieci lavoratori, piuttosto che gestire “all’interno” quella stessa selezione. Allo stesso modo, un CdA che ha scoperchiato debiti pregressi per più di un milione di euro, non poteva certo tacerli, come aveva ben fatto chi li aveva preceduti.
Tale malcontento ha fatto nascere in questi soggetti delusi (da scelte che loro stesso avevano caldeggiato!) il desiderio di nuove ri-generazioni e posizioni, magari un assessorato o la presidenza del consiglio. Trattasi di legittime aspirazioni di chi fa politica, questo è certo, ma io avrei potuto accogliere delle istanze simili solo a patto che TUTTE le forze politiche fossero concordi. Mi avete scelto per essere il garante di una coalizione, composta da forze diverse e a tutte ho concesso le stesse tutele e possibilità.
Mesi fa gli stessi attori della maggioranza, riunitisi platealmente per una settimana in un hotel cittadino, pensarono di sottopormi dei “desiderata” da discutere insieme per modificare il nostro assetto organizzativo e ribadire alcuni punti programmatici. Ne ero felice. Mai un solo foglio, firmato da tutti, mi è stato recapitato. Non c’era accordo. Alla fine, i soliti personaggi, artefici della fronda, gli stessi che voterete in primavera, hanno pensato bene di cercare di imporsi, con la loro presenza ingombrante, cercando di schiacciare le altre voci dissonanti. Ho rispettato fino in fondo la parte sana del PD, la civica IdeaPomigliano e il gruppo consiliare Insieme per il futuro. E questo non poteva andare bene a chi la Città doveva letteralmente conquistarla.
Quando ho incominciato a impedire ciò che mi si voleva imporre, si è provato ad alzare la posta in tutti i modi: con l’attacco in Consiglio comunale, boicottando l’azione amministrativa, o peggio mettendosi in piedi sull’uscio del Consiglio comunale, minacciando di far saltare il numero legale in aula, come ha fatto uno dei firmatari di maggioranza del documento di dimissioni, mentre veniva approvato il pagamento degli stipendi pregressi dei funzionari della Fondazione Officina delle culture (i filmati sono a disposizione di tutti).
Nel tempo, mi sono reso conto che i principi su cui era fondata la coalizione erano scomodi per una parte della mia stessa maggioranza.
È scomodo un Sindaco che ha detto no alla cementificazione selvaggia e che ha incentivato l’ufficio tecnico a vagliare con serena, ma rigorosa, obiettività i permessi a costruire. È scomoda un’Amministrazione che non ha costretto alle dimissioni il Segretario comunale, rea di aver applicato le norme in maniera troppo severa. È scomodo un Assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici troppo solerte. E proprio la cara Filomena Iovine, una grande donna e una professionista seria, insieme alla Dirigente Lucia Casalvieri, sono stati i bersagli privilegiati dei colpi di una certa politica. Per i primi due anni il rigore che ci siamo imposti e che la Città chiedeva a gran voce poteva andare bene a tutti, o quasi a tutti, ma dal terzo anno in poi c’era da riportare nell’alveo elettorale tanti votanti ai quali “le risposte non erano state ancora date”. Si è cercato (invano) di imporre a dirigenti scomodi obiettivi troppo “sfidanti” (come si dice in gergo), nella vana speranza di metterli fuori gioco; si è provato a intervenire nelle attività dei singoli dirigenti; l’attività di alcuni assessorati è stata volutamente rallentata per mettere in cattiva luce e sminuire l’operato dell’Assessore, in attesa del “cambio” o perché non veniva dalla propria “corrente”.
Tutto questo era diventato inammissibile per me: ho cercato di raggiungere tanti obiettivi e per farlo ho tollerato queste forme di risentimento fino a quando ho potuto ed era possibile, ma, ad un certo punto, quando i rischi (per le qualità dei servizi e per le persone) sono diventati troppo elevati, e, soprattutto, quando una parte della maggioranza apertamente non si è dichiarata d’accordo con la prepotenza dei singoli che pretendevano di decidere per tutti, ho deciso io stesso di non dare seguito a queste azioni e a tali richieste.
D’altra parte, chi voleva raggiungere ugualmente gli obiettivi che si era prefissato, ha colto la palla al balzo per unirsi all’opposizione che, come è naturale, aspettava solo l’occasione propizia. A loro si sono aggiunti, in cene e ritrovi pseudomondani, i tanti delusi che ogni mattina ronzano senza meta intorno a Piazza Municipio, alcuni dei quali, delusi da se stessi e dalla loro misera esistenza, fin dal 2021 hanno pensato di invadere la Città con manifesti sgrammaticati e sibillini contro di me e, nell’ombra, hanno preparato un golpe che, sebbene con difficoltà, e solo grazie al colpo di grazia di un assessore che credevo essermi amico, è ben riuscito.
