Economia

EY, investire sui giovani per costruire il futuro

Condividi

(Adnkronos) – Costruire il futuro del Paese a partire dall’ascolto delle aspettative e delle priorità dei giovani. Questo, in sintesi, il fondamento di EY RiGenerazioni, un progetto voluto da Massimo Antonelli, ceo di EY in Italia e coo di EY Europe West, articolato in cinque appuntamenti nelle principali università italiane con l’obiettivo di aprire un dialogo diretto con i giovani sulle sfide professionali che li attendono. Dal Politecnico di Bari alla Ca’ Foscari di Venezia, dal Politecnico di Milano a La Sapienza di Roma, fino all’Università Federico II di Napoli, il progetto ha coinvolto circa 500 giovani su diversi temi: competenze del mondo del lavoro, sostenibilità, imprenditorialità e nuova imprenditorialità, leadership, attrattività del nostro Paese, soprattutto in ambito lavorativo.  In occasione del roadshow sono stati resi noti i risultati di uno studio EY/SWG sulle aspettative e le priorità di oltre mille giovani italiani tra 18 e 25 anni. Tra i principali dati della ricerca, in tema di prospettive professionali i giovani si dichiarano piuttosto positivi: il 90% si vede occupato entro i prossimi 10 anni, principalmente nel settore privato, mentre il 79% è convinto che la sua professione sarà in linea con il proprio percorso di studi.  In tema di priorità che indirizzano la scelta di un posto di lavoro, emerge la crescente importanza per temi come well-being e work-life balance: il 61% indica come prioritaria la possibilità di lavorare a ritmi sostenibili, anche se la priorità rimane avere uno stipendio adeguato (69% del campione). Sempre in ambito lavorativo, fondamentale per i giovani anche poter crescere professionalmente e migliorare le proprie competenze, una voce indicata dal 59% dei giovani. In questo senso i GenZ contano sul ruolo attivo dei leader delle aziende nel saper formare e trasmettere conoscenza.  “Con il progetto RiGenerazioni – ha dichiarato Massimo Antonelli, ceo di EY in Italia e coo di EY Europe West – abbiamo voluto favorire il dialogo tra aziende e mondo universitario mettendo al centro la Generazione Z. Secondo l’indagine che abbiamo realizzato con SWG, per l’89% dei giovani il lavoro è importante per sentirsi realizzati, ma deve essere vissuto in un’ottica di well-being e work-life balance, priorità oggi per il 61% degli intervistati, insieme alla crescita professionale e alla formazione continua".  "Esigenze nuove – ha spiegato – che si sommano a profonde trasformazioni del mondo del lavoro dovute alla rivoluzione digitale e all’impatto dell’IA, alla transizione ecologica e a nuove forme di leadership. E' quindi fondamentale che governi, imprese e università si impegnino a fornire ai giovani le giuste competenze ed esperienze per diventare i leader di domani. Un progetto che avvicina ancora di più EY ai giovani, dove l’età media è di circa 30 anni, in una logica di ascolto, co-creazione e trasformazione”.  Per approfondimenti:
www.ey.com/it_it/costruire-il-futuro-a-partire-dai-giovani
 —[email protected] (Web Info)


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Redazione

I nostri interlocutori sono i giovani, la nostra mission è valorizzarne la motivazione e la competenza per creare e dare vita ad un nuovo modo di “pensare” il giornalismo. [email protected]