Disinformazione e stronzate della campagna elettorale napoletana , parte prima
La disinformazione in campagna elettorale puo’ essere un grave danno per i cittadini. Sono ormai anni che si parla di elezioni per la citta’ di Napoli tenendo all’ oscuro i cittadini che si parla di citta’ metropolitana e che conta un giro di vite pari al doppio quindi piu’ di tre milioni e che si sostanzia in una gestione di risorse economiche comprese deleghe ed incarichi pari in termini di importanza a quelle dell’ente Regione. Se l’amministrazione De Magistris abbia taciuto questa realta’, inaugurata proprio il 1 gennaio 2015 con la catastrofica gestione che poi ha portato alla sceneggiata della “cancellazione del debito pubblico”, il futuro governo non potra’ piu’ e dovra’ porsi addirittura il problema di raddoppiare l’elezione del sindaco di Napoli e quello metropolitano o di migliorare il sistema di elezione di secondo grado dei consiglieri. La degenerazione della gestione amministrativa e’ direttamente proporzionale a quella politica che mischia bandiere ed interessi al fine di accaparrarsi deleghe ed incarichi in partecipate o uffici amministrativi. Il flop di DEMA si deve anche a questo ed in particolar modo alla disonesta’ dei partiti che si sono trovati spesso in difficolta’ all’ opposizione perche’ detentori di incarichi proprio della citta’ metropolitana. L’ era De Magistris ci ha insegnato la perdita dell’ identita’ politica dei partiti, il populismo e il fanatismo di ideologie nulliste legate a gruppi di violenti spesso giovani e strumentalizzati.
L’ avvicendarsi della proposta di candidatura del dott. Catello Maresca, protagonista di storiche vittorie della magistratura sulla criminalita’ organizzata, ha indispettito fin dai primi passi la sinistra che malgrado l’operazione “Palamara” pare difendere in modo anche buffo la narrazione dei comodi salotti sulla camorra. E’ giusto dire che il “sistema-Saviano” avallato da firme di Repubblica come Conchita Sannino, per fare qualche nome dei meno noti, per quel che riguarda la comunicazione pare abbia ricevuto una battuta di arresto ma restano ancora molte domande senza risposta su vicende giudiziarie, fughe di notizie, gogne mediatiche che hanno interessato politici finiti poi in bolle di sapone. Il magistrato Maresca non rappresenta un soggetto coinvolto in queste vicende lugubri della magistratura, infatti fonte di ispirazione resta il beato giudice Livatino che ha operato nell’ assenza di zone grigie. “ Mai piu’ un magistrato !” esclamano alcuni sostenitori dell’ opposizione e sembra logico giacche’ il Maresca non si presenta come soggetto piegato alle vicende di corrente di sinistra. “Mai con la Lega !” dichiarano altri che sempre all’ opposizione appoggiano soggetti che operano squisito consociativismo con movimenti di protesta che siedono al governo con la Lega . La Lega oltre ad essere il primo partito d’ Italia annovera il Ministero dello Sviluppo Economico e del Turismo, comparti essenziali che sono davvero in grado di creare una svolta nell’ economia locale ma cosa scrive la stampa ? Invece di sollevare un dibattito autorevole lancia lo scontro Salvini/Juventini, sbaglia i termini giuridici (via libera invece di atto dovuto), rende interviste di livello infimo e poi se la prende coi partiti o i candidati. “ Salvini e’ contro i gay!” affermano dei sostenitori di associazioni legati ad interessi economici ben risaputi perche’ contrattualizzati con l’ amministrazione precedente che ha legami piu’ a sinistra, e così via anche per i movimenti locali anticamorra che non accontentati sulla contrattazione di municipalita’ usano il simbolo della Lega per accusare un magistrato che per gli italiani ha rischiato la vita . Quando la dimensione locale di certe battaglie accede alla fase elettorale mostra il vero volto e a niente serve usare il “ Salvini” di turno.
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