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Bologna, Salviani citofona: “Buona sera signora, suo figlio è uno spacciatore?”

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“Buona sera signora, suo figlio è uno spacciatore?”. Così l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, si è rivolto suonando un citofono di via Deledda, nel cuore del quartiere popolare del Pilastro a Bologna. E’ stata Annarita Biagini, una donna di mezza età, fan del leader leghista, a indicare questo citofono e ad accompagnare Salvini in un giro nel quartiere.
La signora ha perso un figlio, malato di Sla. Poi, racconta lei stessa, ha deciso di farla finita con una overdose di droga.
E stasera è stata una sorta di guida di Salvini. “E’ necessario – ha aggiunto il leader leghista, prima di lasciare il Pilastro – ripulire questa zona dallo spaccio e dalla criminalità”. E ringraziando la signora, ha aggiunto: “Magari ci fossero in ogni zona delle persone che amano così tanto il proprio quartiere”. Mentre suonava al citofono della casa indicata dalla donna, Salvini era sotto i riflettori delle telecamere, e circondato da diversi agenti delle forze dell’ordine tra Polizia e Carabinieri.

Il gesto di Matteo Salvini è stato oggetto di plurime critiche. Da citare a tal proposito è il post della deputata del PD Alessia Morani, che su Facebook si è scagliata contro il leader della Lega con queste parole:

«Ieri è andato in scena il processo in piazza. Il prossimo che mi dice che la #Lega è garantista lo mando al diavolo in un nano secondo #Salvinivergognati».

Immediata anche la reazione del ragazzo accusato di spacciare. Il giovane tunisino, 17 anni, ha diversi precedenti ma, come spiegato da lui stresso ai giornalisti di Fanpage, si sta reinserendo nella società («Vado a scuola, sono un ragazzo normalissimo»). Durissimo anche Matteo Orfini, che ha dato all’ex capo del Viminale del “cialtrone”.

Il giovane ha parlato anche dei genitori, specificando che la madre ha 67 anni e che il padre lavora come corriere di Bartolini e «si spacca il c…o». Il ragazzo ha altresì annunciato che denuncerà per diffamazione la donna che, nella serata di martedì 21 gennaio, ha accompagnato il leader della Lega e diverse altre persone residenti nel quartiere davanti al portone del palazzo, additando lui e la sua famiglia come spacciatori.


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