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Carceri, Di Giacomo (S.PP.): ancora una volta il carcere di Avellino si configura come emblema del fallimento dello Stato. I ritrovamenti non ci stupiscono piu’.

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La scoperta non ci sorprende affatto: ancora droga e cellulari destinati ai detenuti. Gli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale di Avellino nella giornata di ieri hanno ritrovato 100 grammi di sostanza stupefacente occultata nella testa di un polpo, che un familiare ha inviato a un detenuto. Non solo: cinque telefoni, invero quattro microcellulari e uno smartphone, sono stati invece scoperti in un doppio fondo preparato a regola d’arte sotto al contenitore di melanzane sott’olio, anche queste destinate a un detenuto per poter ben festeggiare e concludere le festività.
Di Giacomo: “Non siamo per nulla stupiti dal ritrovamento. I colleghi anche questa volta hanno svolto il proprio lavoro con la professionalità che sempre li contraddistingue. Ciò che ci sorprende, anzi ci impressiona, è la continua incapacità dello Stato di contrastare la criminalità. L’introduzione della recente norma ad hoc per chi tenta di introdurre, chi introduce e chi utilizza cellulari in carcere da sola non regge il sistema. Difatti basti pensare che molti pacchi vengono inviati con mittenti sconosciuti, nominativi inventati e fasulli; all’effettiva perquisizione degli stessi al detenuto è sufficiente disconoscere il mittente stesso per non essere punito. Lo Stato ancora una volta dimostra di non essere capace di organizzarsi contro questi fenomeni criminali largamente diffusi. Nel caso di Avellino possiamo ben affermare che rappresenta l’emblema del fallimento dello Stato stesso: Non riusciamo più a ricordare il numero e la quantità di ritrovamenti di cellulari e di droghe varie, per non voler parlare delle immagini riprese in carcere e diffuse online e del pallone da calcio intercettato “in volo” dai Poliziotti Penitenziari stra-imbottito di droga e di telefonini.”


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