Cilento Festival – Pollica | Il 28 Saverio La Ruina porta in scena “Via dal popolo” al Teatro Sala Keys di Pioppi
Nuovo appuntamento del Cilento Festival – Pollica, che si svolgerà tra il Castello dell’Abate di Castellabate e il Teatro Sala Keys di Pioppi. Il progetto, giunto alla quarta edizione, è fondato e voluto dal direttore artistico Girolamo Marzano.
Il 28 settembre al Teatro Sala Keys alle 19.15 Scena Verticale presenta “Via del Popolo” di e con Saverio La Ruina. Regia di Saverio La Ruina. Il passo è rilassato, elegante, per non disturbare troppo la quiete di un piccolo cimitero, caratterizzato da alcuni lumini sparsi qui e là.
Parola dopo parola, la memoria del passato viene vivificata grazie a gesti, suoni, frasi a comporre ricordi di un tempo rimasto indelebilmente scolpito nel cuore e nella mente. Ruota attorno al concetto di tempo – esplicitato anche dalla scena, dove campeggia un orologio da taschino che scivola molle sulla superficie su cui è adagiato, forse ispirandosi nelle forme al dipinto “La persistenza della memoria” di Dalì, rielaborato da Riccardo De Leo – “Via del Popolo”, il nuovo lavoro scritto, diretto e interpretato da Saverio La Ruina, che torna alla forma monologante di cui padroneggia stilemi e tecniche, con leggerezza e ironia, delicatezza e garbo. E torna alla sua terra, il monte Pollino, a metà fra il mare dello Ionio e del Tirreno, da cui la famiglia si mosse per raggiungere poi Castrovillari, provincia di Cosenza, casa e dimora anche della compagnia Scena Verticale a cui La Ruina, insieme a Dario De Luca – che dello spettacolo cura il disegno luci – e Settimio Pisano ha dato vita ormai 30 anni fa. Ma la storia che La Ruina racconta e compone sulla scena con maestria e rigore va ancora più indietro nel tempo, da recuperare, da custodire con prezioso riguardo: è un viaggio dagli anni ‘60 ai nostri giorni. La via del Popolo, di cui La Ruina tratteggia storie e volti, quasi fossero i protagonisti di una laica Via Crucis del ricordo, è un tratto di strada che, come molti, un tempo brulicava di attività: due bar, tre negozi di generi alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema… luoghi oggi inghiottiti dal tempo, trasformati in altro oppure desolatamente chiusi. Ma basta poco per rivedere le vicende del passato, ricordarne le storie, le persone, rievocate con dovizia di particolari, leggerezza, ironia e un pizzico di nostalgia da La Ruina che, alla sua, alterna altre voci e altre vite sulla scena, come un mosaico dai mille colori. Un racconto sì autobiografico, quello imbastito con una narrazione leggera e poetica, densa e ricca di sfumature, dal quale emergono, attraverso flash back prima i genitori, poi gli abitanti di quella Castrovillari che accoglie la famiglia La Ruina. Ma anche una porta verso il passato, l’occasione preziosa per osservarne cambiamenti e direzioni. E il fulcro della narrazione è quella via del Popolo crocevia di storie e di vite: ci sono il bar Rio dei La Ruina, il padre Vincenzo e lo zio Nicola, avamposto di libertà e di voglia di trasformazione, dove Saverio ha iniziato a lavorare, le botteghe di generi alimentari, le officine artigianali di fabbri e falegnami, la merceria, il frequentato Cinema Astor col suo proiezionista Giannino, che hanno colorato la vita della strada, sulle note delle canzoni di quegli anni, dai Beatles ai New Trolls.
Nelle serate degli spettacoli al Teatro Sala Keys verrà allestita una mostra di pittura naif e artigianale denominata Croste.
Si ringrazia l’amministrazione provinciale e, nello specifico, il sindaco Franco Alfieri e il delegato alla cultura Francesco Morra per il patrocinio morale.
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