22 Novembre 2024
Attualità

Violazione dei diritti in Afghanistan. Dove sono le femministe?

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Anna Tortora

Nella situazione infernale afghana, le femministe sono assenti. La Boldrini, sempre pronta con l’accusa di fascismo a chiunque, non si inginocchia e non lancia accuse contro chi ha violato la dignità umana.
“Che fine hanno fatto tutte quelle moltitudini di donne, dichiaratamente femministe e naturalmente di sinistra, militanti altezzose del multiculturalismo che protestarono livorose contro il Presidente Trump tra le strade delle più importanti città del mondo, da Roma a Berlino, da Milano a New York, da Mosca a Sidney fino a Parigi, di fronte a quello che sta accadendo alle loro ‘colleghe’ afghane frustate, percosse, sequestrate, umiliate, torturate e assassinate dallo spietato regime dei talebani?
Dove sono finite quelle assatanate che, nel Gennaio 2017, indossando il ‘pussy hat’, il berretto rosa simbolo dei diritti delle donne, dicevano (senza nessuna vergogna) “dobbiamo mettere fine alla carneficina di Trump”? Chissà se la scrittrice Erica Jong si sente ancora in ansia come quando definiva un incompetente il presidente che cerca volutamente la ‘contrapposizione col mondo musulmano’. Lei, oggi, non ha niente da dire su quel mondo musulmano che opprime la donna a Kabul?
Era appena qualche anno fa, non un secolo, quando il 21 di Gennaio 2017, 500 mila donne affollavano le strade di Washington, mentre altri svariati milioni si riversavano, in contemporanea, nelle strade di 67 città del mondo, producendosi in canti, balli e performance varie solo per accusare Trump di essere un bullo sessista che calpesta la dignità delle donne.
C’erano la storica femminista ottantenne Gloria Steinem, ma anche la cantante Madonna che si esibì in gesti osceni e parole volgari in diretta televisiva, oltre a Charlize Theron e Scarlett Johansson. Addirittura  si ricorda che in quei giorni  Hillary Clinton  lanciò la campagna  ‘Women rights are human rights’ (i diritti delle donne sono diritti umani) mentre twittava sulle “womensmarch” sulle donne in marcia. Qualcuno ha letto, in queste ore, di un analogo twitter della signora ex segretario di Stato Hillary Clinton? Soprattutto: perché non si inginocchiano adesso e non scendono in massa in strada? Cosa le frena? Perché tanto pudore?
Che fine ha fatto la signora ministro degli esteri europea, Federica Mogherini – ve la ricordate? Quella che amava mostrarsi oltremodo ossequiosa verso i rappresentati dell’Islam, anche quelli più antidemocratici e sanguinari della Terra, da portare sempre con sè, quando l’occasione lo richiedeva, un velo o un burqa pret -a – porter? E c’è qualcuno che ha ascoltato la vibrata protesta della signora Michela Murgia contro lo schifoso regime islamista dei talebani? E la sora Myrta Merlino?  E la signora Boldrini? E la garrula, onnipresente Asia Argento perché non si inginocchia per le ragazze afghane? Weinstein forse è peggio di Abdul Ghani Baradar? E le ciarliere signorine del Mee Too e di Se non ora quando dove sono finite?
E ancora: qualcuno sa se  le donne dell’anno, ve le ricordate in posa sulla copertina di ‘Time’: Ashley Judd, l”Argento americana, quella che alla marcia delle cinquecentomila scandiva slogan nei quali paragonava nientemeno cheTrump a Hitler; e ancora Taylor Swift, Susan Fowler, Adam Iwu e Isabel Pascua perché non raccolgono un po’ di amiche per scendere in piazza? Su, su fate un bel giro di telefonate..
Quanta reticenza a prendersela con i talebani (col rischio di passare per islamofobi) e a scendere in piazza contro di loro.
È questo il vero dramma che stanno vivendo le femministe ‘de sinistra’ non solo italiane oggi: non poter esultare per la ritirata degli odiati amerikani per non apparire ciniche e senza cuore di fronte al dramma del popolo afghano e per non dover ammettere che i ragazzi che si aggrappano agli aerei americani in volo e che preferiscono precipitare giù che vivere sotto una dittatura coranica; e le madri che passano i neonati oltre il filo spinato nelle mani dei marines sapendo di non poterli rivedere più sono il simbolo della loro fallimentare politica filoislamica, terzomondista, multiculturale e sguaiatamente antioccidentale, antiamericana, antiisraeliana: perché la gente che fugge vuole solo vivere nel libero e democratico Occidente (che gli sciocchi ragazzi europei di oggi detestano mentre i ragazzi afghani desiderano) proprio nel modo che a loro suona difficile ammettere: all’occidentale. Col consumismo, il capitalismo, i jeans e la libertà.
Per questo restano in casa in silenzio a mugugnare.”
Gerardo Verolino, giornalista

Per fortuna c’è Tommaso Claudi, console italiano a Kabul: “Rimarrò tutto il tempo necessario, finché ce ne sarà bisogno”.
Onore a lui.
“Ci sono tanti esempi di persone straordinarie che in questo momento difficile per l’Afghanistan si stanno impegnando in prima linea per salvare vite umane e accogliere i rifugiati nel nostro Paese.
Tra loro tante donne e uomini delle nostre forze armate, dei servizi, della diplomazia come il console Tommaso Claudi rimasto a Kabul a dare supporto nelle operazioni di evacuazione. Lo abbiamo visto in molte immagini, a rischiare la propria incolumità per mettere in salvo donne e bambini all’aeroporto.
Questa è l’Italia che ci rende orgogliosi.”
Ettore Rosato, Italia Viva


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Anna Tortora

Nata a Nola. Si è laureata alla Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Le sue passioni sono la politica, la buona tavola, il mare e la moda. Accanita lettrice, fervente cattolica e tifosa del Milan.