24 Novembre 2024
Sport

Il Napoli non si ferma più. Dominio totale ad Empoli nonostante l’inferiorità numerica

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di Luca Muratgia.

Non c’è stanchezza post Champions che tenga, gli azzurri sbancano Empoli con una prestazione formato Francoforte consistente in un dominio totale, con la squadra di casa costretta nella propria metà campo per circa tre quarti di partita. Eppure la trasferta in Toscana si presentava particolarmente delicata ed insidiosa proprio perché il Castellani ha sempre rappresentato per i partenopei uno stadio poco amico con una sola vittoria rimediata  fino ad ora nel campionato 2016/2017 e un corposo numero di bocconi amari. L’Empoli inoltre rappresenta una compagine particolarmente ostica da affrontare, ben allenata da un allenatore emergente come Zanetti bravo nell’organizzare una disposizione tattica compatta e corta, capace di difendersi con efficacia e ripartire velocemente con il talento di elementi giovani che stanno acquistando meritatamente le luci della ribalta e che presto faranno parte di rose molto più competitive come Parisi e Baldanzi, vere e proprie rivelazioni del campionato. Altro elemento di spicco della formazione empolese è rappresentato dal portiere Vicario, già nel mirino di importanti club europei tra cui proprio il Napoli. Le difficoltà del match si sono parse prevedibili già considerando la partita di andata dove gli azzurri ebbero la meglio con grande difficoltà al Maradona con l’incontro sbloccato nel finale con un rigore di Lozano. Del resto proprio l’Empoli ha creato importanti difficoltà a tutte le grandi andando addirittura a vincere a San Siro contro l’Inter e recuperando in dieci minuti il doppio svantaggio contro la Lazio di Sarri all’Olimpico.
Come sopra detto la partita non ha avuto sussulti imprevedibili, le uniche difficoltà il Napoli se le è create praticamente da solo.
Già perché dopo aver sbloccato il risultato grazie ad una sfortunata autorete di Ismaijli su colpo di testa di Di Lorenzo, e dopo aver raddoppiato poco dopo con il solito implacabile, rapace Osimhen che si avventa famelicamente su una respinta di Vicario su un diro a giro di Kvaratskhelia, i partenopei si mostrano sciuponi fallendo in serie gol a ripetizione, con Osimhen che a tu per tu con Vicario si fa deviare in corner il tiro a botta sicura e con Kim, la cui deviazione aerea sugli sviluppi di un calcio d’angolo, carambola prima sulla traversa poi sul palo. Il copione del secondo tempo non cambia con gli azzurri assoluti padroni del campo e con la sensazione inevitabile che basterebbe davvero poco per affondare il colpo di grazia che avrebbe archiviato definitivamente la pratica. Perché amministrare tenendo sempre in partita la squadra avversaria può rappresentare un rischio in quanto possono subentrare dei colpi di scena capace di sovvertire quello che pare l’inevitabile decorso dell’incontro. E il colpo di scena sembra esserci quando, a seguito di uno scontro di gioco, Mario Rui, da terra, scalcia il subentrato Caputo nelle parti basse  inducendo l’arbitro Ayroldi, dopo essere stato richiamato dal VAR, ad estrarre il cartellino rosso. 

Proprio in questa circostanza gli azzurri confermano, qualora ce ne fosse bisogno, la loro disarmante grandezza e consapevolezza, riuscendo nell’impresa di continuare a dominare l’incontro nonostante l’inferiorità numerica e continuando a creare occasioni da rete, a Spalletti è sufficiente sostituire Lozano e Kvaratskhelia per Oliveira ed Elmas ridistribuendo così gli equilibri e continuando con una padronanza tale che i toscani mai riescono ad impensierire il portiere Meret.
Ora per il Napoli inizia un ciclo di partite dall’importanza determinante, due partite al Maradona contro Lazio e Atalanta, poi la trasferta di Torino contro i granata di Juric ed infine i campioni d’Italia in carica del Milan di nuovo al Maradona. Se il Napoli riuscisse a terminare questo ciclo lasciando inalterati i punti di distacco dalla seconda, ci sarà la possibilità di sbilanciarsi in maniera più evidente, per ora le parole di Spalletti sulla calma e sulla metafora degli “occhiali da fabbro” rappresentano l’unica garanzia per poter continuare a sognare.


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