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Vergogna! Umiliazione continua, figuraccia anche al Castellani

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di Luca Muratgia.

Tracollo che sembra non incontrare argini quello del Napoli che viene sconfitto anche ad Empoli contro una squadra modesta ma vogliosa, grintosa e motivata dalla necessità di racimolare punti essendo impelagata nei bassifondi della classifica ed impegnata strenuamente nella lotta per evitare la retrocessione. Ormai le parole per definire questo Napoli, con il suo raccapricciante percorso, sono pressoché esaurite, ma sarebbero comunque inutili, superflue e risulterebbero oltremodo offensive per una squadra che è riuscita ad infangare lo storico traguardo dello scudetto dell’anno scorso. Mai una squadra Campione d’Italia era riuscita nell’impresa di distruggere addirittura il ricordo di quanto di bello ed entusiasmante era creare. Appena un anno fa, i partenopei, nella giornata odierna, vincevano a Torino contro gli “odiati” bianconeri, al ‘93 con il memorabile gol di Raspadori mettendo la parola fine alla lotta scudetto che, in verità, non era mai cominciata. Quel gol rappresentò il marchio definitivo, la ciliegina sulla torta di una cavalcata inarrestabile ed entusiasmante con tanto di delirio al ritorno della squadra all’aeroporto di Capodichino; le scene di entusiasmo all’esterno dello scalo partenopeo, i giocatori al di sopra dell’autobus con tanto di fascia azzurra tra i capelli che festeggiavano con i tifosi, il corteo di motorini sulla tangenziale che “accompagnava” il pullman con a bordo gli artefici di un miracolo sportivo e sociale; sembrano ormai trascorsi decenni, tutto spazzato via dall’avvilente percorso di questo drammatico, vergognoso campionato. La partita di oggi rappresenta la fotografia, l’estrema sintesi della pochezza espressa in tutte le salse da settembre ad oggi; ci si aspettava una reazione dopo l’altrettanto avvilente prestazione di domenica scorsa contro il Frosinone al cospetto di 51.000 spettatori, e invece niente, squadra senz’anima, senza mordente, senza un briciolo di orgoglio e dignità. Il gol incassato dopo appena 4 minuti da Cerri, tanto per citare un esempio emblematico, ha lasciato sbigottiti non solo i sostenitori azzurri, ma gli stessi telecronisti di Dazn, sono parsi interdetti, riuscendo a fatica a trovare le parole adatte per riassumere quanto si era appena consumato sotto i loro increduli occhi. Azione sulla destra con Natan saltato come un birillo, con Lobotka che inspiegabilmente si ferma, consentendo a Gyasi di crossare indisturbato, Di Lorenzo salta a vuoto e Cerri, onesto centravanti di serie B, completamente dimenticato, realizza di testa la rete che si rivelerà poi decisiva. La reazione dei partenopei è inconsistente, lo stesso Calzona nella conferenza a margine della partita contro il Frosinone, aveva dichiarato che i problemi del Napoli riguardavano esclusivamente la fase difensiva, che con riferimento alla fase offensiva, invece, la squadra riusciva a rendersi pericolosa ed a realizzare in discreto numero di gol. Ebbene, anche in codesta circostanza, l’allenatore calabrese è stato palesemente smentito dall’evidenza dei fatti. In realtà, nelle precedenti occasioni, le presunte occasioni pericolose erano state generate, sia a Monza che al Maradona contro il Frosinone, da invenzioni dei singoli e mai dall’espressione di una manovra armonica capace di coinvolgere l’intero assetto tattico partenopeo. Nell’arco dell’intero incontro, infatti, non si ricordano azioni pericolose, neanche un tiro in porta verso Caprile che conclude l’incontro senza neanche sporcarsi i guanti. Non c’è altro da aggiungere, se non l’inevitabile contestazione dei 3.500, esasperati sostenitori azzurri anche oggi, nonostante tutto, erano presenti al Castellani per sostenere la loro squadra del cuore. Un incubo che pare infinito se si considera che nelle ultime due partite, contro compagini del livello di Frosinone ed Empoli, il Napoli ha raccolto addirittura un punto e se si considera che restano ancora 5 partite al termine del campionato, francamente troppe per una tortura che rasenta i connotati del sadismo.


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