Da questo nucleo nasceranno le nuove liste elettorali.
Non sono stato ai giochetti di chi ha creduto di poter fare il politico navigato sulla pelle dei cittadini, mentre dovrebbe ancora imparare a stare al mondo e a misurarsi con la responsabilità di governare una Città. Ho camminato con la scorta, ho ricevuto pallottole e lettere minatorie in questi anni, ingiurie indicibili a cui non ho risposto per non cadere nel tranello e, orgogliosamente, non ho mollato e ho lavorato per la Città.
Punto per punto posso ribattere alle infamità e falsità che sono state dette e scritte.
È proprio vero, “Solo i vigliacchi vanno dal notaio”.
Aggiungo che chi ha dato la spallata finale all’Amministrazione (qualcuno lontano da Pomigliano, qualcuno che, pur trovandosi a Pomigliano, si professava mio leale amico, inducendo alla firma qualche consigliere titubante) non ha inferto un colpo a me (cosa che, al contrario, io non avrei mai fatto), ma ha accoltellato la sua stessa Città, quella che ha sempre affermato di amare.
Ecco: questi sono i Vostri “nuovi” candidati. Scegliete bene se votarli tra due mesi.
Purtroppo non ci saranno troppe alternative.
Ho sempre cercato di fare la sintesi e per due anni e mezzo, a rischio anche della salute, ho tenuto insieme una coalizione dalle caratteristiche incredibilmente eterogenee, realizzando progetti, raccogliendo finanziamenti e raggiungendo obiettivi insperati. Avrei potuto mollare io per primo, con le dimissioni, e subito tornare alla mia famiglia e al mio lavoro. Non l’ho fatto solo per senso di responsabilità, per portare avanti quella visione di Città per la quale mi avevate votato. Se mi avessero chiesto le dimissioni sarei uscito ancora più forte, minando le loro possibilità alle elezioni.
L’atto doveva essere eclatante, servivano le dimissioni del Consiglio per potersi mostrare a Voi, più forti, più belli e ripuliti.
A rimetterci, ovviamente, siete Voi; a rimetterci è solo ed esclusivamente Pomigliano.
Per grazia di Dio, proprio il lavoro e la mia meravigliosa famiglia hanno accresciuto il senso del dovere verso i cittadini, a differenza di qualcuno che nella politica vede un trampolino di lancio o, peggio, di qualcun altro che, pur avendo un lavoro e una famiglia, crede che il Comune sia uno sfogatoio per i propri insuccessi personali.
Mi sono impegnato al massimo per Pomigliano, insieme a tante persone serie e oneste che hanno portato contributi importanti che sono sotto gli occhi di tutti e si concretizzeranno sempre di più nei prossimi mesi e anni.
Altri taglieranno i nastri per cui noi abbiamo lavorato.
Quando vedrete una scuola ristrutturata, una strada risistemata (e la famosa rotonda Ponte, già progettate e finanziate!), le fogne a via San Giusto e a Pratola, la centrale della Polizia Municipale, la strada all’interno della Leonardo, chiedetevi da dove vengono i finanziamenti e i progetti.
L’impegno è stato costante, in tanti possono testimoniarlo (contro chi mi diceva che sarei stato un Sindaco assente) e, mi vergogno a dirlo, anche a detrimento di ciò che ho di più caro e importante, la mia famiglia.
In questi anni, infatti, su 28 mesi dei 60 previsti dal mandato, abbiamo raggiunto risultati che, a detta di molti, erano insperati e che non posso elencare dettagliatamente in questa sede: il Piano urbanistico comunale, che la città attendeva da più di 20 anni; la raccolta di circa 50 milioni di euro di finanziamenti (più di 40 PNRR e altri da diversi progetti); un piano delle opere pubbliche enorme, appena messo in atto e di cui si raccoglieranno i frutti nei prossimi anni, soprattutto per strade e scuole (come ho detto, stanno per partire i lavori di fognatura in diverse parti della Città); la sistemazione del patrimonio comunale (e acquisizione di nuovi beni tra cui l’oratorio delle salesiane); l’attribuzione di beni confiscati; il pagamento di milioni di debiti contratti dalle precedenti amministrazioni; il risanamento di enti in difficoltà (basti considerare la Fondazione Officina delle Culture e il successo che sta riscuotendo PomiglianoDanza); abbiamo assunto più di 30 persone nella macchina comunale e sono in fase di svolgimento concorsi per dirigenti a tempo indeterminato e altri funzionari (altro tema molto sensibile).
Abbiamo drasticamente ridotto il contenzioso e digitalizzato la macchina burocratica. Abbiamo assunto assistenti sociali, sette agenti di Polizia Municipale a tempo determinato e altri a tempo indeterminato; abbiamo creato il Centro LGBT, il Centro famiglie e altri Centri di ascolto e aggregazione, abbiamo aumentato il livello di assistenza a disabili e famiglie in difficoltà; abbiamo esteso il beneficio di buoni libro e pasti nelle scuole.
