22 Febbraio 2025
Attualità

Palamara e la Magistratura polticizzata

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Anna Tortora

“I contemplativi, tralasciando l’aspetto delle cose sensibili, vengono ligati a cose divine; i voluttuosi, col vedere, calano alla provvisione di cose tangibili; i morali sono tratti col godimento dei colloqui”.
Giordano Bruno

Con questa frase del Nolano apro l’articolo su Palamara e, ovviamente, non è presa a caso.
Le  parole di Palamara dopo essere stato radiato dalla magistratura “Berlusconi aveva ragione sulle toghe politicizzate”. Finalmente la verità sta venendo a galla, o forse…

“Si sta facendo strada in me l’idea che, alla fine, Palamara è il meno peggio…Decine, centinaia i magistrati che, già per il solo fatto di averne profittato o di essersene serviti o di averlo usato, hanno fatto parte del sistema…”
Luigi Bobbio, giugno 2020

A dir poco profetico

“Palamara radiato…Tutto a posto, giustizia è stata fatta, l’ordine è stato ristabilito. E tutti gli altri concorrenti? E il sistema malato? E la questione devastante della magistratura italiana?”
Luigi Bobbio

Non mi pare che Palamara si sia deciso a fare nomi, pur affermando di non essere l’unico, di essere addirittura una vittima.

“Dalla vicenda Palamara emerge che le nomine dei magistrati venivano decise d’intesa col Pd.
Cari amici, qualcuno di voi ci aveva mai pensato? Io, per aver immaginato la liaison toghe – sinistra, nei miei libri sulla giustizia negli anni Novanta, sono stato costretto a passare la vita più nelle aule dei tribunali che a casa”.
Giancarlo Lehner

La Politica è malata e il nome della malattia è la partitocrazia: rinnoviamo i partiti e guarirà la politica. Questo discorso non basta più, perché si è evidenziato, con la “chiarezza” che deriva dalle indagini giudiziarie, che i partiti sono stati e sono l’anello debole della politica. Il problema è il regime che si è costituito. Non bastano più i soliti discorsi. Come mai sempre all’interno dell’istituzione della giustizia, ci sono grosse difficoltà?
L’illustre Giancarlo Lehner ci dice dell’altro
“La sezione disciplinare del CSM, famosa per essere non solo garantista, ma soprattutto innocentista, radia Palamara, grazie al quale abbiamo conosciuto tutte le scandalose verità che sapevamo e sulle quali, beccandomi querele e condanne, scrissi centinaia di articoli ed una decina di libri. La sezione disciplinare, durissima con Palamara, si guardò bene, invece, dal radiare, un magistrato di Corte d’Appello, beccato nel cesso del’allora cinema Ariel ( rione Monteverde di Roma) – vi si proiettava il film western ‘La stella di latta’ – in atti più che osceni, cioè inginocchiato a fare una fellatio ad un ragazzino. Alla fine, quel pervertito fu pure promosso giudice di Cassazione”.
Sembra surreale, ma è vero. Purtroppo.

Sta venendo fuori di tutto, come già abbiamo scritto e denunciato, ma Palamara dirà ancora altro, questo è chiaro, anche se di nomi neanche l’ombra. Giustizia politicizzata? Le cosiddette toghe rosse sono intoccabili?

“Per aver scritto sulla politicizzazione della magistratura e l’interconnessione tra toghe e le più alte istituzioni politiche, mi sono beccato una miriade di condanne.
Ora che tutto ciò è venuto alla luce non come eccezionalità, bensì come antica prassi, chi mi risarcirà delle sanzioni subite e della taccia di pregiudicato, solo per aver narrato l’evidenza?”
Giancarlo Lehner

Ricordiamo inoltre cosa disse Marco Pannella
“La magistratura una cupola mafiosa-partitocratica”

Questo è il contesto in cui si inserisce la Magistratura (continuo ad usare la maiuscola, perché credo nella sua origine nobile). Già, la Magistratura; come eludere un tale argomento parlando di politica in Italia? Non nascondo che anche io sono tra i seriamente preoccupati per l’eccessivo spazio che, in una fase conosciuta è andata ritagliandosi la Magistratura.
Ma ormai è tardi, il meccanismo si è messo in moto e i magistrati non si fermano più.
Se si vuole davvero restaurare lo stato di diritto, ricondurre il potere giudiziario alla sua nobile origine e far cessare l’uso politico delle inchieste, ci vuole la separazione delle carriere e non solo. Qui bisogna prendere il toro per le corna e andare all’origine del problema: il reclutamento dei magistrati.
Sappiamo che vengono reclutati in base a concorsi ma non basta avere conoscenza giuridica, studiata benissimo, per carità.
Una proposta la mia non isolata e che spero venga accolta al più presto.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.