La libertà di Hannah Arendt e il Governo Conte
Lo stato di libertà più affascinante che io conosca, è quello che mi permette di viaggiare sull’onda di un verità per molti versi indisponente e rigorosa.
La verità non ha mezze misure. Per questo ho voluto scrivere di quella donna straordinaria di Hannah Arendt che ha combattuto per la libertà e la verità.
Con lei affronterò il problema politico attuale, in una sorta di colloquio senza tempo.
”L’ uso politico della menzogna deliberata non è nocivo nella misura in cui esso è saltuario, ma diviene nefasto quando si fa sistematico, e alla singola menzogna contrappone un reticolo di menzogne che mira a sostituire la realtà. Sono gli effetti delle menzogne che, politicamente, siamo chiamati a giudicare”.
Alla scuola di Bultmann, di Husserl, di Heidegger, di Jaspers, la Harendt si impegna in una riflessione di radicale ripensamento della politica e lo fa partendo da un’analisi sulla politica della polis greca.
Punto qualificante della prassi politica è l’argomentare, il discutere per giungere ad una convergenza attraverso il dialogo, la relazione, la partecipazione. Il discorso, l’oratoria hanno senso solo all’interno della polis.
L’ eloquenza non era pura esercitazione formale, ma capacità di argomentare legata alla questione della vita pubblica. Questo era possibile solo in un clima di libertà.
E si può avere l’opinione che si vuole sulla caotica situazione nella quale si sono cacciati i grllini, ma i colpi di scena e le solenni dichiarazioni di Conte (ora è in silenzio… strano) hanno confermato platealmente la sensazione che, in questo momento, in Italia, il caos è al massimo e la credibilità e la coerenza politica sono al minimo. Insomma un lotta tra galli che litigano nel cortile delle istituzioni.
“La società di massa non vuole cultura, ma svago”
Hannah Arendt
Davanti ad uno schermo, ad un tablet, ad uno smartphone, tutti distanti e tutti senza pensiero.
Massimo Cacciari ha dato ulteriori note di colore al quadretto odierno, ormai squallido, della pubblica istruzione “Ma cosa vogliamo andare a parlare della ministra Azzolina, mi cade la lingua…
Questa crisi è un colossale esperimento di massa. Siamo tutti cavie all’interno di un gigantesco laboratorio, nel quale stanno studiando come si potrebbe organizzare la vita in tantissimi settori nel prossimo futuro.
Già era avviato e questo periodo gli ha dato una accelerazione incredibile. Lavoro a distanza, scuola a distanza, tutti distanti l’uno dall’altro e tutti insieme davanti allo schermo del computer”.
”Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più”
Hannah Arendt
Non voglio esagerare, ma questa frase sembra calzare perfettamente con il nostro tempo. Quale miglior suddito di un cittadino confuso dal Governo e impaurito da un Virus?
Possiamo, quindi, affermare che viviamo in pieno nichilismo? Certamente.
“L’equivalenza non fa bene alla democrazia. Dire che tutto è uguale non è conquista di civiltà, è nichilismo. Bisogna fare delle differenze”.
“L’umanità è costitutivamente plurale”.
Il fondamento di ogni morale si pone nella uguaglianza dei diritti di ogni essere umano, e la diversità è ricchezza della vita.
In un periodo di crisi culturale e sociale come quello che stiamo vivendo, si ricomincia a sentire forte il bisogno di fermezza e si registra da più parti, un ritorno all’etica. Ma cos’è questa forma comune e fondamentale del senso morale? Per dirla alla Kant, un imperativo categorico? Qual è il bene da perseguire?
“L’azione morale nasce dal dialogo interiore, e proprio l’assenza di questo dialogo trasforma persone banali in agenti del male”.
Non credo che i nostri governanti siano agenti del male, danno solo prove continue della loro cattiva gestione della cosa pubblica; il peggio che possa verificarsi in uno Stato liberale.
“Il regime totalitario non si distingue dalle altre forme di governo perché riduce o abolisce determinate libertà, o sradica l’amore per la libertà dal cuore degli uomini, ma perché distrugge il presupposto di ogni libertà.”
Nell’attuale esplosione di una politica arbitraria, basata su emozioni istantanee e centrata sul sentire soggettivo, con esiti a volte pericolosi sia per gli individui che per la società, l’orizzonte della verità sembra svanire dalla politica, a favore di una libertà intesa come esaltazione di una soggettività orientata unicamente alla propria affermazione.
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