“Io mi regalo cieli e orizzonti”, poesia che si fa luce nei versi di Maria Annunziata Gallo
In un mondo che si cristallizza nel granitico egocentrismo, esiste ancora la poesia che libera, e che al pari di baci, coccole e carezze, si rende dolce nota che rassicura l’esistenza. Maria Annunziata Gallo, docente e poetessa, pubblica la sua quarta raccolta in versi, concepiti come un canto libero che si fa dono, per se stessa e per gli altri. Così nasce ‘Io mi regalo cieli e orizzonti’, silloge edita da Controluna collezioni poetiche, presentata venerdì 7 febbraio presso il Castello dei Conti della città di Acerra.
In pagine che si abbandonano alla metrica del sentire, la poetica di Gallo riesce ad essere diapason di ogni sfumatura emozionale. La brevità del verso diventa consistenza reale; si tuffa nella contemplazione, smarginandosi e rimarginandosi, tanto da donare alla umana percezione una tunica insieme intima e realistica. Così l’essenza dell’io trova il suo battito in metro poetico; si ammanta di un connotato colmo di valore, imperiale, laddove riesce nella minutezza delle cose, a scoprirsi tempio della sacralità umana che partecipa all’evanescente e al sublime; indossa la veste subucula ed exterior insieme, svelando al lettore che la parola è semplicemente scrigno e genio rivelatore del mistero che ciascuno serba dentro, accettato con tutti i suoi chiaroscuri.
Scomponendosi in due parti tematiche (una più universale, e l’altra più familiare), che diventano completa narrazione del pensiero, della percezione e del sentimento della poetessa, ‘Io mi regalo cieli e orizzonti’ si colloca come opera della maturità compositiva di Maria Annunziata Gallo, che dopo le raccolte “Occhi chiusi aperti ai sensi” (2015), “Negli occhi il principio” (2017), “Su fili d’erba” (2021), sceglie di spalancare le porte della percezione ad un cielo che copre tutto, ma non sovrasta; e ad un orizzonte che non delimita, ma ci invita a sconfinare nella libertà del sogno.
La penna della poetessa Gallo è l’antico calamaio con cui ogni scriba desiderava tradurre in codici miniati la preziosità del logos, incalzante nell’arrivare agli occhi , ai polpastrelli delle dita, alle orecchie e ai sentimenti di un lettore, pronto a rifugiarsi nella corposità della parola, per essere da essa edificato. Eppure, nonostante l’elevatezza di ogni verso che contempla lo scorrere del tempo, l’alternanza delle stagioni, la preziosità della natura, ed ancora l’intimità degli affetti che donano interezza all’esistenza, la poetica di Maria Annunziata Gallo è invito alla concretezza, al fermarsi qui ed ora, sgranando gli occhi verso le cose che ci sono intorno e che vanno assaporate e vissute per quello che sono: piccoli miracoli che costruiscono l’origami di una sensibilità in grado di cogliere tutto e di essere partecipe del tutto.
Sicchè la poesia si fa musica, e poi ancora filosofia del vivere faticoso che ci vede compiere passi da tartaruga rispetto alla vorticosità di una realtà che preme sul nostro petto, sulle nostre palpebre, fino a lasciarci stremati davanti ad una emotività che non trova canalizzazione, a cui però la Gallo dà risposta, voce ed eco insieme.
Il dialogo millenario tra filosofia e vita, diventa così palpabile e centrante nella poesia piena e delicata di Gallo, e viene perfettamente interpretato durante la presentazione del libro, dal contributo della professoressa di Storia e Filosofia, Maria Panico, docente presso il Liceo Alfonso Maria De Liguori di Acerra. Ella scorge in ogni verso di “Io mi regalo cieli e orizzonti”, rimandi con Hegel, Galileo Galilei, e poi ancora Socrate, capaci di svelare umanesimo nella meraviglia della scienza dell’esistere. Così ogni dicotomia umana diventa, grazie alla metrica rivelatrice e pacificatrice di Maria Annunziata, accettazione di ciò che si è, nell’innesto del mondo. Maria Annunziata Gallo scrive così “Incidete il senso”, e poi ancora “Abitare il tempo”, “Un patto inossidabile”, “Dapprima alle nuvole”, “Sognare è un atto di fede”, “Il tempio delle ore”, “Tepore della memoria”, che diventano per il lettore, raggi benedicenti che si infilano nelle crepe delle piccole fiammelle dell’universo.
Gallo, nata nella poesia, intinge in questa raccolta, la penna nella metafisica e nell’esistenzialismo, lasciandoci immergere in una visione dell’io eterea e luminosa, con un effetto a specchio da cui nessuno vuole scappare, ma che al contrario desidera contemplare, per rivelare finalmente una parte del proprio essere che è veritiera, senza disdegnare il gioco onirico di anelare essere qualcosa di più, in modo semplice e puro.
La poetessa che merita pienamente il suo alloro, spinge così alla risolutezza, e ci allena a un lirismo che non fa a pugni con la realtà, ma che al contrario la accoglie, la culla, con la cura di chi ci tiene all’altro e ad altro, lasciandoci riemergere dalle sabbie mobili del torpore dei sensi.
