Caso Miccichè: squallida gogna mediatica
“Ho sempre ammesso di aver fatto uso di cocaina in passato. Ma non l’ho mai fatto da presidente dell’Ars”. Così Gianfranco Miccichè dopo il blitz della Procura su un presunto spaccio di droga nella Palermo bene
Onestamente mi sfugge una cosa… Miccichè sarebbe indagato come se a spacciare fosse lui.
“Come mette giustamente in rilievo il dubbio di ieri a Palermo è stato scoperto un nucleo di spacciatori imperniato sul cuoco di un ristorante, alcuni di essi sono stati arrestati. Siccome tutto ancora funziona come si tempi di mani pulite e ai suoi meccanismi di sputtanamento. La sentenza anticipata con tanto di intercettazioni pubblicate sui principali giornali colpisce Gianfranco Micciché, intercettato anche quando era senatore, che non è perseguito penalmente perché non era certo uno spacciatore, ma è massacrato sul piano mediatico e alla fin fine è l’unico a spiccare nel sistema mediatico. A Gianfranco Miccichè va tutta la nostra solidarietà; aggiungiamo una nostra considerazione.micciche batte i marciapiedi e i livelli più elevati della politica siciliana dal 1994.fu il protagonista del famoso 61 a zero.conoscendo chi ha dominato la procura di Palermo dopo che falcone e borsellino sono stati eliminati nel modo che sappiamo, pensiamo a Caselli, de Matteo Scarpinato, Ingroia… ebbene nella sua qualità di amico di Berlusconi e di massimo dirigente siciliano di Forza Italia, Miccichè deve essere stato rivoltato come un calzino ma non è mai stato neanche sfiorato da accuse riguardanti rapporti con la mafia.viene massacrato adesso per il consumo di cocaina.cosi vanno le cose in Sicilia e in Italia.”
Fabrizio Cicchitto, già parlamentare della Repubblica
Se uno fa uso di cocaina è un problema suo e non dovrebbe essere spiattellato in giro. Detto nella maniera più semplice possibile.
“La divulgazione di intercettazioni telefoniche che mettono brutalmente in piazza la privatissima vita dell’on. Miccichè almeno ci aiutano a mettere ordine nel surreale dibattito che si è aperto da alcuni mesi sul tema.”
Giandomenico Caiazza, Presidente dell’Unione camere penali
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