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Addio sogni di gloria. Ottavi di Champions, passa il Barcellona. Per il Napoli stagione da dimenticare

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di Luca Muratgia.

Niente da fare, dopo l’1-1 dell’andata al Maradona e dopo le vane speranze alimentate dal momento storico del Barcellona, il Napoli dice addio alla Champions e con essa, al mondiale per club che avrebbe comportato introiti di livello assoluto, che, in vista della ormai prossima ed inevitabile rifondazione, avrebbero consentito alla società di De Laurentis, di proporre una campagna acquisti di tutt’altro livello. Il rammarico più grande è dettato dalla modestia di questo Barcellona in questo determinato periodo storico di rifondazione e ben lontano dai fasti neanche troppo datati che vedevano annoverare tra le fila dei catalani fuoriclasse di livello mondiale come Iniesta Xavi Messi e via discorrendo. Il Napoli con Calzona sembrava aver ritrovato smalto ed equilibrio, si è assistiti, dal suo avvento, a piccoli ma significativi miglioramenti nel tentativo di riportare il Napoli ad un certo atteggiamento sul campo ed a ritrovare un assetto tattico che consentisse ordine ed equilibrio. E il tanto ricercato equilibrio il Napoli sembrava lo stesse faticosamente ritrovando, salvo poi smarrirlo inopinatamente nel momento più importante. Ad di la dei rimpianti per alcuni  episodi relativi a decisioni arbitrali tanto discutibili quanto determinanti e ad alcune occasioni da gol clamorose e non capitalizzate, i catalani hanno meritato la vittoria, hanno legittimato il passaggio del turno nel primo quarto d’ora dove il Napoli non ci ha capito niente e che ha consentito al Barcellona di mettere in ghiaccio il discorso qualificazione. L’avvio per il Napoli è da incubo, zero equilibrio, distanza abissale tra i reparti, praterie lasciate nella propria metà campo. Di questo disordine i blaugrana ne approfittano immediatamente con un 1-2 micidiale che manda il Napoli completamente al tappeto. C’è enorme sorpresa nel evidenziare come Calzona, rinomato per l’applicazione nella fase difensiva abbia compromesso il discorso qualificazione nei primi venti minuti proprio mancando sotto questo aspetto, i due gol subiti hanno denotato delle pecche eclatanti con gli spagnoli liberi in campo aperto di affettare a proprio piacimento la malcapitata retroguardia azzurra. Il primo gol siglato da Marin è stato realizzato con una semplicità disarmante, con il centrocampista catalano libero, al centro dell’area partenopea, di realizzare la rete del vantaggio. Dopo appena due minuti, una nuova micidiale ripartenza, consente a Cancelo di ribadire in rete un tiro finito sul palo e ipotecare in maniera irreversibile il discorso qualificazione. Il Napoli riesce a ritrovare, a seguito dei due ceffoni sopra descritti, una parvenza di equilibrio e il gol di Rahmani, in chiusura di primo tempo, alimenta flebili speranze. Nella fase iniziale del secondo tempo il Napoli esprime il meglio della sua partita, riesce per una ventina di minuti a controllare il gioco e, proprio durante questa fase, Osimhen viene pestato in area di rigore avversaria in maniera anche abbastanza plateale, ma né l’arbitro, né il VAR, evidenziano la necessità di approfondire l’episodio. Dopo pochi minuti Lindstrom, appena subentrato a Politano, di testa a due passi dalla linea di porta avversaria, spreca malamente la rete del 2-2. Sono praticamente gli episodi che decidono definitivamente la sfida. A seguito degli stessi, il Napoli si perde, si disunisce ripercorrendo il brutto copione della prima fase di gioco della partita. Il gol di Lewandosky, viziato anch’esso da un precedente fallo subito da Lindstrom sul quale l’arbitro ha colpevolmente sorvolato, chiude definitivamente il discorso qualificazione. In una stagione del genere che definire fallimentare è poco, epilogo più disgraziato non poteva esserci con l’ulteriore conseguenza che la società di De Laurentis dice addio anche al mondiale per club e, con esso, ai corposi introiti che avrebbero potuto spalancare all’orizzonte ben altri scenari. Ed invece il Napoli si ritrova a marzo senza aver degnamente difeso il titolo di campione d’Italia, fuori dalla coppa Italia dopo le quattro sberle subite al Maradona dal Frosinone, fuori dalla Champions ed un settimo posto in campionato che non garantirebbe neanche l’accesso alla prossima Conference League. Non si conosce, al momento, il valore delle prossime, restanti 10 partite, la speranza di una rimonta in chiave qualificazione alla prossima Champions sembra, al momento decisamente improbabile considerando il percorso intrapreso dal Napoli fino ad ora e considerando altresì, l’andamento degli altri competitor al riguardo; squadre come Bologna, Atalanta e soprattutto la Roma guidata da De Rossi sembrano al momento avere una marcia completamente diversa, è anche vero che tutte e tre dovranno giocare a Napoli ma il Maradona, almeno quest’anno, si è dimostrato un fortino tutt’altro che inespugnabile.


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