21 Novembre 2024
Attualità

Arcuri e Azzolina, le nuove frontiere della scuola

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Anna Tortora

Da Aprile la scuola è in totale confusione, per non dire sfacelo. Il Covid ha destabilizzato ogni punto saldo della nostra vita, portandoci a nuovi modi di vedere e di interessi. Con il risultato che il settore più martoriato è quello della scuola. Bambini, ragazzi, genitori, insegnanti, chiusi in casa alle prese con la Dad. So benissimo come è stata affrontata la situazione, essendo insegnante da tredici anni, seppur ancora precaria.

I bambini hanno affrontato questa esperienza in maniera eccezionale. Più della ministra, a quanto pare, che ha dovuto nominare il commissario Arcuri per poter dare, finalmente, qualche direttiva.

Potrei dire che esiste il parametro della società ma la Azzolina, sempre attenta, dirà che non sempre la società è giusta. Come mi direbbe,anche, un buon pedagogista o un filosofo dell’educazione.

Quindi si ha una duplice possibilità di lettura; da un lato vi è una modernità avanzata che viaggia come innovazione, dall’altro una “post – modernità” che è la crisi della modernità, la crisi di tutti i soggetti e di tutte le forme della coscienza culturale che è la catastrofe del rinnovamento politico degli ultimi anni.

Non si possono ridurre l’educazione, la scuola, ad una Dad o ad un “Se lo vedono i Presidi.”
Mi dispiace, non può essere così.
L’educazione nella nostra cultura è qualcosa di trascendentale rispetto al concetto di istruzione, di socializzazione, di integrazione, comunicazione e formazione.
Quando diciamo che la persona va educata, non diciamo che la persona non va istruita, bensì che istruirla non basta.
Nei mesi che stiamo vivendo e che verranno, i diversi sistemi formativi, istituzionali, formali, rischiano di andare ognuno per conto loro e non basteranno commisari.
Lo so cara Ministra, lei vuole aiutarci, ma la scuola si presenta sempre più come apparato burocratico di massa, rispetto al quale anche la mobilità sociale è scarsa.
Le famiglie, dal canto loro, sono in crisi perché si sono trovate in difficoltà con la Dad e, come tutti, con un’improvvisa pandemia.
Di fronte a tale stato di cose, se non si dà vita ad un’azione complessiva di “paidea”, noi avremo delle situazioni sempre maggiormente influenzate dall’emblematicità decadente di quella che è la più grande metafora italiana.
Si deve mirare alla formazione globale dei ragazzi, non si può educare senza regolazione giuridica, senza normatività etica, senza una fondamentale forza governativa.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.