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Italiani sequestrati in Messico e il ministro Di Maio. Il Governo e i Dpcm. Il processo penale e la nobiltà della giustizia. Intervista all’avvocato Luigi Ferrandino

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Anna Tortora

L’ arroganza dell’ignoranza non muore mai. Dopo la liberazione dei pescatori italiani in Libia e di Chico Forti in America,  il ministro di Maio, sui social, si lancia in una considerazione poco opportuna e cioè che non ci sarebbero più italiani sequestrati all’estero. Affermazione che ha suscitato indignazione e rabbia nei familiari di tre italiani sequestrati in Messico.
Ne parliamo con l’avvocato Luigi Ferrandino, legale delle famiglie Russo e Cimmino.

Avvocato, bentrovato. A lei la parola.
“Il ministro Di Maio ha fatto una dichiarazione inesatta e inopportuna. Di fatto si è dimenticato dei tre napoletani, dunque dei suoi conterranei, sequestrati in Messico. A questo punto ho girato un video con i familiari che, giustamente, si sono risentiti di fronte ad un’affermazione simile. Sarebbe bene che il ministro, prima di esternare certe cose, si informasse.
Dopo questo video, Di Maio ha fatto scrivere una lettera in cui dice di non essersi dimenticato, una lettera che porta la firma dell’addetto stampa, non la sua. Ovviamente, i familiari non l’hanno presa bene perché sarebbe stata opportuna la firma del ministro. E una persona che svolge una funzione così importante, dovrebbe saperlo.
C’è un processo in corso e non si sa dove siano i corpi di queste persone. Sappiamo che furono fermati da poliziotti e da allora non si hanno più notizie. Ma possiamo avere la certezza solo quando la sentenza è divenuta definitiva. Questo vale per qualsiasi processo.
Io ho contatti con l’ambasciata messicana e con la procura messicana. La procura italiana è in contatto con la procura messicana. C’è un rapporto famiglie – avvocati – autorità giudiziarie messicane”.

Sono vivi?
“Ce lo auguriamo. Non ci sono notizie differenti”.

Processo penale, è cambiato qualcosa con l’emergenza da Covid19?
“È una questione delicata il processo penale via web. Diciamo che oggi si fa in persona, tranne in alcuni casi. In Corte d’Appello c’è una normativa che comunica che non è necessaria la presenza del difensore, salvo non vi sia una richiesta specifica dell’avvocato difensore di farla in presenza.
In molti casi la presenza è indispensabile, non è possibile celebrarlo a distanza. Un eventuale problema crea un vuoto tra una domanda e il testimone. Pensa, ad esempio, se mentre si interrogasse il testimone, andrebbe via la linea…Con l’interruzione verrebbe meno la contestualità che caratterizza il processo penale. In aula potrebbe accadere qualcosa per cui la presenza è necessaria.
La presenza del difensore è prevista dal codice di procedura penale a garanzia dell’imputato”.

A proposito di avvocati penalisti. Le dichiarazioni di Borrelli sono state poco ‘gentili’. Cosa ne pensa?
“Non voglio neanche commentare la frase di Borrelli. L’unica cosa che voglio dire è che l’avvocato sia connivente con i propri clienti è una idiozia. L’avvocato è il garante del cittadino. La sua funzione la espleta a prescindere dal soggetto che va a difendere. Facendo un paragone con la professione medica: se un delinquente resta ferito durante una sparatoria e resta ferita anche una donna incinta, arrivati in ospedale, il medico non cura solo quest’ultima, ma cerca di salvare la vita anche al delinquente.
L’avvocato deve svolgere il suo ministero, ha un ruolo riconosciuto dalla Costituzione”.

A proposito di Costituzione, il Governo sta agendo rispettandola in pieno? Si parla spesso di modi illiberali.
“Sicuramente si tratta di un Governo illiberale, perché assume decisioni che violano diritti costituzionalmente garantiti, senza l’interpellanza dei rappresentanti dei cittadini: il Parlamento. Nell’ordinamento esiste una gerarchia delle fonti del diritto, quindi tutte le leggi, i Dpcm, devono essere conformi alla norma centrale, ossia la Carta costituzionale, per cui la difformità di queste altre fonti comporta in sè la illegittimità costituzionale. Es. Diritto di movimento. Art.16 della Costituzione.
Non puoi, con continui Dpcm, vietarmi di muovermi nel territorio del mio Paese, devono esserci delle procedure stabilite. Vero che siamo in emergenza sanitaria, per cui le limitazioni sono previste, ma ora si sta andando abbastanza oltre”.

Cosa è per lei la giustizia?
“Ah, che domanda difficile! La giustizia ha la funzione di garantire la libertà dei cittadini, ovviamente questo presuppone che tutte le parti del processo si comportino in maniera corretta, purtroppo accade, per fortuna non sempre, che interessi privati vadano a ledere queste caratteristiche. Esempio lampante è quello che noi denominiamo ingiustamente ‘caso Palamara’ che ha portato alla luce la forte influenza di certa politica sulla magistratura”.

Mai come in questo momento si ha il bisogno di parlare di giustizia e di libertà. Ringrazio l’avvocato Ferrandino per la piacevole conversazione.


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