24 Novembre 2024
Territorio

Tra le macerie dell’alluvione di Casamicciola ad un anno dalla tragedia, sfollati tra speranze e rassegnazione

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di Gennaro Savio

La tragica alluvione del 26 novembre 2022 che ha distrutto parte di Casamicciola alta e provocato la morte di 12 persone, ha irrimediabilmente segnato per sempre tutti coloro che l’hanno vissuta e che, da sopravvissuti, oggi possono raccontare con la morte nel cuore quanto accaduto un anno fa sotto i loro occhi. “Ricordo – ci ha raccontato Ida Trofa – il rumore assordante della montagna che ci cadeva addosso e poi fango, fango ovunque. Quando si è fatto giorno abbiamo visto tutti intorno a noi i corpi delle persone che non ce l’avevano fatta”. “Mio cognato – ricorda Nicola Di Iorio – mi venne a chiamare perché in piazza era successo il finimondo. Poi è sopraggiunta la seconda frana che era più violenta della prima e che ha portato giù di tutto: automobili, massi, alberi e travolgendo muretti e pali della luce. Sono rabbrividito solo a guardarle quelle scene”. In questo scenario di morte e distruzione, c’è chi per forza di cose come Giovanni Monti deve recarsi tutti i giorni nella parte alta del Celario per dare da bere e da mangiare agli animali. A due passi dal Celario, dove con estrema riservatezza una delegazione di volontari della Forio GB si è recata a deporre un fascio di fiori, in una deserta piazza Maio, un albero di Natale è stato sistemato accanto alla baracca realizzata nel 2017 e all’interno della quale sono conservati dei cimeli appartenuti ai soccorritori giunti qui in quella maledetta mattinata del 26 novembre 2022. Ci sono le magliette utilizzate dai Vigili del Fuoco, dai Volontari della Protezione Civile e dagli Uomini delle Forze dell’Ordine sistemate accanto alla zappa con cui fu ritrovata l’ultima vittima. Accanto questa baracca del popolo, le luci del Bar Monte sembrano voler lasciare accese le speranze di una popolazione messa in ginocchio prima dal terremoto e poi dall’alluvione. “Il Bar Monte – ci spiega Ida Trofa mentre sorseggia il caffè – è l’unica attività aperta in questo paese fantasma dove ormai non vive più nessun. Per noi rappresenta un punto di riferimento e una speranza”. Cosa aggiungere. Oltre ad inchinarci con immenso dolore al ricordo delle donne, dei bambini e degli uomini che quel maledetto 26 novembre 2022 persero la vita, esprimiamo solidarietà ai sopravvissuti e agli sfollati nella speranza che un giorno possano ritornare nelle proprie case e poter così riassaporare un minimo di normalità.


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