Recensione – “Si ami chi può”, nel nuovo libro di Filippo Roma scorre la pellicola della nostra vita
Ci ha abituati ad immergersi nella profondità delle cose, in tv come nei suo libri; ci ha solleticati nella ricerca della verità, in qualità di instancabile “Iena” della tv, e di scrittore dal tratto delicatamente emozionale. Dopo Diario di una Iena (2014) e Boomerang (2020), Filippo Roma torna ad incontrare fan e lettori nelle librerie, con l’ultimo lavoro di scrittura edito Armando Curcio Editore. Si intitola “Si ami chi può”, ed è la classica realizzazione della profezia del Nomen Omen, ovvero della titolazione rivelatrice del senso che sottende al narrato. Dietro questo titolo non si cela solo l’importanza dell’asse narrativo che parla di un legame madre-figlio, ma si nasconde anche un segreto.
Protagonista del romanzo è Lorenzo, un figlio, un padre, un marito, un professionista che sogna l’effermazione, ma soprattutto un uomo che riscopre se stesso e la sua piena volontà di amare. Basterà una telefonata a cambiargli la vita, anzi a sconvolgergliela, in una presa di consapevolezza che segue il paradigma di Parmenide che sceglie di seguire “il solido cuore della ben rotonda Verità”, in una unione tra poesia, filosofia e quotidianità che fa interrogare il lettore, attimo per attimo, sull’uso della sua esistenza e sul valore della vita dinanzi al limen della morte.
Come spesso capita, sono gli incontri cruciali in cui ci imbattiamo, a darci lo ‘start‘ per il risveglio. Luca e Giulia, sono le due persone che irrompono in una storia che segue il doppio filo temporale tra il 1985 ed il 2019. Lorenzo, nello scoprire della malattia della madre Anita, ci insegnerà a conoscere non solo la sua storia, ma anche quella della madre, che per tanto tempo ha portato con sè un segreto, ed ora intende rivelarglielo. Così passato e presente si uniscono nel senso del tempo e del destino, lasciandoci interrogare su quanto sia importante agire, ma anche accettare ciò che la vita ci offre per destarci dal torpore, lasciandoci finalmente andare.
In un viaggio in macchina che è metafora del percorso alla consapevolezza, alla riscoperta dei legami, Lorenzo si imbatte in personaggi che ironicamente fanno capolino nella sua storia. Filippo Roma ha l’abilità di tratteggiarli nelle loro incursioni narrative, costruendogli intorno attimi comici che strappano l’attenzione del lettore dall’intensità emotiva. Il libro diventa così esperienza nell’esperienza, lasciando scorrere davanti ai nostri occhi la pellicola della nostra vita nel ventaglio di emotività che a volte non intendiamo esplorare.
Cinematografico nella reale percezione di ogni fotogramma narrato, è un elogio all’istante e al suo valore nel tempo. Un racconto generazionale tra incoscienza, paura e slancio. “Si ami chi può” è il libro delle occasioni che educano a “sostenere” la vita. anche quando si va fuori strada. E’ accettazione dei paradossi che abbiamo sempre rifiutato e in cui inevitabilmente finiamo per cadere. Ma è anche una meravigliosa caduta nell’imprevisto di ogni forma di amore in cui facciamo capitombolo ad ogni età, per poi accorgerci con un sorriso, che perfino il buco nero in cui stiamo per essere risucchiati, è in realtà una nuova ed energica singolarità da abitare.
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