G7, verso il politicamente corretto
Al suo secondo giorno, il G7 sembra stia andando bene, Biden si distrae durante il lancio dei paracadutisti, tensione e distacco tra Meloni e Macron, Zelensky sempre a chiedere qualcosa e vestito sempre in maniera inadeguata.
Per fortuna è arrivato il papa al grande evento che, come ben si sa, si tiene a Borgo Egnazia, nel comune di Fasano in Puglia.
Applausi, sorrisi e …
“Ho l’impressione che questo G7 si stia avviando sui binari del politicamente corretto, molto corretto, in linea con il mainstream di un Occidente rinunciatario (nei propri valori), autolesionista (in politica estera) e suicida (negli interessi nazionali). Quindi…condanna d’Israele, legittimazione di Hamas, appoggio ad ogni costo all’Ucraina, nuove sanzioni alla Russia, appropriazione (indebita?) degli interessi provenienti dagli asset russi in Europa per finanziare lo sforzo bellico ucraino, via libera alla NATO per ulteriori iniziative in Ucraina, critiche a Pechino con la velata prospettiva di una futura guerra tariffaria, retoriche considerazioni sull’Africa, trionfo di Zelensky, gloria per la Von der Leyen (che sarà confermata presidente della Commissione UE, verosimilmente con l’appoggio della sua cara amica Giorgia alla quale, in cambio, permetterà un dicastero importante per la sherpa Belloni), ecc. ecc. ecc. Su un solo punto c’è stata discussione : l’aborto. Polemica surreale, prodotta da un Macron in disperata ricerca di consensi in patria (dove l’aborto è diventato un diritto costituzionale) e da una furbata dei nostri sherpa che avevano pensato bene di eliminare del tutto dal comunicato finale la parola aborto, con un evidente arretramento rispetto al testo a suo tempo concordato nel G7 di Hiroshima. Sarebbe bastato invece riprendere il testo di Hiroshima tel quel e si sarebbe evitata una polemica insensata (anche perché in materia il G7 non decide nulla). Straordinaria passerella internazionale, è vero. Momento per colloqui informali tra i grandi della Terra, certo. Occasione d’incontri ai massimi livelli istituzionali, ai quali nessuno vuole mancare, nemmeno il papa. Ma siamo sicuri che questi vertici siano veramente utili all’umanità?”
Domenico Vecchioni, storico e già ambasciatore d’Italia
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