Governo Draghi, fine dell’assistenzialismo statalista
È finito il momento della superbia come sostitutivo della competenza. La questione del Governo aperto è diventata questione fondamentale. A questo punto diventa centrale il problema della formazione. Ed è il caso di chiedersi: qual è, di fronte a questa situazione, il contributo che i vari partiti possono portare?
“Sarà interessante vedere quale sarà la sintesi che riterrà di fare Draghi sulla squadra dei Ministri, ma una cosa è certa: la famosa maturazione politica di Di Maio e soci potrà essere riconosciuta loro solo quando daranno prova di essere capaci di votare e sostenere un governo anche senza farne parte in prima persona come Ministri.
È infatti chiaro anche ai più sprovveduti che, quando i 5 Stelle chiedono un governo politico, a cominciare dall’ex Premier Conte che è stato un Premier tecnico caduto anche perché persino esagerava con le task force di tecnici, ciò che hanno in testa non è la politica (rivendicazione che condividerei), ma l’assegnazione degli scranni ministeriali a loro stessi, in quanto ormai politici”.
Enrico Zanetti
Ma la politica è fatta di numeri e di intelligenza.
“Occorre dirlo: oggi Matteo Salvini fa una sparigliata di purissima intelligenza politica. Non sta in panchina nel pieno della peggiore emergenza del Dopoguerra, di fronte a quella che volenti o nolenti è la miglior risorsa che l’Italia può schierare. Non sta nel (presunto) recinto sfascista in cui i gattopardi giallorossi volevano rinchiuderlo, sta nella dinamica delle cose come conviene al partito che ha il consenso maggiore e che governa il Paese produttivo, porta quelle ragioni al tavolo, non regala Draghi a quelli della decrescita (in)felice. Chapeau”
Giovanni Sallusti
L’ assistenzialismo statalista del Governo Conte non è servito ad alcunché. L’ Italia ha bisogno di crescita economica.
“Voglio essere molto chiara: Forza Italia ha spesso fatto il donatore di sangue, anteponendo l’interesse generale agli interessi di partito, e continuerà a farlo.
Ieri nel colloquio avuto con il Prof. Draghi, abbiamo ascoltato molte cose che ci sono piaciute e per questo abbiamo fatto un’apertura di credito. Non abbiate timore però, abbiamo posto la condizione che vi sia una totale DISCONTINUITÀ con il governo precedente. Ancora più chiara: il governo che si sta formando non potrà mai essere una maggioranza politica, ma un esecutivo di salute pubblica, delle migliori energie al servizio dell’Italia e degli italiani.
In questa legislatura abbiamo subito davvero troppo immobilismo, troppo dilettantismo, troppa superficialità: questo è il tempo della competenza e della serietà. Il Prof. Draghi, da questo punto di vista, è una profezia che si auto avvera. La situazione del Paese è grave e in drammatico peggioramento, vista l’emergenza sanitaria e la bomba sociale che si sta per abbattere su lavoro e imprese quando finiranno gli ammortizzatori sociali e si sbloccheranno i licenziamenti.
A tutti noi sarebbe piaciuto fare un governo di centrodestra, ma il voto anticipato in questa situazione, con troppi contagi, troppi morti e un piano vaccinale che latita, non pare una via percorribile. Il nostro orizzonte politico è e rimane una coalizione liberal-conservatrice, ed è per questo che sono certa che riusciremo a trovare, anche in questa occasione, una sintesi, per non disperdere un patrimonio costruito in oltre 25 anni di alleanza.
Però devo dirvi fino in fondo quello che penso: nella crisi vero patriottismo non è salire in tribuna e godersi lo spettacolo senza sporcarsi le mani, ma scendere in campo e lavorare allo stremo delle nostre forze per uscire al più presto, tutti insieme, da questo momento atroce”.
Annamaria Bernini
E a proposito di fine dell’assistenzialismo
“Con il governo Draghi si apre un’esperienza nuova, abbiamo tutti il dovere di collaborare per superare l’assistenzialismo e far partire le riforme. I partiti non mettano veti o steccati: il presidente Draghi saprà fare sintesi e tutelare la cultura e i valori di tutte le forze che lo sosterranno”.
Mara Carfagna
Bisogna ragionare
“È curioso l’atteggiamento di chi auspica il governo Draghi come esecutivo di unità nazionale ma vuole cacciare l’avversario politico come se non fosse parte della nazione e fosse un nemico da annientare. È la famosa inclusione che esclude, come se l’Italia fosse cosa loro. Esemplari.
È curioso l’atteggiamento di chi vuole il governo Draghi come esecutivo politico per rivendicare l’appartenenza di Draghi alla propria parte politica, mentre il governo Draghi nasce proprio sulle macerie nazionali del precedente governo politico. Esemplari.
Costoro – tanto per citare Platone alla maniera di Grillo – somigliano a quel tale che con gli amici parlava male del cornuto e si divertiva alle sue spalle fingendo di non sapere che il cornuto era lui”.
Giancristiano Desiderio
Ancora…
“Con il Presidente incaricato Draghi abbiamo discusso delle priorità per il Paese. Dopo una delle legislature più trasformiste e incoerenti di sempre, a cui Azione non ha partecipato, l’atteggiamento più responsabile è non porre condizioni alla creazione del nuovo Governo”.
Carlo Calenda
Responsabilità
“Il bene dell’Italia, il lavoro, la salute, la sicurezza e il futuro del nostro Paese viene prima di tutto, prima di interessi o vantaggi personali e di partito.
Prima gli Italiani”.
Matteo Salvini
Di qui la necessità di avere uomini nuovi della sintesi, come mi piace definirli. Uomini che sappiano unire autenticità e forte professionalità. Non basta vantare onestà per essere buoni politici. Volesse il cielo che fossero tutti Santi a Montecitorio. Ma occorre anche la professionalità: conoscere i problemi, conoscere la politica nei suoi meccanismi, nelle sue opportunità, nei suoi rischi, nei suoi esiti possibili.
Auguro Mario Draghi che il suo lavoro possa contribuire a saldare quell’anello centrale della catena e a rifornire di linfa nuova questa nostra Italia che aspetta dai politici un contributo responsabile e creativo, intelligente e coraggioso.
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