22 Novembre 2024
PoliticaPolitica Interna

Conte e il Cts, inganno o incorrispondenza di amorosi decreti?

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Anna Tortora

Ora, dopo pubblicazione dei verbali del Cts, sappiamo che il lockdown è stato voluto dal governo Conte e non dal Cts.

Con una precisazione: che il governo ha giustificato la sua scelta appellandosi al Cts.

Grazie alla Fondazione Luigi Einaudi
Grazie a Rocco Todero
Grazie a Enzo Palumbo
Grazie a Andrea Pruiti Ciarello
Giancristiano Desiderio

Verbali desecretati Coronavirus, non sono stati pubblicati quelli che contano davvero. È proprio vero di questo governo non c’è proprio da fidarsi.

Mancano i verbali delle riunioni tra il 22 e il 27 di gennaio, quando non si sa bene perché l’ordine di testare tutte le polmoniti virali anomale si trasformò nell’ordine di testare solo quelle di chi proveniva dalla Cina.

Mancano i verbali del periodo tra l’1 e il 7 marzo, i giorni in cui si decise di non fare la zona rossa ad Alzano e Nembro, condannando Bergamo a essere l’epicentro globale della pandemia nei mesi a venire.

Mancano i verbali dell’8 e del 9 marzo, quelli in cui si decise il lockdown di tutta l’Italia, ma curiosamente c’è quello del 7, in cui il Cts suggeriva chiusure parziali e differenziate.             

Però, davvero, quei verbali ci dicono poco o nulla relativamente agli snodi cruciali dell’emergenza che stiamo ancora vivendo, quella che ha sinora causato  35mila morti in Italia, che farà crollare il Pil di una decina di punti percentuali, che lascerà centinaia di migliaia di persone senza lavoro, e chissà quanti buchi e quante lacune nell’istruzione degli studenti italiani”
Marco Rizzo
Conte è stato irresponsabile, pronto solo ad andare contro, per opportunità politica, a chi porta idee diverse dalle sue. Troppo pieno di sé per accorgersi della pochezza e dell’incompetenza del suo Governo e di alcune “personalità” che lo compongono. Ha chiesto poi a modo suo, con un linguaggio colto e incomprensibile ai più (siamo all’involuzione culturale, altro dato allarmante), gli stessi pieni poteri di salviniana memoria. Creando, appunto, dei megacomitati per dare l’impressione di provvedimenti contemperati e approfonditi dal punto di vista tecnico – scientifico. Il tutto per omologare una dispotica sospensione di garanzie costituzionali (del tutto illiberale), dando libero sfogo alle sue manie di “avvocato del popolo”.
Un avvocato che non ha tenuto conto del popolo al Sud, enormemente penalizzato, i cui danni e chiusura sono stati immani, in molti casi, fatali.
Intanto mancano all’appello circa tremila pagine, ma da una prima lettura emerge, proprio dal verbale del 07/03/2020, un dato clamoroso: il Comitato aveva disposto due tipologie differenziate d’intervento per il contenimento della pandemia e cioè una per le regioni più colpite e l’altra per l’intero territorio nazionale. Addirittura le misure per i territori più colpiti risultano meno restrittive rispetto a quelle adottate dal Dpcm successivo, infatti non era prevista la chiusura di tutte le attività commerciali e dei luoghi di culto, a patto di adottare misure come il distanziamento, l’igiene (gel, mascherine) e l’afflusso contingentato. In sintesi, secondo il Comitato Tecnico, non era necessario adottare il lockdown su tutto il territorio nazionale.
Ma Conte dice di aver seguito il Cts, un stuolo di esperti profumatamente pagati. E come non fare menzione dei vari virologi, infettivologi e immunologi che, a suon di tweet e comparse in TV, hanno dato le tesi più disparate, creando ulteriore confusione e panico.
In tal modo i medici e i nostri governanti hanno acquisito caratteri di ideologia capace di risolvere tutto, fino a proporsi essi stessi come nuove configurazioni dell’interno.
Questo sapere, onnisciente ed onnipotente, disumanizzante, ha provocato una separazione tra la conoscenza del reale empirico e i valori assiologici esterni, universali che sono alla base della persona.
Chissà se questi ‘misteri’ svelati possano,  finalmente, far capire alla larga fetta di elettori grillini che i loro rappresentanti sono dei pericolosi dilettanti.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.