21 Novembre 2024
Magazine

‘La dea dello spettacolo’, la vita di Angela Luce in un libro-almanacco dello spettacolo

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La vita di un gigante dello spettacolo napoletano ed italiano in un libro che ne ricostruisce aspetti intimi e professionali da donna e star indiscussa. Angela Luce è ‘La dea dello spettacolo’nelle pagine scritte a quattro mani da Antonio Sciotti e Giovanna Castellano, con Arturo Bascetti Editore.

Diviso in due sezioni, il libro è un vero e proprio almanacco dello spettacolo e conferisce omaggio ed onore ad una artista che è calamita del palcoscenico, amata da addetti ai lavori, dai colleghi, e soprattutto dal suo pubblico.

Di lei qualsiasi cosa si possa dire, non è mai abbastanza. Attrice, scrittrice, cantante, la diva Angela Luce è capace di essere tutto con estrema facilità. La sua innata seduttività risiede nei modi di fare di una donna sempre elegante e vera, in grado di sostanziare una battuta recitata, una poesia scritta o una nota cantata, da vera incantatrice pensante.

La sua personalità è pregna di scintille talentuose. Tutto ciò che ha toccato nella sua carriera si è tramutato in oro e successo. Ha lavorato con i più grandi senza mai ostentarlo, vivendo l’arte in modo naturale, come la più bella delle creature allevate nel suo grembo, nella sua mente e nel suo cuore, al pari di un respiro da restituire alla vita.

Con uno sguardo riesce a disegnare sulla lavagna dell’arte scie di eccellenza, generando compartecipazione nel pubblico che con la sua dote canora e la sua presenza scenica è sempre entrato in un cono di luce particolare: luminoso ed intimo. Una voce pastosa e dolce è diventata miele in musica. Per gli adulti ed i bambini che la ascoltavano negli anni ‘Settanta ed ‘Ottanta, era una occasione eccezionale potersi beare delle sue canzoni che d’altronde, su tutti i palcoscenici, dalla Piedigrotta al Festival di Napoli, fino a Sanremo, conquistavano applausi e favore di critica.

Sapere che il suo talento si è forgiato alla scuola di Eduardo de Filippo che la scelse fin da subito, senza provinarla, è un atto di garanzia data al suo valore. Puntuale, estremamente professionale e soprattutto reale con il pubblico, Angela Luce si è conquistata il titolo di dea e signora dello spettacolo a furor di popolo.

Quando è sul palcoscenico si assiste ad una meravigliosa esibizione che non è mai trasformazione di qualcosa in altro, ma è essenza che pian piano viene fuori dalla mimica, dallo sguardo e dalla bocca della signora Luce.

Pensare che abbia calcato palcoscenici e set al fianco dell’intera famiglia De Filippo con Eduardo, Peppino, Titina, Luigi, Luca, Nino Taranto, Totò, Nino Manfredi, Giuseppe Patroni Griffi, Ornella Vanoni, Aldo Fabrizi, Renato Rascel, Steno, Zeffirelli, Pasolini, Pupi Avati, fino a sedere accanto ad Alain Delon e Richard Burton o Lyz Taylor, rende incommensurabile il valore della sua carriera.

Angela Savino oggi ha 86 anni, come fieramente ribadisce, ma la sua bellezza ed il suo fascino è un fiore senza tempo, che ha i colori del rosa, quello che lei preferisce per gli omaggi floreali, incarnandone la freschezza nel suo atteggiamento di donna ed artista.

Dal debutto in qualità di cantante ad attrice di cinema e tv, fino alla scrittura di poesia, la vita di Angela Luce si è modellata sull’esempio di papà Vincenzo, giovane capo-operaio in un calzaturificio di Varese e di mamma Maria, artigiana di fiori in stoffa che adornavano gli abiti di signore dell’alta società. Ed è questa visione artigianale che nella signora Luce si legge in modo netto, pennellando in maniera indimenticabile sia la ricca discografia su 33, 45, 78 giri e cd, che la sua vis interpretativa in pellicole come Il gioco della verità che le valse nel 1978 il Laceno d’oro, o il David di Donatello con L’amore molesto di Mario Martone, e la nomination ai Nastri d’Argento per La seconda notte di Pupi Avati.

Il libro dedicato alla carriera di una vera stella, è una escalation nel mondo senza frontiere della signora Luce, punteggiato di meravigliose esperienze ed altrettanto indimenticabili creature come la sua ‘Ipocrisia’, testo arrivato secondo a Sanremo, che l’artista ancora canta ad occhi chiusi, riuscendo a far vibrare chi la osserva mentre vive l’arte come mantra e dono della sua vita.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.