22 Dicembre 2024
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Sanremo 2019, serata inaugurale con inno alla vita e alla musica

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Sanremo, 6 febbraio. – Indie, trap, ma anche tanta melodia. Così è stata confezionata la prima serata di Sanremo 2019, puntellata di musica in tutte le sue declinazioni. Parte in sordina la performance dei co-conduttori Bisio e Raffaele. I due comici visibilmente emozionati, sono ancora in fase di rodaggio rispetto al dirottatore artistico Claudio Baglioni, che in questa 69esima edizione punta all’esaltazione armonica in ogni senso.

Non è un caso che Bisio sia accorso in sua difesa in un monologo in cui “scanzonando” i testi del cantautore, ha gettato acqua sul fuoco polemico dei giorni scorsi: “Baglioni è sempre stato un sovversivo con le sue canzoni, ve ne siete accorti solo ora? Ha sempre scritto e fatto politica con testi antimilitaristi, da eversore sociale. Se vi fidate di noi lavoreremo benissimo!”.

Bando alle polemiche e spazio alla serenità dunque. Che questo festival sia un inno alla vita, lo si evince dalle canzoni in gara. Sarà un’istanza collettiva tradotta in musica?
Rispetto agli anni  scorso c’è una uniformità di scelta delle canzoni, che nel complesso risultano perfetti prodotti sanremesi.
La poesia però reca il nome di Cristicchi, un uomo che merita quanto meno il premio della critica per quanto scritto con profonda e toccante lucidità espressiva.

Nei brani in cui si parla di speranza, abbandono alla forza vitale dell’esistenza, si esprimono bene Loredana Berté ed Ultimo, che conquistano letteralmente la giuria critica.

Di bel respiro i testi di Irama, Arisa e Paola Turci, seguiti dalla Tatangelo. Le loro sono canzoni da promuovere.

La versa scoperta è però Ghemon che a polmoni pieni e con tatto parla di violenza di genere cantando “Come è difficile salvarsi”.

Il trio Il Volo fa cadere di applausi il Teatro Ariston. Saranno loro i favoriti del pubblico?

La musica ha spopolato con le esibizioni di Andrea Bocelli e Giorgia. Il pubblico del web attendeva un loro duetto che di fatto avrebbe lasciato tutti senza fiato. Peccato non averli ascoltati!

Delizioso concettualmente  l’omaggio al Quartetto Cetra; di fatto i tre Claudio, avrebbero potuto far di più insieme alla Raffaele, che sembrava “ingessata” nel ruolo comico affidatole.

La presenza di Pierfrancesco Favino, detto “Picchio”, ha scaldato i cuori degli italiani. In tanti lo scorso anno ne hanno apprezzato la polivalente bravura, che un po’ ci è mancata.

Questa sera altro giro, altra corsa, in attesa di riascoltare 12 dei 24 brani in gara.

 


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.