Nel sentimento che si fa carne, senza essere mero materialismo, Gallo condensa col titolo ‘Io mi regalo cieli e orizzonti’, tutto il coinvolgimento della luce che la poesia regala alla nostra vita. “Quando alzo le palpebre, sogno. Quando le chino, le iridi, cerco il verbo per mutare i sogni in carne. C’è chi si regala materia e dell’effimero si bea, io mi regalo cieli e orizzonti. Inseguo le piume della bellezza che eleva. Mi faccio piuma per spiccare voli dallo slancio eterno. Attraggo viaggiatori attenti alle volatili rarità del giorno”, scrive nel suo versificare, diventando custode di un legame filiale, di una parabola conviviale che è energica presa di coscienza del trionfo della bellezza di ogni piccola cosa e di ogni valore che ci circonda. Racconta in modo palpitante l’anelito dell’esistenza, così da avvicinare i lettori al proprio io e all’umanità tutta, partecipe di un più ampio senso del divino, a cui la poesia dà corpo ed anima, materia ed energia, legate tra loro da un patto inossidabile che si snoda nel desiderio umano di ricerca dello spirito dell’universo con cui l’uomo deve imparare a respirare.
La gratitudine di Maria Annunziata Gallo verso la vita, la poesia e verso il prossimo, si palesa in un titolo di un magnifico libro, introdotto nel corso della sua presentazione, dalla colonna sonora della celebre canzone “Il mio canto libero”, suonata al pianoforte a quattro mani da due allievi del liceo De Liguori: Cristian Di Serio e Beatrice Donnarumma.
L’ultimo lavoro in versi di Gallo è dunque invito ad ampliare gli orizzonti, lasciandosi suggestionare dalla grazia poetica, elegante virtù che si costruisce lentamente con l’ascolto e con l’attesa, imparando a sentire e di conseguenza a pensare in modo libero, per ascoltare finalmente chi siamo e cosa l’universo intende comunicare a ciascuno di noi.
Credits Photo: Annalisa Donniacono
Nota biografica
Maria Annunziata Gallo nasce il 21 luglio 1983 in provincia di Caserta, cresce e vive ad Acerra. Si laurea dapprima in Scienze del Servizio Sociale, più avanti in Scienze Pedagogiche e comincia a lavorare come docente e ideatrice di progetti educativi incentrati sulla poesia e l’intelligenza emotiva.
Nel 1999, all’età di 16 anni, ottiene il primo riconoscimento letterario classificandosi al IV posto nell’ottava Edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Graffito d’argento” con la poesia “Il fascino della notte”.
Nel 2000 riceve una menzione d’onore alla XXX Edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Primavera Strianese” grazie alla poesia “Ancora un’onda infranta”.
Tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001 tre sue poesie vengono pubblicate in tre numeri consecutivi del giornale napoletano “Il Brigante”.
Nel 2007 la poesia “All’arte dell’amore” viene selezionata per l’Antologia “Dedicato a … poesie per ricordare” edita da Aletti Editore (RM).
Nel 2010 la poesia “Le linee del destino” viene scelta per l’Antologia di Autori Vari “Luoghi di parole” edita da Aletti Editore.
Nel 2013 è lo stesso editore a selezionare la poesia “Ai bagliori del mattino” per la raccolta di Autori Vari “Parole in fuga”.
Nel novembre del 2015 pubblica la sua prima raccolta di poesie: “Occhi chiusi aperti ai sensi” (Capone edizioni) che presenta, tra l’altro, all’interno della Rubrica televisiva “Il libro della settimana” (Canale 21) e al Salotto Culturale Rosa Morelli.
Nel dicembre del 2015 sia il giornale “Punto e virgola” che il giornale “Oblò” recensiscono la sua opera prima.
Nel febbraio 2017 pubblica la sua seconda raccolta di poesie: “Negli occhi il principio” (Capone edizioni) che presenta all’interno di un evento culturale da lei stessa curato, presso il Teatro Pulcinella di Acerra.
Nel marzo 2017 il giornale Lo Speakers Corner dedica un articolo al suo percorso letterario.
Nel maggio 2020 il suo testo intitolato “Quarantena” viene selezionato dalla casa editrice Colorando I Pensieri per l’Antologia di Autori Vari “L’abbraccio delle parole”.
Nell’ottobre 2021 pubblica la sua terza raccolta “Su fili d’erba” (Youcanprint Edizioni) che presenta all’interno di un evento culturale da lei stessa curato presso il Teatro Pulcinella di Acerra.
Nell’aprile 2021 il quotidiano viterbese Tuscia Times, attraverso le parole della poetessa e performer Lorena Paris, recensisce la sua poesia “Una coperta d’oro”.
Nel marzo 2023 organizza e conduce un Recital poetico dal titolo “La Musa smaniosa” presso CasaTeatro con la collaborazione del giornalista e attore Vincenzo Maria Pulcrano.
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