Attualità

Ad un anno esatto dalla pandemia. Basta chiacchiere, fate presto!

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Anna Tortora

I 5 Stelle fomentavano in Parlamento uno spirito anti-casta, proclamando ed enfatizzando con l’aiuto di certa stampa, la generalizzazione sui politici, quando poi mantenendo la loro posizione, hanno giocato sull’ignoranza e sulla necessità economica dei nullatenenti.
Il sistema democratico non reggerà a lungo se non verranno ridimensionati Giggino & Company, la cui funzione non può inglobare, di certo, funzioni istituzionali. E lo abbiamo provato, ulteriormente, fin da inizio pandemia, quando tra uso sconsiderato di Dpcm e inutili task-force, il popolo si è ritrovato con i banchi a rotelle e in sella ai monopattini. Fantastico.

“Eattamente un anno fa l’Oms dichiarava il coronavirus pandemia, una parola alla quale non eravamo abituati e, soprattutto, preparati. L’ 11marzo 2020 il nostro Paese era già da un giorno in lockdown, la nostra quotidianità cambiava drammaticamente, il problema non era più confinato, lontano, ma globale. Ad oggi contiamo più di 100 mila morti in Italia, 2,6 milioni nel mondo ma, la certezza, è che con l’avanzare della campagna vaccinale sarà finalmente possibile vincere definitivamente il virus e tornare alla nostra normalità”.
Ettore Rosato, Italia Viva

Bisogna muoversi
“L’Europa faccia in fretta ad approvare il passaporto vaccinale come chiedono da tempo Forza Italia e EPP – European People’s.
Si tratta di uno strumento importante per far ripartire economia e turismo così duramente colpiti dal COVID19″.
Antonio Tajani, Forza Italia

“Sui ristori alle attività economiche si sta andando un po’ lunghi, in compenso c’è già la firma per l’aumento del contratto per gli statali. Lo dico senza ironia: meglio che niente, perché non è delle guerre tra poveri ciò di cui abbiamo bisogno.
A livello comunicativo, però, un messaggio che sembra voler scientemente esasperare un pezzo di Paese.
Fate presto e fate attenzione, per favore”.
Enrico Zanetti

Sembra il minimo…
“Ci si procuri ogni tipo di vaccino autorizzato e li somministrino in ogni struttura disponibile pubblica o privata che sia. Così si rilanceranno imprese, occupazione, si rilancia l’Italia”.
Lucio Malan, Forza Italia

L’ex viceministro e ora sottosegretario alla salute, Sileri chiarisce
“Le dosi di vaccino non ancora utilizzate sono state messe da parte sin dall’inizio per somministrare il richiamo, anche alla luce dei ritardi nelle consegne comunicati dalle aziende produttrici. A questo punto, però, credo sia necessario andare oltre: se si ritardasse di qualche settimana la somministrazione della seconda dose, sarebbe possibile utilizzare subito tutte quelle a disposizione e completare, ad esempio, la vaccinazione degli anziani.
Man mano che arriveranno quantitativi sempre più consistenti di dosi, anche i medici di medicina generale saranno maggiormente coinvolti nella campagna vaccinale. Ad oggi, il loro impiego è stato più limitato perché i vaccini che avevamo a disposizione fino a qualche settimana fa erano prevalentemente a mRNA che, per le loro particolari condizioni di conservazione, possono essere somministrati solo negli ospedali. L’arrivo di un maggior numero di dosi di AstraZeneca determinerà un crescente coinvolgimento dei medici di famiglia su tutto il territorio nazionale, consentendogli di effettuare le somministrazioni negli studi o nei centri vaccinali”.

E si dichiara sfavorevole ad altre chiusure
“Prima di rafforzare ulteriormente le misure di contenimento, direi piuttosto di rafforzare i controlli affinché non si creino assembramenti. È evidente che dove i contagi corrono e la pressione sui reparti ospedalieri cresce, bisogna procedere con misure più restrittive, ma non vedo perché penalizzare con un lockdown generalizzato anche quella parte dell’Italia nella quale il contagio è sotto controllo.
Abbiamo 1,5 milioni di dosi vaccinali ferme nei frigoriferi in attesa dei richiami. L’evidenza scientifica mostra che già la prima dose dà un’immunità sufficiente a proteggere dalla forma grave della malattia.
A mio avviso, la migliore strategia da attuare è ampliare subito la vaccinazione somministrando una prima dose a quante più persone possibili e creare delle zone rosse più o meno circoscritte laddove circolano le varianti, a seconda dell’andamento del contagio”.

E ancora chi non vuole chiusure
“Diciamo NO a nuove chiusure generalizzate. Bisogna tener conto oggi che la pandemia si sta muovendo in modo diverso sui territori. Ad esempio osserviamo che la Sardegna ora è zona bianca. Chiudere tutto è senza dubbio la scelta più facile e semplice per il legislatore, ma serve secondo me ora riflettere bene. Dobbiamo modulare gli interventi tenendo conto dei dati delle diverse regioni e province.”
Alessandro Cattaneo, Forza Italia

Chiedere ulteriori chiusure, nonostante le vaccinazioni, significa non essere all’altezza della situazione. I cittadini chiedono di tornare alla normalità.


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.