19 Dicembre 2024
Magazine

Robbie Williams: “Libero da droghe e sesso, ma resto dipendente dal cibo”

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(Adnkronos) –
"Ora che avete capito chi è la popstar posso togliermi gli occhiali da sole". Robbie Williams apre, all'insegna del suo humor inglese, la conferenza stampa a Roma del biopic 'Better Man', diretto da Michael Gracey e dall'1 gennaio al cinema con Lucky Red. Il film racconta l’ascesa, la caduta e la rinascita del cantante di 'Angels’ e ‘Feel’. "Il mio corpo è da sempre fonte di disagio mentale per me – confessa – perché ho dovuto lottare con il mio peso. Io sono uno che è stato dipendente dalle droghe, dal sesso, dalla televisione, dal computer e dal cibo. Ora con le droghe, con l'alcol e il sesso ho chiuso. Ma il problema del cibo resta, mi ha fatto sviluppare una nevrosi che mi accompagna ancora oggi. Per me il corpo è causa di grande dolore e vergogna, anche se oggi sono 'stramaledettamente' sexy". L'artista non ha fatto questo film per altruismo: "Non voglio attribuirmi il valore di poter essere terapeutico per qualcuno. Io l'ho fatto perché serve alla mia carriera", dice Williams, che ammette: "Io sono uno che per professione cerca attenzione, laddove non mi si dà io non esisto". L'artista confessa dunque: "Ho fatto 'Better Man' per attirare l'attenzione su di me", poi "se le persone si rivedono in questa storia mi fa stare bene, ma non è questo il mio obiettivo", precisa in tutta la sua schiettezza. Robbie sceglie una scimmia per raccontare la sua vita sulle montagne russe, tra le luci della fama e l'oscurità delle dipendenze. "Nel film mi vedete con le sembianze di una scimmia per mostrare al pubblico Robbie vede se stesso", racconta Williams, che sottolinea come "oggi ci siano così tanti biopic 'ripuliti' e ci siamo stancati di vederli. Il nostro non è ripulito, anche in quei momenti in cui forse avrebbe dovuto esserlo. E questo ci dà un'unicità per vendere il film". Per il cantante "non è stato un problema spiegare chi sono con la massima sincerità e non trovo che sia insolito farlo". Il regista "si è trovato a lavorare con una figura pubblica che era fin troppo disposta a condividere, anche fino all'eccesso, le parti positive e negative", spiega Williams, che aggiunge: "Le persone riconoscono l'autenticità perché che è qualcosa che ricerchiamo disperatamente e che non ci viene rimandata dai media così come vorremmo". 'Better Man': un biopic, una liberazione: "Io ci ho messo la mia autenticità e il desiderio di condividere tutto di me, è stato liberatorio", dice Williams, che ammette: "se non dovesse essere un successo si andrà giù di terapia"
 

Nei desideri di Robbie Williams c'è il Festival di Sanremo: "Lo fanno ancora? Beh, mi piacerebbe essere invitato di nuovo", ha detto l'artista all'Adnkronos, durante l'incontro.Era il 1994 quando Robbie Williams ha calcato per la prima volta il palco del Festival di Sanremo con i Take That: "Ero strafatto, e chi se lo ricorda", dice la popstar che ricorda "l'energia e il calore dei fan" nella 'città dei fiori'. Williams, reduce dall'esibizione di ieri alla finale di X Factor, definisce "un bellissimo caos quello che succede dietro le quinte dei programmi televisivi italiani. Nel backstage il casino, tra chi corre e chi strilla, ma quello che va in onda è perfetto. Negli show britannici, invece, sono tutti precisini. Ieri mi sono reso conto, ancora di più, del calore e dell'accoglienza che ti arriva dalle persone. E se tu riesci ad accogliere tutta questa passione non puoi fare a meno di innamorarti dell'Italia", conclude.  
Presente anche il regista del film, Michael Gracey: "Robbie mi ha aiutato tantissimo per il mio primo film, il musical 'The Greatest Showman' con Hugh Jackman, così innamorato di lui che durante le riprese lo menzionava appena gli si presentava l'occasione", racconta il regista. "Quando ero in difficoltà Robbie c'era, al punto tale che sono andato da lui per fargli ascoltare le musiche del film" e "gli ho fatto registrare un video per Jackman in cui diceva che le canzoni andavano bene e di proseguire per questa strada", così "sono riuscito a finire di girare", dice Gracey, che ricorda lo stop delle riprese a causa della morte della Regina Elisabetta: "abbiamo chiuso al traffico Regent Street per girare il numero musicale più difficile del film. Dopo una settimana di prove, la regina è morta quando ci stavamo avvicinando all'inizio delle riprese. Non avevamo la copertura assicurativa" perché "l'assicurazione non ti copre per queste cause". Ma "essendo una produzione indipendente, ci abbiamo messo altri 5 mesi per raccogliere i fondi", conclude. (di Lucrezia Leombruni) —[email protected] (Web Info)


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