24 Novembre 2024
Attualità

Francesco Cossiga, il Presidente

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Anna Tortora

A dieci anni esatti dalla sua morte, voglio ricordare un uomo straordinario che ha segnato la mia vita. L’ 8 Luglio quando ci fu l’insediamento e il giuramento del Presidente Cossiga, io ero bambina e lo ricordo come se fosse ieri. Un Presidente entrato nel cuore e nella mente di una bambina delle scuole elementari per non uscirne più. E i bambini si sa, nella loro ingenuità, amano la verità e la straordinarietà.

Eclettico, poliedrico, geniale e tanto altro era il Presidente Cossiga.

Marco Nese, noto scrittore e giornalista del Corriere della sera (colui che ha scritto la Piovra per intenderci) è stato molto amico di Cossiga e mi ha raccontato degli episodi anche divertenti. Era ironico, come tutte le persone intelligenti.

Era talmente straordinario da essere evocato soprattutto quando emerge qualcosa sulla Giustizia. Il famoso scontro tra lui e Palamara è passato in rete molto spesso mesi addietro, dopo lo scandalo  del CSM che ha coinvolto, appunto, il giudice Palamara.

Memorabile anche una sua risposta ad una domanda su Di Pietro “Di Pietro è un cretino. Gli voglio bene perché è cretino…per sapere quanti cretini ci sono in Italia, basta sapere quanti votano l’Italia dei disvalori”.

E a proposito di Giustizia, il senatore forzista  Andrea Cangini, ne parla così a Radio Radicale il 17 febbraio …trovandomi a casa di Francesco Cossiga, ebbi il privilegio di ascoltare una telefonata tra l’ex Presidente della Repubblica e colui che avrebbe assunto la funzione di ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Cossiga, al solito, fu esplicito: “Ti consiglio di evitare quell’incarico, ma se proprio non potrai farne a meno guardati bene dal proporre una riforma della Giustizia anche vagamente attinente ai principi dello Stato di diritto. Viviamo in una Repubblica giudiziaria, se ti azzardi a minacciarne gli equilibri quelli ti arrestano e buttano via la chiave”. Sembrava un paradosso, non lo era. Mastella abbozzò una riforma organica della Giustizia, nel 2008 finì sotto processo, il governo Prodi cadde di conseguenza, nove anni dopo Mastella fu assolto. Da allora, nulla ricambiato. Così come nel processo e penale l’accusa è oggettivamente più forte della difesa, nell’assetto istituzionale reale l’ordine giudiziario è oggettivamente più forte del potere politico. Il motivo è semplice, e fu sempre Cossiga a spiegarlo: “Qualsiasi politico può essere legittimamente incriminato e messo fuori gioco da un qualsiasi pubblico ministero sulla base di un teorema qualsiasi, il contrario, invece, non è possibile”.
Ma chi era Francesco Cossiga? Un giurista, un patriota, uno statista, un ottimo ministro dell’interno (il migliore insieme a Minniti, mio personale parere), il Presidente della repubblica e un democristiano vero.
Agli occhi dei fuoriusciti, pochi democristiani come Cossiga potevano vantare una patente democratica così luminosa, senza alcuna ombra. Egli seguì una vera battaglia contro il comunismo “Io facevo parte di una formazione di giovani democristiani armati, armati dell’arma dei carabinieri, per difendere le sedi dei partiti e noi stessi nel caso che i comunisti, perdute le elezioni, avessero tentato un colpo di stato”.
A proposito di riforme “Oggi abbiamo bisogno di una democrazia compiuta e governante”. Parole che risalgono al 26 Giugno 1991, quando da Presidente della Repubblica decise di scrivere un serio messaggio alle Camere dedicato alle riforme.
Lui che sapeva benissimo cosa era l’Italia.
“L’Italia è sempre stata un Paese incompiuto: il Risorgimento, la Vittoria mutilata, la Resistenza tradita, la Costituzione inattuata, la democrazia incompiuta. Il paradigma culturale dell’imperfezione genetica lega con un filo forte la storia dello sviluppo politico dell’Italia unita”.
Lo penso spesso, penso a cosa direbbe oggi davanti a questi politicucci, davanti all’ignoranza di Di Maio, lui non avrebbe permesso che diventasse ministro degli esteri.
Riporto un’altra riflessione di Andrea Cangini che lo conosceva bene.
‘Ah, se ci fosse ancora Lui… Negli ultimi dieci anni l’ho pensato spesso, negli ultimi due quotidianamente. Cosa avrebbe detto Francesco Cossiga del grillismo di lotta e di governo, del salvinismo d’accatto, del Pd ridotto al rango di “utile idiota” d’un partito fondato da un comico? Posso immaginarlo, ma non è la stessa cosa. Posso immaginare il furore e l’arguzia delle sue parole. Posso immaginare lo sconforto del suo spirito. Rabbia e dolore, immagino. Rabbia e dolore per una politica mai come oggi sradicata da ogni cultura, mai come oggi piegata ad ogni demagogia, mai come oggi asservita ad ogni interesse globale perché dimentica e timorosa di sè.
Nel libro che pubblicai poco prima della sua morte, “Fotti il potere, gli arcana della politica e dell’umana natura”, il Presidente mise a nudo l’essenza della Politica (“con la P maiuscola”, come piaceva a lui) svelandone gli arcana, perché solo accettandone con realismo grandezze e miserie la si sarebbe potuta forse salvare.
Il realismo era la sua bussola, la nuda verità la sua trasgressione. Tutto e sempre in difesa di un “primato”, quello della Politica, da lui quotidianamente esaltato con l’onore che gli spiriti nobili tributano alle belle idee ormai morte e sepolte in terra sconsacrata. Contro i tecnocrati, contro i magistrati, contro le alte burocrazie, contro certa finanza, contro la Consulta, contro i demagoghi, contro i moralisti, contro gli ipocriti, contro gli aedi del politicamente corretto… Chiunque tentava, quasi sempre riuscendoci, di occupare senza averne legittimità alcuna i sacri spazi del potere politico aveva in lui il più fiero dei nemici. Non per vezzo, ma per servizio. Perché difendere l’onore della Politica e il prestigio delle Istituzioni è il solo modo per difendere i cittadini e con essi la democrazia e lo Stato.
Ah, se ci fosse ancora Lui’.
Io voglio concludere con un saluto a quello che, per me, è stato l’unico Presidente degli ultimi trent’anni.
Ciao Presidente, mi manchi.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.