23 Novembre 2024
Magazine

INTERVISTA – Fase 3 e sport, ripartire in sicurezza con la Dynamic Dance Project nel salotto di Barbara D’Urso

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Pina Stendardo

E’ una realtà dinamica e brillante sul territorio della provincia di Napoli ed è diventata vessillo della rinascita sportiva a livello nazionale, di tutte le palestre e scuole di danza chiuse a causa del Covid19. La Dynamic Dance Project di Michele Orefice apre le porte dell’accademia di Afragola, al salotto nazional popolare di Barbara D’Urso. Su Canale 5 una lezione live mostra come gestire le attività ginniche in totale sicurezza, riacquistando un po’ della spensieratezza persa durante la quarantena forzata.

Michele, noto ballerino di programmi tv, che ha realizzato il sogno di fondare una scuola tutta sua, ci racconta le difficoltà vissute in questi mesi, in assenza anche di una tutela statale per tutti i lavoratori del settore.

– Michele, la Dynamic Dance project riparte dopo il lockdown forzato. Nel salotto di Barbara D’Urso la ripresa live delle vostre attività. Quanta emozione per questo evento, diventando di fatto portavoce di tutte le realtà ginniche nazionali?

Non so spiegare l’emozione, ma è stato qualcosa di veramente forte, in realtà non mi aspettavo assolutamente di essere scelto tra tanti colleghi per raccontare la ripartenza ed è stato bello testimoniare l’energia della Dynamic Dance Project.
L’emozione è stata doppia. Non è stato semplice per nessuno superare il lockdown; chi più chi meno ha sofferto a causa del covid19. Personalmente, la quarantena mi ha devastato; cercavo di darmi forza, come tutt’ora, nel guardare chi stesse peggio di me, ma poi si inizia a toccare il fondo e lì diventa un problema.

– Lo sport è socialità ed anti stress insieme. Come hanno vissuto titolari, coatch ed allievi la quarantena lontano dal luogo deputato alla cura di corpo e mente?

Le difficoltà cui pensavamo erano non solo economiche ma anche fisiche. L’abitudine di allenarci, ballare, sudare, essere impegnati, non solo ci teneva in forma nel corpo, ma anche emotivamente. Il sentirsi amati circondati dall’amore degli allievi, la stima dei genitori, la curiosità delle persone in prova , la spensieratezza e lo sfogo che la passione per la danza ti fa avere, donano spensieratezza alle giornate. Invece con la quarantena era sempre un continuo reinventarsi, non solo perché il cibo aveva preso il sopravvento e quindi bisognava tenersi impegnati per non diventare obesi, ma anche perché bisognava riuscire a pensare meno possibile alla situazione bruttissima che stavamo attraversando. Così io, come tanti colleghi di tutta Italia, ho continuato a trasmettere la mia passione attraverso video lezioni online, ogni giorno, con corsi e discipline diverse, così da impegnare giornalmente la mente di tutti gli allievi, soprattutto delle bambine.

– Dal 18 maggio il decreto governativo ha sancito la riapertura delle palestre.
Quali dubbi ti hanno assalito in questi mesi di chiusura e quali nuove misure avete oggi adottato contro il Covid19?

Dubbi tantissimi, paure anche, ad esempio quella di non farcela, quella di arrendermi…come me tanti colleghi non sapevano più come pagare affitti, bollette e spese varie, eh si, perché la nostra categoria purtroppo non è stata aiutata in nessun modo!
La paura anche di non riuscire ad adottare tutte le misure di sicurezza considerando i costi per i dispositivi necessari, sopratutto ballare con mascherine ; distanti etc etc…poi invece la voglia di ricominciare, la forza regalata dalle persone che ti scrivono “non vediamo l’ora di ripartire” , non mi ha fatto più preoccupare delle misure da adottare, le ho messe direttamente in atto dicendo a me stesso “da oggi sarà così fino al nuovo ordine, per cui arrangiati e abituati”. Così mi son messo all’opera ed ho procurato mascherine d’emergenza (se qualche allieva la dimentica), termo scanner, saturimetro, distributore di gel per mani, dispositivi per la sanificazione dell’intera struttura, divisione delle sale con 2m di distanza tra un allievo e l’altro…insomma tutto quello che serve per essere pronto all’apertura del 18 maggio poi slittata al 25 maggio.
Ho preparato nuovi turni moltiplicando i corsi e gli orari, lasciando 15min. tra un corso e l’altro, così da non creare assembramenti all’ingresso.
Ad ogni fine corso viene sanificata la sala con alcool e amuchina. La salute prima di tutto!

– Raccontaci il primo giorno di riapertura. Come è andato? Dove si proietta oggi la Dynamic Dance Project?

Il primo giorno di apertura è stato emozionante come il primo giorno di nascita della scuola. Abbiamo chiacchierato, abbiamo pianto (di gioia ovviamente) e poi ci siamo messi al lavoro. Lo sport e la danza insegnano a tenere duro armonizzando ciò che viviamo. E’ questo lo scopo passato, presente e futuro, della mia accademia.

– Un augurio ed un incoraggiamento ai tuoi colleghi per i mesi che verranno?

So che sarà dura, ma non dobbiamo arrenderci, doniamo sorrisi a chi attraverso il ballo è rinato, continuiamo a progettare e a sognare finché tutto quello che il covid19 ci ha tolto, sarà soltanto un lontano ricordo!
La Dynamic dance project si proietta verso la crescita artistica e perché no anche verso il successo, restando ovviamente sempre con i piedi per terra perché personalmente ho imparato una cosa dal covid19 : mi ha insegnato ad apprezzare quello che ho e ringraziare sempre Dio per averlo, e di certo a non augurare il male a nessuno, in fondo siamo tutti sotto lo stesso cielo.
Questo è e sarà il mio mood per il resto della vita e mi auguro valga per tutti.


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Pina Stendardo

Giornalista freelance presso diverse testate, insegue la cultura come meta a cui ambire, la scrittura come strumento di conoscenza e introspezione. Si occupa di volontariato. Estroversa e sognatrice, crede negli ideali che danno forma al sociale.