Arabia Saudita, scarcerata dopo tre anni l’attivista per i diritti delle donne, Loujain al Hathloul
Arabia Saudita, 11 feb. – Tre anni di reclusione con l’accusa di costituire una minaccia per la sicurezza nazionale. Loujain al Hathloul è finalmente a casa dopo 1.001 giorni di carcere duro.
La sua storia ha inizio nel 2015, quando stanca della negazione dei diritti delle donne, dopo essersi candidata alle elezioni a seguito della concessione del diritto di voto femminile da parte della monarchia saudita, vede il suo nome non citato nelle liste, nonostante l’ammissione ufficiale della sua candidatura. Nel 2017 diventa dunque promotrice per il diritto alla guida delle donne in Arabia Saudita. Da attivista Loujain inizia ad animare una battaglia pacifica nel regno dei Saud, per rovesciare il sistema di tutela maschile della sua terra, che impone alle donne di ottenere il permesso da un tutore, prima di sposarsi, viaggiare o compiere altre attività.
Fondatrice del movimento ‘Women to drive’, con il suo impegno ha spinto l’erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salamān il 26 settembre 2017, ad emanare un decreto reale di sospensione del divieto di guidare imposto alle donne.
Da allora per la giovane trentunenne è stato un susseguirsi di eventi negativi: dopo aver tentato di entrare negli Emirati Arabi alla guida di un’auto, è scattata la detenzione per 73 giorni; successivamente è partita una campagna internazionale a suo favore, per arrivare allora come oggi, alla richiesta di scarcerazione.
Nel 2018 finisce nuovamente agli arresti con un’altra dozzina di donne e viene condannata lo scorso dicembre a cinque anni ed otto mesi di detenzione, per aver collaborato con ong straniere bandite dalla legge antiterrorismo, per aver incitato al cambio di regime e cercato di stravolgere l’ordine pubblico.
Le pressioni internazionali e il clamore della sua vicenda, hanno poi indotto il tribunale saudita a sospendere la detenzione a due anni e dieci mesi, concessione vincolata alla condizione che al-Hathloul non commettesse altri crimini per i successivi tre anni.
In carcere tra sciopero della fame, isolamento e violenze sessuali, la sua vicenda implora inevitabilmente richieste di aiuto.
Il rilascio arriva dopo che Joe Biden, neo presidente Usa, ha promesso l’adozione di una linea più severa con Riad, per la violazione dei diritti umani.
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