Confcooperative Campania: “Sulla scuola stiamo vivendo una situazione kafkiana”, iIl commento di Manrico Gesummaria, referente area scuola
Il professor Manrico Gesummaria, dirigente di una scuola paritaria nel salernitano e referente per il comparto scuola Confcooperative Campania, condivide alcune riflessioni sulla sospensione delle attività didattiche in presenza in Campania, come da ultime ordinanze regionali, e lancia un appello per la riapertura delle aule.
“Il mondo della scuola campana sta vivendo una situazione kafkiana. Il provvedimento è inefficace se si immagina di alleggerire con la serrata delle aule il congestionamento del trasporto pubblico. I bambini tra i 6 ed i 10 anni che frequentano la scuola primaria non utilizzano tali mezzi di trasporto, ma raggiungono la scuola accompagnati dai genitori con mezzi propri o a piedi. È una situazione intuibile perché generalmente le scuole primarie ma anche quelle secondarie di primo grado sono territoriali o di quartiere” dice Gesummaria.
E guardando ai numeri dei contagi, Gesummaria osserva:
“I dati che hanno determinato la serrata sono 541 casi di contagio covid accertati rispetto ad una popolazione scolastica composta da circa 1 milione, tra alunni e docenti. La percentuale di contagi è dello 0,05%, un dato che anziché allarmare indica un livello di sicurezza molto al di sopra della media di ciascun altro ambito e luogo. Anzi, sono dati che dimostrano, nonostante le tante difficoltà, che le scuole hanno saputo attrezzarsi e adeguarsi, protocolli del CTS alla mano, per diminuire il rischio ed aumentare il livello di prevenzione, con grande impegno e senso di responsabilità da parte dei dirigenti scolastici, insegnanti, personale ATA, famiglie ed alunni. Questi ultimi, checché se ne dica, si sono mostrati particolarmente collaborativi, dimostrando grande senso civico nonostante la giovanissima età“.
“Riteniamo che vada considerato debitamente l’impatto della sostanziale chiusura delle scuole primarie, in particolare, nei confronti dell’organizzazione familiare, con bambini tra i 6 ed i 10 anni impegnati nella cosiddetta DAD e che, oltre a non poter rimanere a casa da soli, necessitano della mediazione dei genitori, costretti, ancora una volta, a sottrarsi agli impegni lavorativi, con evidenti pesanti ripercussioni sull’economia familiare. Senza considerare le dotazioni tecnologiche necessarie per una corretta gestione“.
“Non si può considerare la DAD una mera traslazione casalinga della vita scolastica. La scuola è anche crescita, relazione, amicizia, confronto. Gli impatti a lungo termine sulla psiche dei bambini e dei ragazzi sono da valutare oggi, ne abbiamo la responsabilità. Abbiamo dato agli alunni l’illusione della normalità dell’esperienza scolastica per poi sottrarli di nuovo al contesto educativo scolastico. Alla luce di tutto ciò, chiediamo alla Regione di valutare l’adeguatezza di scelte così drastiche in base alle emergenze territoriali, evitando di giungere a chiusure indiscriminate sull’intero territorio regionale. Bisogna commisurare le misure di contenimento in proporzione alle esigenze, valutando i territori e gli ambiti territoriali specifici” conclude Gesummaria.
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