Insomma, centinaia di servizi e attività che solo chi vuole essere cieco non può non avere visto.
Sulla delega alla cultura, che avevo lasciato nelle mie mani, non voglio dilungarmi: abbiamo realizzato più di 300 eventi in due anni, tra concerti, proiezioni, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri, spettacoli per tutti e in tutti i luoghi della Città, dalle periferie al centro. In questi giorni si svolgono gli eventi del carnevale tradizionale pomiglianese, che qualche vecchia volpe, che ha sempre chiesto e ricevuto la manna dal cielo da questo assessorato, si sta già intestando come cosa sua e dei suoi amici.
Abbiamo realizzato diversi Festival, tra cui il FLIP, Festival della Letteratura Indipendente che in soli due anni è riuscito a diventare un punto di riferimento internazionale.
Abbiamo contribuito a portare a Pomigliano una famiglia afghana in pericolo di vita, perseguitata dal regime talebano; abbiamo accolto e ospitato centinaia di profughi ucraini durante le prime fasi dell’odiosa guerra. Quando penso solo a questi ultimi due risultati sento di aver fatto la cosa giusta.
Ecco, questo è l’immobilismo, l’autoreferenzialità e l’inefficacia di cui mi si accusa.
Tutto quello che ho fatto l’ho condotto nella direzione che Voi cittadini, mi avevate indicato in campagna elettorale. Ho commesso errori, forse tanti, ma ho agito; talvolta nel silenzio e senza un’adeguata comunicazione, ma ho provato a creare delle basi. Ho seguito il programma stilato con Voi, anche se, per portarlo a termine, serviva più tempo rispetto a meno di mezzo mandato che ho ricoperto.
Ringrazio quanti tra Voi, tantissimi, in queste ore mi stanno chiedendo di ricandidarmi, di vincere questa prepotenza e di tornare a governare più forte di ieri con accanto persone serie e oneste. Se mi candidassi, sono certo che avrei l’appoggio di tantissimi di Voi, di tanti che mi scrivono in queste ore e a cui chiedo scusa se non sono riuscito ancora a rispondere.
Servono più di 10.000 voti e la Città, come appare evidente, è completamente dilaniata.
Faccio mio il monito del Presidente del Consiglio Salvatore Cioffi, a cui rivolgo un saluto affettuosissimo e perché, a differenza di qualcun altro, c’è stato anche dopo le 14.45 di venerdì.
È il monito che lui ha rivolto ai giovani: nelle Vostre mani è il futuro del mondo e, in piccolo, di questa Città. Solo il Vostro impegno e la vostra freschezza possono portare una ventata di novità in un panorama che resta, al giorno d’oggi, desolante.
A Pomigliano bisogna ricostruire la politica, quella tradizionale di sinistra e di destra, ma soprattutto quella civica, partendo dalle idee e da persone libere da legami e condizionamenti. Noi l’abbiamo fatto, ma non tutti quelli che mi hanno sostenuto si trovavano nella medesima condizione. E si è visto. Purtroppo, se avessimo fatto diversamente, non avremmo avuto i numeri per vincere, andare in Consiglio e provare a cambiare le cose.
Alla fine di questa esperienza desidero ringraziare tutti i dipendenti comunali. Ho adoperato con ognuno di loro una condotta mite e comprensiva e anche di questo sono stato accusato. È questione di carattere. Avrei dovuto fare come qualcuno che minacciava i dipendenti che non facevano quello che gli veniva richiesto (e, purtroppo, forse tornerà presto a farlo, con maggiore prepotenza, se verrà rieletta/o). Quell’atteggiamento non è nel mio stile, non sono stato educato così. In ogni caso, ho ottenuto tanto da ogni funzionario, prima di tutto sul piano umano, e di questo li ringrazio vivamente.
Ringrazio il mio staff, disponibile a ogni ora, in ogni giorno della settimana. Al di là dello splendido lavoro, abbiamo creato una famiglia e l’Ufficio del Sindaco era diventato un luogo di incontro, di scambio di idee e di crescita.
Rinnovo le mie scuse ad Anna, a Flavio e a Dalia per tutto il tempo che ho sottratto loro. Cercherò di recuperare, anche se non è facile. È difficile essere un buon padre di famiglia così come è difficile essere il padre di una comunità.
A Voi, ad ogni singolo cittadino di Pomigliano d’Arco rivolgo un caloroso saluto.
Anche se non tutti siete riusciti a percepirlo, il mio affetto per ognuno è grande e indelebile.
È il sentimento che mi lega alla nostra Città, alla nostra Pomigliano.
Gianluca Del Mastro
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