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Steve McQueen, “The King of Cool”. Il suo stile iconico detta legge ancora oggi

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Anna Tortora

“Ho imparato che la vita è una strada lunga e difficile da percorrere, ma non bisogna fermarsi o si rischia di rimanere ai margini.”

E lui non è  affatto rimasto ai margini. Steve McQueen è stato uno degli attori più celebri degli anni ’60 e ’70. Dotato di grande fascino ed eleganza, fu soprannominato The King of cool e il suo stile iconico detta legge ancora oggi.
Perché elegante è chi lascia un ricordo di sè per ciò che ha destato nel silenzio, non nel rumore.
Esempio? Gli Occhiali da sole, i nuovi 714 Steve McQueen di Persol… La sua immagine è nelle vetrine dei negozi di ottica ancora oggi!
E poi era bellissimo. Talmente bello che fece dire a me, ragazzina di undici anni – mentre i miei genitori guardavano “La grande fuga” – “Mamma, chi è questo attore, quanto è bello!’ E lei: “Sì, bellissimo. È Steve McQueen. Purtroppo morì giovane, a 50 anni”.
Mi colpì anche il ruolo. Avrò rivisto “La Grande fuga” centinaia di volte e quel suo stile con la faccia convincente, che salva se stesso e gli amici dai tedeschi di Hitler, mi stupisce ancora. Poi, ritorno alla realtà e dico “Era un bravissimo attore!”
Dunque, il quadro che mi feci di lui da bambina cominciò a prendere corpo; ad un dettaglio si sono aggiunti altri dettagli.
Terence Stephen McQueen (Beech Grove, 24 marzo 1930 – Ciudad Juárez, 7 novembre 1980) è stato anche un pilota automobilistico.
“Allievo dell’Actors Studio di New York, fu famoso per il suo atteggiamento spericolato e da anti-eroe, uno dei precursori del cinema d’azione moderno (insieme a Clint Eastwood) e, nonostante sia sempre stato un attore piuttosto problematico per registi e produttori, riuscì sempre a ottenere ruoli di grande rilievo e ingenti compensi.”
“Il caso Thomas Crown” film in cui sfoggia tutta la sua eleganza, interpretando l’ enigmatico, ricco e affascinante Thomas Crown alle prese con gli affari e con Faye Dunaway.
“Cincinnati Kid” dove interpreta l’abile giocatore di poker… Al suo tavolo si vedevano solo i suoi occhi azzurri magnetici!
E poi “Quelli della San Pablo”, “Getaway!’, “Papillon”, “L’inferno di cristallo”, ecc
Ed è “Le 24 Ore di Le Mans” il film per cui Steve ha dato l’anima. Le automobili erano la sua grande passione.
“La sua ultima apparizione sul grande schermo, prima della sua prematura scomparsa, fu nel film Il cacciatore di taglie (1980), un poliziesco con sfumature comiche…
Nel 1979 gli venne diagnosticato un mesotelioma pleurico, un tumore associato all’esposizione all’amianto, materiale spesso impiegato negli ambienti frequentati da McQueen durante la sua vita (navi, studi cinematografici, ambienti motoristici). Morì in una clinica messicana in seguito a due consecutivi attacchi cardiaci, alle 15:45 del 7 novembre 1980, accanto all’ultima moglie e all’istruttore di volo e amico Sammy Mason. Ventiquattro ore prima gli era stata rimossa chirurgicamente una grossa massa metastatica all’addome. Fu cremato e le ceneri furono disperse nell’oceano Pacifico.”
Steve McQueen resta, più di chiunque altro, un mito.
In lui sopravvivono il fascino e l’eleganza maschile.

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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.