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‘Le mie orecchie parlano’, il libro di Alessandro Coppola testimonia la resilienza oltre la disabilità

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Ha realizzato un cortometraggio dedicato alla sua storia, ‘Il trionfo non ha sensi’, ed ora ha scritto un libro edito Graus Edizioni ed intitolato ‘Le mie orecchie parlano’. Entrambi i titoli sono evocativi perchè Alessandro Coppola è il protagonista che ogni giorno mostra a se stesso e al mondo, il valore della resilienza.

Dopo aver scoperto una progressiva sordità all’età di tre anni (ipoacusia sensoriale bilaterale), e poi una malattia neurodegenerativa che gli potrà causare cecità definitiva, rispetto all’attuale ipovedenza, Ale non ha rinunciato al sogno di costruire un fulgido futuro e da qui si è impegnato per affrontare cure e coltivare passioni: posa come modello, ama il mondo della recitazione e della comunicazione, scrive e soprattutto parla ai giovani incontrandoli tra i banchi di scuola, nei palazzetti o nei teatri.

Il senso è quello di dimostrare a se stesso e ai suoi coetanei, quanto sia importante la volontà di farcela e la libertà di farsi conoscere e amare per come si è, senza autolimitarsi, o lasciarsi porre dei freni dagli ostacoli della vita.

Per questo ‘Le mie orecchie parlano’ha attirato anche l’attenzione dell’artista più in voga del momento, tra i giovani: Geolier, che ha collaborato con una partecipazione straordinaria al libro di Alessandro Coppola.

In questo titolo, se uno dei sensi, quello della vista, non potrà più essere impiegato, Ale pone l’accento sull’udito che gli ha condizionato la vita fin da bambino; sull’importanza dell’ascolto come nuova porta per aprirsi al mondo, fino a farsi percepire nella sua interezza, per la gioia di vivere che intende divulgare con la sua testimonianza.

Per questo ‘Le mie orecchie parlano‘ non è solo un racconto autobiografico, ma uno spaccato di sensazioni, paure, emozioni e rinascite.

“Ho voluto fortemente il contributo di Geolier che arriva ai giovani con la sua musica, in tutta Italia. Sono felice che abbia creduto da subito nel mio progetto – dichiara il giovane autore – perchè il mio desiderio è di arrivare ai giovani di scuole e istituti penitenziari minorili, per dare il mio messaggio”.

“Stiamo vivendo un periodo storico particolarmente difficile, dove si usano pistole come fossero cellulari, e credo che un prodotto come un libro, appoggiato da un artista giovane, scritto con il linguaggio dei miei vent’anni, possa avere la forza e l’ambizione di sovvertire certe abitudini, lanciando un messaggio incentrato sui valori”, continua Alessandro Coppola.

Dietro questo libro, come ci rivela in anteprima lo scrittore, si cela l’intenzione di creare un progetto più ampio da mettere al centro del mondo della scuola, con il sostegno delle Istituzioni del Comune di Napoli e della Regione Campania.

La sua storia fatta di ostacoli, di momenti bui, ha subito una rivoluzione grazie alle sue passioni. “Voglio testimoniare ai ragazzi che nessuno è perfetto e che ognuno di noi, attraverso le proprie passioni, ha la possibilità di essere ascoltato e di esprimersi come desidera”, ribadisce il giovane scrittore che per la sua disabilità, da bambino è stato bullizzato.

Oggi, grazie alla tenacia, Alessandro, già testimonial Telethon, intende affidare alla scrittura, il potere di arrivare ai lettori di ogni età, creando un coinvolgimento dei loro 5 sensi, lontano dalla passività del loro funzionamento, ma pregno del motore della loro potenzialità, legato fortemente al cuore inteso come sede di volontà, fratellanza e amore per la vita.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.