Attualità

Arturo Diaconale. Addio ad un galantuomo

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Anna Tortora

Arturo Diaconale era un galantuomo, una persona perbene, colto, raffinato, mai sopra le righe. Come un fulmine a ciel sereno apprendo della sua morte. Aveva 75 anni e da tempo lottava contro un brutto male.
Lo conobbi a Roma, quasi per caso, mi fu presentato da un amico comune. Gli raccontai della mia esperienza come pubblicista all’Infopoint della Comunità montana e poi dell’insegnamento. Mi disse, con garbo – Perchè ha abbandonato il giornalismo? Continui -.  Qualche tempo dopo, ho seguito il suo consiglio e solo ora posso ringraziarlo, purtroppo. Addio dottore, la Destra liberale ha perso il suo maggiore esponente.
Tanti i ricordi di colleghi, politici e della sua Lazio.
“La S.S. Lazio, il suo Presidente, l’allenatore, i giocatori e tutto lo staff esprimano profondo cordoglio per la scomparsa del portavoce del Club, Arturo Diaconale, e si uniscono al dolore della famiglia”. Tweet della società
“Il maledetto 2020 bisesto si è portato via anche Arturo Diaconale. Insieme a lui ed altri coraggiosi facemmo rinascere l’Opinione, la storica testata liberale.
Arturo ne fu giustamente il direttore e l”organizzatore.
Per me, dopo la fine dell’Avanti! – testata storica che aveva superato tutto, anche il fascismo e la vendetta del suo ex pur grande direttore, ma non la bufera forcaiola -, sarebbe stata la fine come giornalista, visto che ero rimasto tra i pochi a non salire sul carro del Pds, attraverso il quale si accedeva anche alla Rai.
Fra l’altro, la mia strenua difesa di Craxi e la critica del manipulitismo mi aveva reso un parìa, destinato a non poter scrivere più, neppure sui muri.
Il Corriere della Sera definì ‘infame libello’ un mio saggio per nulla offensivo, ma criticamente motivato, sulla figura di Borrelli.
Chiesi conto ad un noto editorialista del Corsera vicino alle posizioni dei miglioristi, il quale mi disse soltanto: mi dispiace, hai ragione, ma non posso far niente.
Il liberale Diaconale mi aveva, invece, accolto ben volentieri all’Opinione, da cui ripartì la mia carriera di giornalista non conforme e non prono.
Non ci divise neppure il tifo: egli era biancazzurro, io giallorosso, ma la diversità fu madre di battute e di simpatici sfottò, giammai di astio.
Caro Arturo, ti stimavo e ti volevo bene.
Addio”.
Giancarlo Lehner
“Colto, leale, sempre promotore di pensiero e azione. Arturo Diaconale è stato un riferimento per tanti nel mondo del giornalismo, dell’informazione, della cultura e della politica. Ha fatto tanto nell’associazionismo giornalistico, in testate come Il Giornale, che hanno orientato chi non si rassegnava al conformismo dilagante. Ha scritto libri e rilanciato testate come l’Opinione. È stato apprezzato al vertice Rai e nel mondo del calcio. Ha scritto libri, promosso associazioni, dibattito, aggregazione. Sempre serio, corretto, equilibrato, sia che si parlasse dei parchi dell’Abruzzo o dei primi passi di nuove televisioni. Ha fatto moltissimo, avrebbe meritato di più, per il suo valore e la sua saggezza. Sempre disponibile e sempre genoroso, con la sua capacità di fare, pensare, creare, unire. Abbiamo fatto insieme tante cose . E lui anche nella malattia ne progettava altre. Nessun elogio è pari al suo valore e al dolore che causa questa enorme perdita”.
Maurizio Gasparri

“Che tristezza. Avevo perso i contatti con Arturo da anni. Ma ho condiviso con lui la stagione de L’Opinione quotidiano nel 1994”.
Gerardo Verolino

“L’Opinione, la redazione, l’amministrazione, i collaboratori tutti piangono la scomparsa del loro indimenticabile, unico, direttore”.
“Era un signore Diaconale, persona gentile, acuta, liberale, colta senza supponenza.
Ciao, Arturo”
Giancristiano Desiderio


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.