RU 486, aborto farmacologico è una forma di libertà?
Il ministro della salute, Roberto Speranza, ha aggiornato dopo dieci anni le linee guida sulla pillola abortiva RU 486.
La prima cosa da chiedersi è questa “Siamo sicuri che abortire da sole in casa sia un traguardo di libertà?”
Oltretutto, l’aborto in sé, come scelta non vincolata da fattori esterni, è davvero una forma di libertà?
Una parola innanzitutto sul rapporto tra scienza e morale è, in fondo, la questione tra il potere tecnico e la libertà umana.
Il progresso delle tecniche mediche comporta sempre nuovi poteri sulla vita umana e questi nuovi poteri non possono essere vissuti senza una riflessione razionale sui valori della vita e senza il riferimento alla responsabilità che umanizza appunto il potere e la libertà umana.
“Ciò che è tecnicamente possibile non è per ciò stesso moralmente ammissibile” Elio Sgreccia.
Per inciso, non voglio bacchettare il ministro, ma sorge lecita un’altra riflessione: quelli che sono favorevoli all’aborto, sono gli stessi (per la maggiore) che si oppongono alla pena di morte.
Altra osservazione: sì all’aborto e per chi non può avere figli (gay o etero) ben venga l’utero in affitto.
E nulla da dire, certamente, all’OMS che da tempo raccomanda che sia disponibile, per tutte le donne, poter ricorrere ad aborti sicuri e legali.
L’ RU 486 è una strada tutta nuova, non esente da possibilità di sbandamento, per cui si impone una visione della realtà umana che mantenga uno sguardo d’insieme per evitare che si cada nell’errore, già incorso, di una superficialità della vita umana.
Pare quasi certo come la mediocrità possa trovare spazio all’interno di questa presunta libertà.
Come affermava Aristotele “la filosofia è scienza della verità, perché il fine della scienza teoretica è la verità”.
L’uomo è affetto da una strana miopia che non lo rende libero nella ricerca della verità. Questo per dire che un orientamento privo di pregiudizio è preliminare a qualsiasi ricerca scientifica, ciò nonostante, circa tale asserzione si potrebbe eccepire che è impossibile all’uomo spogliarsi delle proprie persuasioni, ovvero che possa procedere senza presupposti.
Verità e libertà non possono ridursi alla possibilità di poter abortire da sole, perché è una vera banalizzazione della vita umana.
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