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Draghi Premier? Tra speranze, certezze e sfiducia

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Anna Tortora

Da qualche giorno, dalla sua presenza gloriosa al meeting di Rimini, si parla nuovamente della possibilità di Mario Draghi come Presidente del consiglio dei ministri. Molti i commenti a suo favore, dal cittadino comune al rampollo di casa Agnelli Lapo Elkann che twitta “Siamo arrivati al punto in cui chi ha osannato Beppe Grillo e compagni per anni, adesso vuole spiegarmi che il problema è Draghi. Io dico che per l’Italia senza minimo dubbio è meglio, ma molto meglio avere più Draghi e meno Grillo”.

Ma andiamo a scoprire cosa ha detto e cosa pensa Mario Draghi “Siamo di fronte ad una guerra contro il Coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza” Così a sua firma sul Financial Times.

E ancora “Mentre molti affrontano il rischio di perdere la vita, molti di più rischiano di perdere i mezzi di sussistenza. Giorno dopo giorno, le notizie economiche peggiorano. Le aziende fanno i conti con perdite nell’intero sistema economico. Molte già si stanno ridimensionando e licenziano lavoratori. Una profonda recessione è inevitabile”.

Dopotutto anche il meno esperto in economia comprende che l’assistenzialismo statalista è un male non solo per le imprese ma anche per i dipendenti pubblici.
Allora, chi è Draghi?
Dal 1991 al 2001 è Direttore generale del ministero del tesoro.
A Gennaio 2001 è al vertice della banca americana Goldman Sachs.

Dal 2005 al 2011 è Governatore della Banca d’Italia, poi passerà alla BCE. Il tutto incorniciato da un notevole curriculum accademico: a soli trentatré anni è ordinario di economia politica All’Università di Firenze.
Nulla a che vedere con parecchi politici attuali, di cui tutti conoscono la loro condizione di non laureati e che hanno escluso l’esercizio di ogni professione per lanciarsi in politica.
Una situazione, quella di Draghi, diversa anche da quella dell’attuale Premier, professore sì,   ma famoso per aver gonfiato un tantino il curriculum.
Siamo abituati a profili di candidati che, per poter funzionare, devono poter essere giudicati mediocri dal grosso pubblico, ma a quelli che contano questi appaiono, ovviamente, understated.
Il problema, dunque, va posto sulla pregiudiziale di una corretta ricognizione del soggetto sociale. E il soggetto sociale capace di ‘autogoverno’ non è quello massificato dell’assistenzialismo.
Per cui già mettere all’ordine del giorno una legge che interessi i commercianti, gli imprenditori e gli artigiani, è una conquista di fondamentale importanza in questo periodo storico.
Mario Draghi sarà Premier? Chissà. Non è il momento di muovere critiche a priori, ma sembra sia arrivato quello di cambiare le carte in tavola.
Ebbene, questo rivoluzionario processo di mutazione non avrebbe luogo se non ci fossero i consulenti. Ma chi sono questi registi dicreti, questi demiurghi del savoir fair, questi elfi del bosco incantato?
Non vogliamo interrogarci, tuttavia, sul fallimento previsto e prevedibile del Governo Conte, per trarne considerazioni dell’ordine della razionalizzazione postuma degli eventi.
In una situazione in cui l’Europa guarda a noi come chi non ha saputo mantenere delle promesse, è da sperare che Draghi o chicchessia sappia vedere e superare questi limiti non più tollerabili, dei veri e propri paletti che devono essere assolutamente smantellati. Solo così gli sconvolgimenti che viviamo oggi nel Paese saranno la vittoria di qualcosa: la nuova società liberale.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.