25 Novembre 2024
PoliticaPolitica Estera

Liberati i pescatori di Mazara del Vallo dopo 108 giorni di prigionia in Libia

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Sono stati liberati i marittimi di Mazara del Vallo da 108 giorni in un carcere in Libia, sotto la sorveglianza dei militari del generale Haftar. La notizia è arrivata dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, volato a Bengasi insieme con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il passo conclusivo che porta alla liberazione. La liberazione viene confermata anche dai familiari che attendono a Mazara del Vallo: “Finalmente – dicono – aspettavamo questo regalo di Natale”.

«Aspettiamo la conferma ufficiale ma oggi sembra proprio la giornata giusta». Emozionato e con la voce rotta dal pianto, risponde così a Radio Capital Marco Marrone, armatore della Medinea, uno dei due pescherecci sequestrati 108 giorni fa in Libia. «Ho parlato con il ministro Bonafede che mi ha detto: “C’è qualcosa di buono nell’aria”. Per me un’emozione assurda – conclude Marrone – ho pianto come un bambino. Ora aspettiamo solo la conferma».

I diciotto pescatori (otto tunisini, sei italiani, due indonesiani e due senegalesi) erano stati sequestrati il primo settembre. Erano a bordo di due pescherecci di Mazara del Vallo, “Antartide” e “Medinea”, sequestrati dalle motovedette libiche. L’accusa avanzata dalle autorità della Libia, è di avere violato le acque territoriali, pescando all’interno di quella che ritengono essere un’area di loro pertinenza, in base a una convenzione che prevede l’estensione della Zee (zona economica esclusiva) da 12 a 74 miglia. I diciotto furono persino accusati di traffico di droga e per la loro liberazione era stata addirittura chiesta la scarcerazione di quattro calciatori libici condannati in Italia come scafisti di una traversata in cui morirono 49 migranti.

Innumerevoli, da ogni parte, gli appelli al mondo politico ed istituzionale per il loro rilascio che sembra adesso finalmente avvenuto

Per questa vicenda è stato stanziato  mezzo milione di euro destinati alle famiglie dei pescatori sequestrati . Una scelta operata con un emendamento al Dl Rilancio approvato ieri sera in commissione al Senato. Lo stanziamento è destinato a “misure di sostegno ai familiari del personale imbarcato e di contributi all’impresa di pesca, nei casi di sequestro in alto mare da parte di forze straniere anche non regolari” e riguarda anche gli avvenimenti del 2020.

’emendamento è stato presentato da tre esponenti Iv: Eugenio Comincini, Davide Faraone e Donatella Conzatti.
I Fondi si aggiungono ai 150 mila euro che erano già stato stanziato dal governo della Regione ma la norma nazionale, al contrario del provvedimento regionale, non riguarda., però, soltanto i 18 siciliani. La vicenda, adesso, sembra finalmente arrivata a soluzione ma le polemiche non finiranno certamente oggi.


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