ERA ORA! Ritorna il Napoli, passerella al Mapei Stadium
di Luca Muratgia.
Il Napoli si regala finalmente una serata degna dei campioni d’Italia e travolge il già claudicante Sassuolo con una prestazione sontuosa, che ha riportato alla memoria giorni strepitosi e neanche tanto datati, al netto dei limiti dell’avversario che sono parsi evidenti. Un Napoli finalmente sceso in campo ritrovando la sua identità che sembrava ormai irrimediabilmente smarrita. Quando ci si riferisce all’identità non ci riferisce solo a quella sia pur esaltate proposta da Spalletti, è dall’avvento di Benitez, sono al riguardo trascorsi ben 11, che il Napoli ha assunto una sua fisionomia senza mai perderla, una squadra offensiva, aggressiva, determinata a controllare e gestire la partita fraseggiando principalmente nella metà campo avversaria, prima con Benitez appunto, il pioniere, l’apripista ad una filosofia di gioco completamente nuova e sconosciuta prima di allora, poi Sarri, con il suo gioco fantascientifico, con Ancelotti e il suo periodo controverso e per certi aspetti oscuro, con Gattuso con alterne fortune e per finire proprio con Spalletti, l’esplosione, la risultante di un’operazione di perfezionamento perseguita nel tempo. In tutto questo periodo, la formazione azzurra ha sempre mantenuto o cercato di mantenere una fisionomia ben definita. Quest’anno, per la prima volta e proprio a seguito della storica vittoria del campionato della stagione passata, questa solida certezza è stata messa in discussione, minacciata dalle problematiche relative a querelle contrattuali malamente gestite, da un mercato estivo sballato e votato al risparmio senza sostituire adeguatamente le figure partenti (sia a livello dirigenziale che a livello tecnico), dai deliri di onnipotenza di chi era convinto di essere l’unico artefice di una vittoria di uno scudetto dopo 33 anni di attesa e di poter quindi gestire una società di calcio a certi livelli da solo, rivestendo figure professionali per le quali occorrono competenze specifiche, per finire a scelte di allenatori cervellotiche da tempo fuori dal giro del calcio che conta.
Ieri si è rivisto finalmente una squadra con le caratteristiche che la hanno contraddistinto da 10 anni a questa parte e che sembravano misteriosamente svanite nel nulla. Già dai primi minuti di gioco la squadra di Calzona assume il completo controllo delle operazioni, sia prima che dopo la rete dello svantaggio subita in verità in maniera tanto fortunosa quanto occasionale. Infatti in due minuti il Napoli la ribalta con due azioni di Spallettiana memoria, nel primo caso Rahmani, servito da un pregevole assist di tacco di Anguissa, sigla la rete del pareggio e poi torna, con la prepotenza che lo contraddistingue Victor Osimhen che tanto, anzi troppo, è mancato a questa squadra, sigla la rete del vantaggio finalizzando in diagonale un’azione costruita in velocità dall’asse Di Lorenzo Politano. Poi il Sassuolo decide di suicidarsi autonomamente confezionando dapprima a Politano (alla fine del primo tempo) e poi a Kvaratskhelia (ad inizio del secondo) due regali sull’uscita dal basso che vedono un unico solo immenso finalizzatore, Victor Osimhen, implacabile. La partita sull’1-4 non ha più nulla da ribadire almeno per quanto riguarda l’esito della contesa. La scena a questo punto se la prende con merito Kvicha Kvaratskhelia, autore di pregevole doppietta, alla Kvaratskhelia appunto, rivendicando un ruolo da protagonista nel corso di una stagione estremamente controversa per lui dove, da in lato non ha reso secondo le sue immense potenzialità, e dall’altro è stato spesso ed ingiustamente criticato perché di giocatori capaci di vincere le partite da soli se ne ricorda uno solo.
Il risultato si chiude addirittura con un tennistico 1-6 che lascia una moderata fiducia per il big match di domenica prossima contro la Juventus. Inutile sottolineare che la roboante vittoria del Mapei non servirà praticamente a nulla se non sarà accompagnata da una continuità ed una regolarità di risultati e di rendimento.
La partita di ieri ha dimostrato che il Napoli può tornare a rivestire un ruolo da protagonista a certi, probabilmente per il campionato questo ritorno di forza potrebbe risultare ormai tardivo considerando che il ritardo dalla zona Champions sembra difficilmente colmabile, non è tardivo invece per la sfida dell’anno a Barcellona dove, un eventuale passaggio del turno, potrebbe cambiare completamente volto alla stagione.
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