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‘Comicissimi fratelli, il pubblico ha sempre ragione’, con i fratelli Gallo glorioso ritorno della farsa

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Napoli, 12 gen. – Una scrittura fluida, rinnovata, sostiene due atti portati in scena da Gianfranco e Massimiliano Gallo al Teatro Augusteo di Napoli. La farsa di tradizione partenopea viene riproposta ad un pubblico attuale con tutta la sua potenza espressiva. Sulla scena a sipario chiuso, i fratelli Gallo ribadiscono: “In una società in cui la gente mangia pane e Netflix la tradizione non muore mai. Gente come Antonio Petito è il ritorno al futuro”.

Petito, come Atlantide e la città sommersa, nella velocità della comunicazione, ha bisogno di un aggiornamento per arrivare al pubblico contemporaneo. Per questo Gianfranco Gallo riscrive la ‘Francesca da Rimini’, trattata nel 1815 da Silvio Pellico, diventata poi gloriosa farsa di Antonio Petito e rilanciata dai fratelli Giuffrè, che vengono omaggiati attraverso questo spettacolo.

A convivere con la storia del teatro del primo Novecento che visse realmente un periodo di crisi, sperimentato da Petito, drammaturgo e attore italiano, c’è l’istanza comunicativa attuale, incarnata da un’immagine dipinta sulle quinte di Barbara D’urso, che della farsa ha fatto un cavallo di battaglia televisivo. Delle sedie vuote invitano lo spettatore a sedersi e reinterpretare un genere creato per denunciare i paradossi sociali, col sorriso.

Due concetti si fondono nel teatro dei fratelli Gallo: ludus e fragmenta. La prosa di un canovaccio intriso di battute, si anima per divertire smontando e ricreando la parola, mentre si gioca sulla diversità espressiva, colta e rimodulata in omogenea riproposizione verbale.

E’ questo un teatro letterato e non “illetterato” come si potrebbe credere; i riferimenti goliardici a poeti italiani, a compositori lirici, oltre che tragediografi, donano sprazzi di conoscenza alla platea che tra una risata e l’altra, richiama alla mente pagine della nostra letteratura, spesso trascurata.

Il giullare, l’aedo e il pulcinella, diventano nella prima parte dello spettacolo, la maschera indossata da Gianfranco e Massimiliano. Ciò che appare sul palcoscenico è un ping pong di battute lanciate e raccolte da una compagnia affiatata, retta da due cavalieri impavidi del mondo dell’arte, i fratelli Gallo per l’appunto, che con e per il pubblico, interpretano, improvvisano ed inventano ogni volta il copione per onor di puro teatro.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.