L’abito di San Francesco in mostra a Firenze
(Adnkronos) – "L'ultimo Sigillo: l'abito di San Francesco e un viaggio immersivo dal Monte della Verna alla città di Firenze" è il titolo della mostra che fino al 3 novembre ospita la Sala d'Arme di Palazzo Vecchio a Firenze. L'esposizione, promossa da Comune e realizzata da Muse in collaborazione con il Comitato francescano per l'Ottavo Centenario delle Stimmate di San Francesco, celebra il profondo legame storico e spirituale tra il santuario francescano della Verna e la città di Firenze, attraverso un percorso immersivo che combina storia, arte e religione. La mostra vede proiettato all'interno della Sala D'Arme un video immersivo, realizzato dal regista e videomaker Francesco Cacchiani, che ripercorre gli eventi salienti della storia del santuario e il rapporto tra Firenze e La Verna, luogo in cui San Francesco ricevette le stimmate nel settembre 1224 e che verrà proiettato a 360 gradi all'interno della sala. Il cuore della mostra sarà poi la presentazione del prezioso "Saio di San Francesco", che torna in città dopo esservi stato custodito per circa cinquecento anni. Il santuario francescano posto sul monte della Verna, tra le foreste del Casentino, ha un forte legame con la città di Firenze. Qui Francesco sostò in preghiera silenziosa e ottocento anni fa, nel 1224, avvenne l’impressione delle stimmate, ovvero i segni del crocifisso nelle mani, piedi e costato. Nel 1432 il papa Eugenio IV pose il convento sotto la protezione del Comune di Firenze, che tuttora vive con il luogo un rapporto speciale. L'abito di san Francesco, che torna a Firenze per questa occasione, dopo 23 anni (il saio fu portato a Firenze nel 1503 e posto nella chiesa di San Salvatore al Monte alle Croci. Nel 1571 venne traslato nella chiesa di Ognissanti, per tornare alla Verna nel 2001: qui è conservato presso la cappella delle reliquie nella basilica dell’Assunta) non è un abito monastico. È un abito grezzo di lana, simile a quello dei poveri e contadini ai quali egli voleva farsi vicino. Oggi, ciò che ne rimane, è una eloquente testimonianza della sua vita semplice e allo stesso tempo un invito a favorire vie di incontro, prossimità e percorsi di pace. "Firenze, la comunità francescana e la Verna hanno sempre avuto un legame storico, ideale e spirituale intenso ed indissolubile che questa mostra vuole ricreare e far rivivere qui a Palazzo Vecchio, grazie a un percorso immersivo e all’esposizione del prezioso saio del santo – ha dichiarato la sindaca Sara Funaro – Il messaggio di San Francesco, di armonia, pace, amore per gli uomini e la natura, si ritrova nelle grandi iniziative che Firenze ha lanciato nel mondo, pensiamo ai Convegni delle Città e della Pace, che portarono al dialogo e all’incontro di esponenti e uomini di governo di tanti paesi in conflitto tra loro. L’esposizione e i vari eventi collaterali approfondiranno questo rapporto speciale tra Firenze e la Verna nel segno di San Francesco, un rapporto che ha attraversato i secoli e che ancora al giorno d’oggi è fonte di ispirazione e guida per la nostra città". "L'esperienza della Verna, custodita dalla città di Firenze nei secoli, è parola di guarigione e speranza per tutti gli uomini – ha spiegato fra Matteo Brena, Segretario del Comitato francescano per le celebrazioni dell'Ottavo centenario dalle stimmate – Grazie a questa interazione tra comitato francescano e comune di Firenze, oggi è nuovamente consegnata al mondo e sicuramente aiuterà a ravvivare in questo tempo segnato dalle guerre e dall'incertezza, il desiderio di vita e infondere i valori di pace, dell'incontro e del rispetto per tutte le creature tanto cari a Francesco di Assisi". "Il legame della città di Firenze con il santuario della Verna ha radici molto antiche – ha sottolineato Valentina Zucchi di Muse – Nel 1432 papa Eugenio IV pone il luogo sotto la protezione del Comune di Firenze, sancendo così il legame con il sacro monte; da allora tutte le forme di governo cittadino – dalla repubblica al granducato, fino a oggi – hanno rivolto a questo luogo un'attenzione speciale. A ottocento anni dalle stimmate di san Francesco, riportare l'attenzione su questi aspetti permette di cogliere tratti importanti della storia e dell'arte del convento, che tuttora possono ispirare ciascuno di noi verso un impegno civile tessuto di umanità". —[email protected] (Web Info)
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