23 Febbraio 2025
Attualità

Emily, l’ostaggio con la mano bendata: “Ha perso due dita nell’attacco del 7 ottobre”

Condividi

(Adnkronos) – Emily Damari, per 471 giorni ostaggio di Hamas nella Striscia di Gaza e liberata domenica 19 gennaio, ha perso due dita nell'attacco del 7 ottobre 2023. Le immagini della sua liberazione fanno il giro del mondo e la ragazza saluta mostrando la mano sinistra fasciata.  Il giornale israeliano Haaretz cita la famiglia e scrive che ha perso due dita nella strage di 15 mesi fa in Israele a causa del fuoco di Hamas. Anche il Times of Israel fa riferimento a immagini che mostrano la 28enne con la mano fasciata e precisa che secondo la famiglia Damari ha perso due dita dopo essere stata raggiunta da colpi d'arma da fuoco esplosi da Hamas durante il massacro del 7 ottobre 2023 in Israele. Emily, scrive il sito israeliano Ynet, è stata raggiunta da spari, colpita alla mano durante il sequestro il 7 ottobre dalla sua casa nel kibbutz di Kfar Aza. —internazionale/[email protected] (Web Info)


ILMONITO è orgoglioso di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. Per questo chiediamo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, fondamentale per il nostro lavoro. Sostienici con una donazione. Grazie !
 
ILMONITO crede nella trasparenza e nell'onestà. Pertanto, correggerà prontamente gli errori. La pienezza e la freschezza delle informazioni rappresentano due valori inevitabili nel mondo del giornalismo online; garantiamo l'opportunità di apportare correzioni ed eliminare foto quando necessario. Scrivete a [email protected] - Questo articolo è stato verificato dall'autore attraverso fatti circostanziati, testate giornalistiche e lanci di Agenzie di Stampa.

Redazione

I nostri interlocutori sono i giovani, la nostra mission è valorizzarne la motivazione e la competenza per creare e dare vita ad un nuovo modo di “pensare” il giornalismo. [email protected]