Regione Campania

La Cia alla Regione Campania: Emergenza Cinghiali? Immaginare una filiera di carne di cinghiale

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“La Regione Campania sull’emergenza cinghiali, un fenomeno quasi paragonabile ad una calamità naturale, ha messo in campo tutte le iniziative possibili. Resta la necessità di armonizzare la legislazione nazionale e di affrontare la vera sfida: serve un’azione strategica che tenga conto delle peculiarità della fauna selvatica e delle esigenze degli agricoltori”. Così l’assessore all’agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, ospitato nella sede regionale della Cia Campania per fare un punto sul piano di contenimento e gestione cinghiali. Con lui Raffaele Amore, Presidente Cia Campanai ed il direttore Mario Grasso.
“Noi, fra le altre cose, abbiamo pensato ad un App per monitorare i danni ed assicurato, con il Psr, misure rafforzare la difesa agricoltori. E’ – ha sottolineato Caputo  – una situazione drammatica che da una parte prevede la necessità di protezione di una specie e dall’altra la necessità di evitare danni agli agricoltori”.
Nel corso del confronto con gli agricoltori, l’assessore ha riferito di avere scritto “al ministero per affrontare l’emergenza nei parchi, chiedendo di commissariare i parchi che non collaborano”.
Gli agricoltori, è la riflessione dalla quale parte la CIA, possono difendersi dall’emergenza cinghiali anche tramite l’esercizio venatorio, purché in possesso dell’apposita autorizzazione ed in precisi contesti.
“Apprezziamo il lavoro della Regione, attendiamo che il piano diventi sempre più operativo e rappresentiamo una esigenza: l’istituzione di una filiera di carne di cinghiale. La creazione di una filiera dedicata, capace di recuperare una antica tradizione contadina, permetterebbe di gestire meglio la popolazione di cinghiali, riducendo i danni agricoli e fornendo un prodotto di qualità al mercato” ha sottolineato Raffaele Amore, Presidente Cia Campania.
“Si garantirebbe – ha detto – una soluzione agli agricoltori, sarebbero rilanciate le iniziative di molti agriturismi. Si può fare, inquadrando il contesto normativo e dentro la sfida della sostenibilità”.
L’incontro, al netto della proposta, si è concentrato su una serie di interventi mirati che, secondo gli agricoltori, puntano ad includere e potenziare le strategie di monitoraggio, a prevedere ulteriori misure di prevenzione e controllo, nonché azioni di sensibilizzazione per coinvolgere le comunità locali e gli agricoltori nel processo decisionale. Il documento contenente tutte le proposte di intervento della Cia è stato consegnato all’assessore Caputo al termine dell’incontro, con la promessa da parte di quest’ultimo “a trovare insieme una soluzione”.
Nel documento la richiesta di adozione delle misure previste dal piano, la semplificazione delle procedure di richiesta e attivazione degli interventi di controllo e per l’accesso ai corsi di abilitazione/formazione. Affidamento del contenimento faunistico a società private con fondi regionali, la partecipazione attiva delle associazioni agricole nei GOT (Gruppi Operativi Territoriali). Nelle richiesta ancora di monitorare i dati delle operazioni di abbattimento, l’identificazione dei “distretti suinicoli” per il depopolamento dei cinghiali come previsto dall’ordinanza 2/2024 e di potenziare l’uso delle trappole. E, naturalmente, l’istituzione Tavolo per discutere della filiera Carne di Cinghiale.

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